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Lettura di un’immagine

ralph laurendi Tommaso Capezzone

Perchè quest’immagine cattura subito l’attenzione, ma contemporaneamente non disturba? perchè fluisce nel senso che si legge con comodo senza impedimenti e alla fine torni indietro a rileggerla? Sì il verbo “rileggerla” è esatto perchè una foto così si legge, si fa leggere e rileggere e si memorizza. Ci memorizza un’idea rassicuratrice di compostezza erotica, un piacere che non ti turba ma è per sempre. In un tempo incerto di crisi c’è bisogno d’immagini e sogni solidi, senza dubbi e ripensamenti: insomma grigi. E la foto è tutta un’elegante sfumatura di grigi. Un senso di sicurezza racchiuso, al centro dell’immagine, dal piccolo forziere della borsa: la Ricki id chain bag.

Una sola sintetica parola: La Nuova




IL CORVIALE DELLA POESIA: la cavea è pronta per il festival

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“Volevamo ringraziare i ragazzi e la gente di Corviale per come ci hanno accolti e partecipato con noi e dirgli che torneremo presto da loro. In questi due giorni abbiamo consumato le ultime 6 latte di colore che avevamo e per quello che stavamo facendo ne servivano altre 20 per dare un tocco do colore. Per adesso ve lo abbiamo dato, a presto da voi e insieme a voi si colora quel grigio brutto voi ci avete dato ragione se a ragazzi dai qualcosa da fare loro ci sono”.

 




IL CORVIALE DELLA POESIA: un esempio di sviluppo urbano

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Correva l’anno 1979 quando il giovane assessore alla cultura Renato Nicolini convocava sulla spiaggia di Castel Porziano il grande happening della poesia contemporanea. Roma venne messa sulla scena internazionale di un genere espressivo spesso sottovalutato e divenne punto di riferimento per i movimenti che in quegli anni la animavano. Anche la scelta dello scenario conferì all’evento un significato particolare: un tratto di costa laziale intatto e frequentato da un popolo ai margini del turismo balneare, un luogo rimosso.

A distanza di 35 anni un altro luogo simbolo della capitale fa da sfondo a un raduno nel nome della poesia. Si tratta di Corviale, il famoso blocco edilizio che per anni è stato citato ad esempio del degrado urbano e che sta diventando l simbolo di una progressiva e spontanea rinascita.

Poetitaly a Corviale” è il nome della manifestazione in corso fino al 7 settembre e concepita da Simone Carella, che vede alternarsi decine di poeti e artisti, tra la biblioteca intitolata proprio a Renato Nicolini e la cavea all’aperto, realizzata insieme all’enorme edificio e rimasta nel tempo abbandonata a se stessa, uno spazio artificiale ma selvaggio quasi quanto la spiaggia che ospitò la famosa Kermesse. Il programma promette la compresenza delle tendenze più disparate, dalle forme liriche e classiche a quelle più popolari, fino al rap.

Incontri e laboratori fanno da complemento a reading e performance, in un programma ricco di decine di nomi. Le serate sono introdotte da Andrea Cortellessa, sono previsti, tra gli altri, interventi di Nanni Balestrini, Franco Cordelli, Luigi Cinque, Davide Riondino.

Non deve stupire la realizzazione di un evento in quella che era ritenuta l’estrema periferia della metropoli, perché Corviale sta diventando, a suo modo, una vera centralità. Oltre alla biblioteca del sistema comunale e un centro culturale, il Mitreo, che vi operano da anni, è divenuta sempre più spesso sede di manifestazioni d’arte, iniziative sportive e, grazie all’associazione “Corviale Domani” un vero luogo di sperimentazione per nuovi modelli urbani. Il laboratorio che si è strutturato grazie all’impegno di persone come Pino Galeota e Tommaso Capezzone sta avviando progetti di rivalutazione dell’intero complesso con l’impiego di nuove tecnologie, nel campo della produzione energetica, dell’auto-produzione di beni di consumo, di forme di socializzazione legate al fare.

Un esempio di quello che Corviale si accinge a diventare è rappresentato dall’esperimento che verrà realizzato in occasione dell’Expo 2015 di Milano, il cui progetto è stato presentato nella scorsa edizione della biennale architettura di Venezia: il masterplan per un Roof Top Lab unico nel suo genere, sul tetto lungo un chilometro dell’edifico.

Dalla poesia alla scienza alle culture della coabitazione, il falansterio della via Portuense rappresenta ormai una metafora di quello potrebbe essere il futuro dei nostri spazi urbani nell’ottica di uso intelligente e partecipato di spazi che hanno solo bisogno di trovare quel senso che, spesso, era sfuggito perfino a chi li ha voluti e realizzati.

link all’articolo di Umberto Croppi da Huffingtonpost




Disegno di legge sulle politiche territoriali e di trasformazione urbana

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IL CORVIALE DELLA POESIA: “La parola magica” laboratorio per bambini.

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Nella seconda giornata di Poetitaly, festival di poesia che si svolgerà a Corviale fino al 7 settembre, la poetessa Cizia Marulli Ramadori insieme a Carla De Angelis ,animatrice di Corviale cerca poeti pomeriggi di poesia che si svolgono ormai da alcuni anni alla biblioteca Renato Nicolini, ha presentato il laboratorio di poesia per bambini “La parola magica”. Giochi di parole e di poesia per bambini che partirà ad ottobre nella biblioteca.

Lo scopo dichiarato dal progetto di Cinzia Marulli Ramadori è di avvicinare i bambini alla poesia  con un metodo totalmente ludico. L’idea è quella di aiutare i bambini a esprimere se stessi, le proprie capacità creative, i propri pensieri, disagi in un processo di crescita positivo e costruttivo.  ci saranno le scatole delle parole, la caccia alla parola magica, il puzzle dei versi con cui i bambini avranno la libertà e la gioia di scoprire, creare e anche di sbagliare. Giocheranno con la similitudine, la metafora, impareranno a contare le sillabe, ecc.  Il laboratorio non ha un programma rigido perché intende seguire lo sviluppo dei bambini, adeguarsi alle loro esigenze e seguire un processo naturale che porti il bambino a esprimersi liberamente.  I bambini potranno anche incontrare poeti noti che saranno ospiti del laboratorio. La fascia di età a cui è indirizzato è dai 7 ai 10 anni.  La scommessa non è di scoprire talenti poetici, ma di far scoprire la ricchezza e il fascino della poesia.

 

 

 




IL CORVIALE DELLA POESIA: caro sinnnaco t’aspettamo

marino

caro sinnnaco t’aspettamo

t’aspettamo in bicicletta

t’aspettamo in periferia

t’aspettamo co a poesia

IL CORVIALE DELLA POESIA

http://s534509712.sito-web-online.it/

locandina

PROGRAMMA:

LA CAVEA/ANFITEATRO DI CORVIALE

largo Domenico Trentacoste

5, 6 e 7 settembre 2014

venerdì 5 settembre

h 19  Opening Concert

TRAGICO AMMORE

Canio Loguercio – Alessandro D’Alessandro

h 20

Introduzione e presentazione

Andrea Cortellessa

Lidia Riviello, Gilda Policastro

poeti

Giulia Niccolai – Giovanni Fontana – Jolanda Insana – Franco Buffoni

Silvia Bre – Carlo Bordini – Daniela Rampa – Giacomo Trinci

Plinio Perilli – Giovanna Marmo- Marco Caporali – Michele Fianco

Giulio Marzaioli – Elisa Davoglio

sabato 6 settembre

h 19

Introduzione e presentazione

Andrea Cortellessa

Lidia Riviello, Gilda Policastro

poeti

Maria Grazia Calandrone – Luigi Socci – Chiara Daino – Michele Zaffarano

Laura Pugno – Marco Giovenale – Rosaria Lo Russo – Francesco Gambaro

Renata Morresi – Cetta Petrollo – Francesco Ruggiero-Sparajurij

Vincenzo Ostuni – Gilda Policastro – Lidia Riviello – Sara Ventroni

domenica 7 settembre

h 19

i Poeti der Trullo

poesie lette da

Alessandra Vanzi – Marco Solari

autori musicisti performers

Tommaso Ottonieri

Nanni Balestrini

Luigi Cinque

David Riondino

Areta Gambaro 

Taiyo Hist Yamanouchi

Alessandra Vanzi – Pasquale Innarella

h 20:30

Facebook Poetry

Laboratorio telematico di Poesia

a cura di Luigi Socci

Decine di Poeti in collegamento da tutta Italia (e non solo) daranno vita alla singolarissima sfida in rete della Facebook Poetry. Il pubblico presente (e a casa) potrà sia partecipare che votare il testo più riuscito.

 

 




PAROLE D’ITALIA PER SCENE DI FRANCIA. SELEZIONE TESTI.

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INVITO A PRESENTARE NUOVI TESTI

 

Parte ad ottobre 2014 la nuova edizione del progetto dedicato alla drammaturgia italiana contemporanea in Francia promossa dalla Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo.
L’iniziativa Parole d’Italia per scene di Francia, che prosegue l’esperienza delle cinque edizioni di Face à Face, viene realizzata in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura a Parigi e con i teatri e i Festival di alcune città della Francia che, ospitando le passate edizioni di Face à Face, hanno registrato un interesse sempre crescente da parte del pubblico, della critica e degli operatori.

 

Al fine di arricchire il panorama dei testi e degli autori da presentare ai teatri francesi, questa Direzione Generale invita a presentare nuove proposte di testi entro il 15 settembre 2014.
I testi dovranno essere inviati, in formato pdf, da un indirizzo di posta elettronica certificata al seguente indirizzo  mbac-dg-s.servizio3@mailcert.beniculturali.it, insieme ad un CV dell’autore, e dovranno rispondere ai seguenti criteri:

 

  • testi di autori viventi
  • testi prodotti o  comunque andati in scena in forma di presentazione pubblica negli ultimi tre anni
  • partecipazione al progetto Face à Face non più di due volte nell’arco di tre anni con una pausa di due anni tra un triennio e l’altro

 

Va inoltre indicato se il testo:

 

  • ha ottenuto premi o segnalazioni negli ultimi 4 anni
  • è già stato tradotto in lingua straniera

 

Il dossier delle proposte pervenute integrerà l’elenco di testi già individuati nell’ultima edizione del progetto Face à Face, ma non ancora presentati al pubblico francese. I Teatri francesi potranno quindi scegliere, a proprio insindacabile giudizio, le opere da presentare sotto forma di letture, mise en espace o allestimenti nel quadro della prossima edizione del progetto.
I Teatri francesi nell’ambito della propria programmazione inserita nel quadro del progetto “Parole d’Italia per scene di Francia” potranno comunque individuare altri testi e/o spettacoli da ospitare, sostenendone direttamente i relativi costi.

 

partner
actOral, Festival des arts et des ecritures contemporaines, Marsiglia La Comédie di Saint-Etienne,
Centre Dramatique National Le Théâtre, Scène Nationale de Saint-Nazaire Festival Ring / La Manufacture – Centre Dramatique National Nancy-Lorraine Théâtre National Populaire de Villeurbanne La Colline – Théâtre National / Paris Maison Antoine Vitez, centro internazionale della traduzione teatrale Fabulamundi. Playwriting Europe
Ficep, forum degli Istituti culturali stranieri di Parigi
Suona Italiano
Info

MIBAC Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Emanuela Morassi
email: emanuela.morassi@beniculturali.
tel. +39.066723.3451

link al sito

 




Apple e Google a caccia di programmatori tra i banchi delle medie

googledi Federico rampini da Repubblica:

Inventano “app” di successo e diventano milionari prima di aver superato la pubertà. Ecco perché i giganti del web corteggiano i giovanissimi.

Non è solo la generazione dei Baby boomer a sentirsi spaesata o inadeguata nella padronanza delle tecnologie, rispetto ai Millennial. Ora i ventenni sentono il fiato sul collo di una generazione più agguerrita di loro. I nuovi inventori corteggiati da Apple e Google stanno facendo ancora la scuola media. Le frontiere del reclutamento di cervelli nella Silicon Valley diventano sempre più precoci. Un esercito di dodicenni e tredicenni affollano le conferenze tecnologiche per presentare i propri brevetti, vincono competizioni internazionali, piazzano le loro app sugli smartphone.

Finiscono sul Wall Street Journal i campioni di questa nuova fascia di età, milionari prima di aver superato la pubertà. Il quotidiano economico intervista in prima pagina Grant Goodman, 14 anni, e già al suo terzo brevetto di successo. Quando Apple l’anno scorso decise che sui nuovi iPhone non ci sarebbe stato YouTube in dotazione, il ragazzino si tuffò sull’opportunità. Inventò Prodigus, una app che consente di guardare video sull’iPhone, senza la pubblicità imposta da YouTube. “Se cominci così presto – dice Goodman al Wall Street Journal – hai una lunghezza di vantaggio rispetto ai ventenni”. Lui ha già costituito una società, la Macster Software, per gestire la sua attività d’inventore. Sa mettere in competizione fra loro Apple e Google, cimentandosi con app per tutti i loro prodotti. Ne ha brevettata una che serve a vedere il livello di carica della batteria dell’occhiale Google Glass, un minuscolo indicatore luminoso. Ha anche inventato un videogame. Questa è stata l’estate del suo addio alla scuola media, da settembre entra al liceo.

Ci sono casi perfino più precoci. Quando a giugno Google ha organizzato a San Francisco la sua conferenza annua I/O, dedicata a tutti gli inventori che sviluppano nuovi software e app, ha dovuto prevedere un apposito “programma giovani” con 200 partecipanti. I più piccoli tra loro avevano 11 anni, e guai a guardarli dall’alto in basso: sottovalutarli può essere un errore micidiale. Per non essere meno competitiva dei rivali, nel reclutamento dei giovanissimi cervelli, Apple già nel 2012 cominciò ad abbassare l’età minima per essere ammessi alle sue conferenze di developer: dai 18 ai 13 anni. La metà delle borse di studio per partecipare gratis alle conferenze tecniche di Apple, riservate a veri professionisti, sono state vinte da minorenni.

La creatività di questi enfant prodige è ben remunerata. Google in un anno ha versato 5 miliardi di dollari agli inventori delle migliori app, mentre Apple addirittura il doppio: 10 miliardi. I ragazzini negano che il guadagno sia la molla che li spinge a rinunciare alle feste da ballo o al baseball per passare pomeriggi e sere a escogitare nuove invenzioni. La mamma di Grant, Becky Goodman, non accetta insinuazioni o processi alle intenzioni: “Non abbiamo investito emotivamente nella speranza che lui sia il prossimo Mark Zuckerberg. A noi interessa solo che sia felice”. E tuttavia…

A quell’età i compagni di classe possono essere crudeli verso i nerd, come vengono chiamati i secchioni troppo bravi in matematica e informatica. I B-movie di Hollywood con episodi di bullismo sono pieni di nerd umiliati da compagni più bravi nello sport o nel rimorchiare le ragazzine. Salvo ricredersi, quando arrivano a casa i primi assegni delle royalties? Nick D’Aloisio, che ha appena compiuto i 18 anni ma cominciò anche lui nella pre-adolescenza, l’anno scorso ha venduto a Yahoo per 30 milioni di dollari la sua app Summly, che offre una sintesi veloce delle principali notizie di attualità.

La giovane età comporta qualche limitazione legale, facilmente aggirabile. Per costituire una società bisogna essere maggiorenni, perciò alcuni di questi ragazzini intestano la propria azienda a genitori o nonni. Per definizione, i loro mestieri non conoscono frontiere: lo conferma la storia di Douglas Bumby (16 anni), la cui app JustGo! (cronometro per corridori) è già in vendita in tutti gli AppStore; Douglas che vive in Canada di recente si è trovato un partner agli antipodi, in Australia, il 17enne Jason Pan con cui hanno creato la società Apollo Research. E c’è il caso di Ahmed Fathi, un 15enne volato dall’Egitto alla Silicon Valley per partecipare alla conferenza degli inventori organizzata da Apple. Fathi ha imparato a programmare software e a creare app come autodidatta, seguendo un corso online su YouTube. Ha già inventato, brevettato e venduto ad Apple il suo Tweader, un’app che legge Twitter ad alta voce per chi sta guidando o pedalando in bicicletta.

Il filosofo francese Michel Serres, che insegna alla Stanford University in California, usa il personaggiodelle favole Petit Poucet, cioè Pollicino, per descrivere la generazione mutante dei “nativi digitali” i cui pollici prensili viaggiano alla velocità della luce sul display del telefonino. No country for old men, non è un mondo per vecchi, così hanno anche tradotto le teorie di Serres sul potenziale rivoluzionario di queste generazione. Ora anche i ventenni devono guardarsi alle spalle, incalzati da un’obsolescenza già in agguato.

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Makerspace, il loft del Pigneto dove i trentenni fanno gli artigiani

famocoseda Repubblica:

Si chiama “Famocose”, apre a metà settembre. Sul modello delle officine di mezza Europa.

Seghe elettriche, macchine da cucire, saldatrici, ma anche stampanti e scanner 3D, plotter e macchine a taglio laser, una camera oscura e una cabina di verniciatura. Sono alcuni degli strumenti degli “artigiani digitali”: designer, falegnami, sarti, fotografi, architetti, che dal 13 settembre si ritroveranno in una Bauhaus del Terzo Millennio nel cuore del Pigneto, in via Caltanissetta, a ridosso dell’area pedonale.

Qui al civico 26, in quella che un tempo era una tipografia, aprirà “Famo cose”, il primo makerspace romano, prendendo a modello spazi analoghi nelle capitali del mondo, come la Beta Haus di Berlino, che da cinque anni è la casa degli artigiani urbani, quei giovani professionisti che nelle affollate e care metropoli occidentali non hanno spazio e risorse per un laboratorio personale. “Famo cose” è un open space di 210 metri quadri in cui far confluire passioni e professionalità dei trentenni freschi di università, unendo le tecnologie all’avanguardia alla vocazione artigiana del Pigneto.

Così mentre in centro le botteghe storiche chiudono per lasciare spazio ai fast food la soluzione per i creativi di ieri e di oggi è il makerspace. “Sono il primo ad aver bisogno di un posto dove “fare cose”  –  racconta Luca Magarò, designer romano, 30 anni,  –  e a Roma mancava un punto dove riunire le idee e le professionalità, che andasse oltre il coworking e i fablab. Questa non è un’associazione o un centro sociale, ma un punto di servizi e formazione artigiana”.

“Famo cose” sarà aperto a tutti, dai bambini alle casalinghe, dagli studenti ai pensionati. Se di giorno (dalle 9 alle 18) sarà dedicato ai professionisti, che troveranno attrezzature e consulenza, anche per start up e gruppi di lavoro, la sera (dalle 18 alle 22) il makerspace aprirà le porte agli hobbisti. Chi non ha un luogo dove fare decoupage, dipingere o creare piccoli mobili, cucire abiti o realizzare gioielli, smanettare con l’elettronica, insieme alle idee e agli stimoli di altri creativi. E chi non sa da dove cominciare, potrà iscriversi a corsi di elettronica, falegnameria, design, moda: il sabato l’open space si trasformerà in un’aula con videoproiettore, per lezioni in cui gli attrezzi del mestiere sono parte integrante della formazione.

“Le persone devono uscire da qui con un oggetto realizzato da loro  –  spiegano i “makers” che sono diventati otto  –  anche se avremo una piccola sala relax, non ci sarà spazio per perditempo”. Fin dal nome, che è una provocazione al “faccio cose vedo gente” di Moretti, una dichiarazione di guerra a quello spirito “radical chic” che nell’immaginario urbano sembra essersi impossessato del Pigneto. Qui si viene a sporcarsi le mani. Di vernice e trucioli, con il seghetto in una mano e l’iPad nell’altra. Artigiani con passione, come nel simbolo di “Famo cose”: un bullone stilizzato a forma di cuore.

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IL CORVIALE DELLA POESIA: Rifkin, il festival della poesia e le stampanti 3 D

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Molti si saranno meravigliati del dossier appena pubblicato sulla stampanti 3 D chiedendosi che “c’azzeccano” col progetto di rigenerazione di Corviale. Ci facciamo aiutare da Jeremy Rifkin: “La tecnologia sta (…) creando un futuro migliore (…) una Super Internet, una rete (…) che consenta lo scambio (…) di oggetti, grazie alle stampanti 3 D, e  (…) di energia rinnovabile che tutti ormai possono produrre autonomamente”.

Alla domanda se sia un visionario risponde: “Vedo le cose ovvie che altri sottovalutano. Vedo le opportunità.”

Una volta si diceva che per fare le rivoluzioni ci vuole la poesia ora le utopie ci vengono spesso disegnate dagli scienziati, ma noi crediamo ancora che la poesia ci possa dare le parole e i sogni per il cambiamento.

Non per niente al Festival della Poesia a Corviale, il poetitaly dal 1 al 7 settembre alla Biblioteca Nicolini e alla Cavea, c’è – tra tanti altri – Nanni Balestrini l’autore di “Vogliamo tutto”.

Una grande stagione di cambiamenti ci aspetta se la sappiamo cogliere entrando nello spirito del tempo.

Spirito del tempo che possiamo cogliere se andiamo oltre le prime pagine dei giornali ed entriamo nel dettaglio di articoli che quasi sempre non leggiamo: solo alcuni titoli per identificare i temi che determineranno il futuro:

2025, quando l’energia sarà a costo zero (e fatta in casa)”

Cercasi piccoli geni Apple e Google a caccia tra i banchi delle scuole medie”

“Come apprendere a scuola (…) i segreti per costruire un programma”

Makerspace il loft del Pigneto dove i trentenni fanno gli artigiani

Se poi aggiungiamo che nel nuovo Decreto Legge sulla Casa è previsto “Se (…) comunità di cittadini (…) presentano un progetto di riqualificazione consistente nella pulizia (…) nella manutenzione ed abbellimento (…) anche mediante la collocazione di elementi di arredo urbano o la realizzazione di eventi (…) quei cittadini possono essere esonerati dal pagamento del (…) tributo (…)”.

Se si sa leggere tra le righe si vedono tutte le caratteristiche del nostro progetto di rigenerazione di Corviale in cui tutto si tiene dal Festival della Poesia allo sviluppo di una generazione di makers anche con l’uso delle stampanti 3 D, il tutto con lo l’utilizzo di progetti basati sui Fondi Europei di sviluppo.

Programma del Festival di Poesia di oggi:

Bibliote Nicolini

h.17,30

Introduzione e presentazione di Carla De Angelis

Omaggio a Maria Luisa Spaziani: letture di Maria Piazza e Michela Zanarella

(il pubblico potrò partecipare con un proprio omaggio poetico o con una testimonianza)

Interventi musicali di “Evi – Lillj – Maria”

La poesia classica: letture e interpretazioni a cura di Angelo Filippo Jannoni Sebastianini