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Il feticcio merce buca lo schermo

merceIl feticcio merce buca lo schermo e irrompe sulla scena della realtà fuoriuscendo dalla vetrina e intercettando gli sguardi e l’interesse dei passanti.

Questo dev’essere anche l’obiettivo di una notizia : bucare la palude, arrivare alla “gente”, colpire alla pancia per parlare alla testa e soprattutto per restare nella memoria perchè la memoria è una funzione estremamente selettiva.

Ricordiamoci sempre della Lilly Gruber al tg che si metteva di “squincio” per bucare così come aveva cominciato a fare una famosa anchorwoman americana.




Programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020: approvazione della proposta di accordo di partenariato.

 ueCOMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
DELIBERA 18 aprile 2014 

Programmazione  dei  Fondi  strutturali  e  di  investimento  europei
2014-2020: approvazione della proposta di  accordo  di  partenariato.
(Delibera n. 18/2014). (14A06886)

(GU n.209 del 9-9-2014)

 

                    IL COMITATO INTERMINISTERIALE 
                   PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA 

  Visto il Regolamento (UE) n. 1311/2013 del Consiglio europeo del  2
dicembre 2013 concernente il quadro finanziario  pluriennale  per  il
periodo 2014-2020; 
  Visto il  Regolamento  (UE)  n.  1303/2013  del  Parlamento  e  del
Consiglio europeo del 17 dicembre 2013, recante  disposizioni  comuni
sul Fondo europeo di sviluppo regionale  (FESR),  sul  Fondo  sociale
europeo (FSE) , sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per
lo sviluppo rurale  (FEASR)  e  sul  Fondo  europeo  per  gli  affari
marittimi e la  pesca  (FEAMP)  e  disposizioni  generali  sul  Fondo
europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul  Fondo
di coesione, che abroga altresi' il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del
Consiglio e visti in particolare gli articoli  14  e  successivi  che
prevedono l'adozione, da parte degli Stati  membri,  dell'Accordo  di
Partenariato quale strumento di programmazione  dei  suddetti  Fondi,
stabilendone i relativi contenuti; 
  Visto il Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del  17  dicembre  2013,  relativo  al  Fondo  europeo  di
sviluppo regionale (FESR) e  a  disposizioni  specifiche  concernenti
l'obiettivo «Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione»
e che abroga il Regolamento (CE) n. 1080/2006; 
  Visto il Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo  e
che abroga il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio; 
  Visto  il  Regolamento  di  esecuzione  (UE)  n.   288/2014   della
Commissione europea  del  25  febbraio  2014,  recante  modalita'  di
applicazione  del  richiamato  Regolamento  (UE)  n.  1303/2013   del
Parlamento europeo e del Consiglio, concernente  il  modello  per  la
redazione dei Programmi operativi; 
  Viste le conclusioni del Consiglio europeo  EUCO  13/10  CO  EUR  9
CONCL 2 del 17 giugno 2010 concernenti  l'adozione  della  «Strategia
Europa  2020  per  la  crescita  sostenibile  e  l'occupazione»,  che
individua i cinque  obiettivi  (occupazione,  istruzione,  ricerca  e
innovazione, inclusione sociale e riduzione della poverta', clima  ed
energia) e le sette  iniziative  prioritarie  (innovazione,  economia
digitale, occupazione, giovani, politica industriale, poverta' e  uso
efficiente delle risorse) da realizzare entro la fine del decennio; 
  Vista  la  raccomandazione  specifica  Paese  2013/C   217/11   del
Consiglio europeo del 9  luglio  2013,  sul  Programma  nazionale  di
riforma 2013 (PNR) dell'Italia e che formula un parere sul  Programma
di stabilita' dell'Italia 2012-2017; 
  Visto il documento «Position Paper» dei servizi  della  Commissione
sulla preparazione dell'«Accordo di partenariato e dei  programmi  in
Italia per il periodo 2014-2020»  Rif.  Ares  (2012)  1326063  del  9
novembre 2012 che ha declinato, per l'Italia, gli obiettivi  tematici
e le priorita' di finanziamento necessarie per superare le criticita'
individuate nell'analisi di contesto; 
  Vista la legge 16 aprile 1987, n. 183, che, agli articoli  2  e  3,
specifica le competenze del  CIPE  in  tema  di  coordinamento  delle
politiche comunitarie, demandando, tra l'altro, al  Comitato  stesso,
nell'ambito degli indirizzi fissati dal Governo, l'elaborazione degli
indirizzi  generali  da  adottare  per  l'azione  italiana  in   sede
comunitaria   per   il   coordinamento   delle    iniziative    delle
amministrazioni a essa interessate e l'adozione di direttive generali
per il proficuo utilizzo dei flussi finanziari, sia  comunitari,  sia
nazionali; 
  Visti inoltre gli articoli 5 e seguenti  della  predetta  legge  n.
183/1987 che istituiscono il Fondo di  rotazione  e  disciplinano  le
relative erogazioni e l'informazione finanziaria; 
  Visto l'art. 1, comma 2, della legge 17 luglio  2006,  n.  233,  di
conversione del decreto-legge 8 maggio 2006, n. 181, che  trasferisce
al  Ministero  dello  sviluppo  economico  il  Dipartimento  per   le
politiche di sviluppo e di  coesione  (DPS)  e  le  funzioni  di  cui
all'art. 24, comma 1, lettera c) del decreto  legislativo  30  luglio
1999, n. 300, in materia di programmazione economica  e  finanziaria,
coordinamento e verifica degli interventi per lo  sviluppo  economico
territoriale e settoriale e delle politiche di coesione; 
  Visto l'art. 7, commi 26 e 27, del decreto-legge 31 maggio 2010, n.
78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n.  122,
che attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri le  funzioni
di cui al richiamato art.  24,  comma  1,  lettera  c),  del  decreto
legislativo n. 300/1999, ivi inclusa la gestione  del  Fondo  per  le
aree sottoutilizzate (ora Fondo per lo sviluppo e la coesione), fatta
eccezione per le funzioni di programmazione economica  e  finanziaria
non ricomprese nelle politiche di sviluppo e coesione; 
  Vista la legge 7 aprile 2011, n. 39 recante modifiche alla legge 31
dicembre 2009, n. 196 in materia di contabilita' e finanza  pubblica,
in conseguenza alle nuove  regole  adottate  dall'Unione  europea  in
materia di  coordinamento  delle  politiche  economiche  degli  Stati
membri; 
  Visto il decreto legislativo 31 maggio  2011,  n.  88,  emanato  in
attuazione dell'art. 16 della legge 5 maggio  2009,  n.  42,  recante
disposizioni in materia di risorse aggiuntive e  interventi  speciali
per la rimozione di squilibri economici  e  sociali,  organizzati  in
piani organici finanziati con  risorse  pluriennali  vincolate  nella
destinazione; 
  Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri  del  27
maggio 2013, con il quale il Ministro per  la  coesione  territoriale
viene delegato, tra l'altro,  all'esercizio  delle  funzioni  di  cui
all'art. 7, commi 26,  27  e  28,  del  richiamato  decreto-legge  n.
78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010 e visto
in particolare l'art. 1, comma 3, dello stesso decreto del Presidente
del  Consiglio  dei  ministri  il  quale   prevede   che,   ai   fini
dell'esercizio delle predette funzioni, il Ministro per  la  coesione
territoriale si  avvalga  del  Dipartimento  per  lo  sviluppo  e  la
coesione economica del Ministero dello sviluppo economico; 
  Visto il decreto-legge 31  agosto  2013,  n.  101,  convertito  con
modificazioni  nella  legge  30  ottobre  2013,   n.   125,   recante
disposizioni  urgenti  per   il   perseguimento   di   obiettivi   di
razionalizzazione  nelle  pubbliche  amministrazioni   e   visto   in
particolare l'art. 10, comma 1, dello stesso decreto legge,  che,  al
fine di assicurare il perseguimento delle finalita' di  cui  all'art.
119, quinto  comma,  della  Costituzione  e  rafforzare  l'azione  di
programmazione, coordinamento, sorveglianza e sostegno della politica
di coesione, prevede tra l'altro l'istituzione  dell'Agenzia  per  la
coesione territoriale, da sottoporre alla  vigilanza  del  Presidente
del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato; 
  Considerato  altresi'  che  l'art.  10,   comma   5,   del   citato
decreto-legge n. 101/2013 prevede che con decreto del Presidente  del
Consiglio dei ministri  -  su  proposta  del  Ministro  delegato,  di
concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo
economico e per la pubblica amministrazione - siano  trasferite  alla
Presidenza del Consiglio dei ministri e all'Agenzia, sulla base delle
funzioni rispettivamente attribuite, le  risorse  umane,  nonche'  le
risorse finanziarie e strumentali del Dipartimento per lo sviluppo  e
la coesione economica (DPS) del Ministero dello  sviluppo  economico,
ad  eccezione  di  quelle  afferenti  alla  Direzione  generale   per
l'incentivazione delle attivita' imprenditoriali; 
  Vista la legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge  di  stabilita'  per
l'anno 2014), recante disposizioni per  la  formazione  del  bilancio
annuale e pluriennale dello Stato; 
  Visto in particolare l'art. 1, comma 240, della richiamata legge n.
147/2013 il quale stabilisce che, alla copertura degli oneri relativi
alla  quota  di  cofinanziamento  nazionale  pubblica  relativa  agli
interventi  cofinanziati  dall'Unione  europea  per  il  periodo   di
programmazione 2014-2020 a valere sulle risorse dei Fondi strutturali
e di investimento europei, concorre il Fondo di rotazione di cui alla
richiamata legge 16 aprile 1987, n. 183, nella misura massima del  70
per cento degli importi previsti nei  piani  finanziari  dei  singoli
programmi regionali, mentre la restante quota del 30 per cento  e'  a
carico dei bilanci delle regioni e delle province  autonome,  nonche'
degli eventuali altri organismi pubblici partecipanti ai programmi  e
visto altresi' il successivo comma 241 del medesimo art. 1  il  quale
prevede che il detto Fondo di rotazione  concorra  integralmente  per
gli interventi a titolarita'  delle  amministrazioni  centrali  dello
Stato; 
  Considerato che lo schema di Accordo di partenariato  corredato  di
una relazione che illustra le scelte  strategiche  da  perseguire  e'
stato trasmesso alle Camere, ai sensi del comma  246  del  richiamato
art. 1 della legge n. 147/2013, per l'espressione del parere da parte
delle Commissioni parlamentari competenti  per  materia  nel  termine
previsto dalla norma; 
  Considerato che il documento di  economia  e  finanza  (DEF)  2013,
approvato dal  Consiglio  dei  ministri  il  10  aprile  2013  e  dal
Parlamento il  7  maggio  2013  e  successiva  integrazione,  in  una
prospettiva di medio-lungo termine, traccia gli  impegni  di  finanza
pubblica e gli indirizzi delle politiche pubbliche nel  rispetto  del
Patto di stabilita' e crescita europeo  per  il  conseguimento  degli
obiettivi di  crescita  intelligente,  sostenibile  e  solidale  come
definiti nella Strategia «Europa 2020»; 
  Considerato che il Ministro per la coesione territoriale,  d'intesa
con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche
agricole,  alimentari  e  forestali,  ha  predisposto  un   documento
concernente «Metodi  e  obiettivi  per  un  uso  efficace  dei  Fondi
comunitari 2014-2020», reso oggetto di informativa nella  seduta  del
Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2012; 
  Tenuto conto di  quanto  previsto  dal  «Quadro  strategico  comune
2014-2020: proposta di percorso di programmazione» della politica  di
coesione  per  il  settennio  2014-2020,  definito  a  partire  dalle
risultanze  del   negoziato   istituzionale   comunitario   e   dagli
orientamenti assunti in  sede  nazionale  recependo  le  osservazioni
della Conferenza Stato-regioni trasmesse  con  nota  del  25  gennaio
2013, nonche' le risultanze del confronto  sul  documento  «Metodi  e
obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020»; 
  Considerato che, con la nota del Ministro per la coesione n. 1436 P
del 19 dicembre 2013 inviata al  Presidente  della  Conferenza  delle
regioni  e  delle  province  autonome,  si  da'   atto   dell'accordo
intervenuto tra le regioni piu' sviluppate sul riparto delle  risorse
a valere sui Fondi Strutturali (FESR e FSE); 
  Considerato che, nella seduta della Conferenza Stato-regioni del 16
gennaio 2014, e' stata  raggiunta  l'intesa  sul  riparto  dei  fondi
relativi allo sviluppo rurale (FEASR); 
  Considerato  che,  nella  nota  della  Direzione  generale  per  la
politica regionale e urbana della CE Rif. Ares (2013) 3779289 del  20
dicembre  2013  e  in  particolare  nelle   tavole   allegate,   sono
individuate  le  allocazioni  finanziarie   nell'ambito   dei   Fondi
strutturali e di investimento europei tra  le  categorie  di  regioni
secondo  la  classificazione  prevista  all'art.  90  del  richiamato
Regolamento generale (UE) n. 1303/2013; 
  Considerato che con la nota della  Commissione  europea,  Direzione
generale della politica regionale urbana, Ref. Ares (2014) 969811 del
28 marzo 2014, concernente i Piani  di  rafforzamento  amministrativo
nell'ambito della programmazione  per  il  periodo  2014-2020,  viene
chiesta  la  definizione,  nell'Accordo  di  partenariato,   di   una
procedura di  verifica  delle  competenze  e  delle  capacita'  delle
autorita' di gestione e degli organismi intermedi; 
  Considerato che l'Accordo di  partenariato  recepisce  gli  impegni
assunti dalle parti intervenute a livello nazionale e  regionale  nel
percorso di dialogo avviato nel dicembre 2012  con  la  presentazione
del documento «Metodi ed obiettivi per  un  uso  efficace  dei  fondi
comunitari 2014-2020» e con riferimento  al  «Position  Paper»  della
Commissione europea che ha declinato per l'Italia le  aree  tematiche
su cui intervenire; 
  Considerato che il detto Accordo individua un  approccio  integrato
allo sviluppo territoriale da sostenere attraverso l'impiego di tutti
i Fondi strutturali  e  di  investimento  europei  (Fondi  SIE),  per
concorrere  agli  obiettivi  della  Strategia  Europa  2020  per  una
crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, secondo gli indirizzi
definiti nel Programma nazionale di riforma 2013 tenendo conto  delle
relative raccomandazioni specifiche formulate dal Consiglio europeo; 
  Considerato che  l'Accordo  prevede  una  significativa  azione  di
rafforzamento delle strutture amministrative e tecniche  responsabili
per il coordinamento, l'attuazione, il monitoraggio e la  valutazione
dei programmi quale pre-requisito per l'efficace impiego dei fondi; 
  Tenuto conto dell'esame dell'argomento svolto ai sensi del  vigente
regolamento di questo Comitato (art. 3 della delibera 30 aprile 2012,
n. 62) sulla base della documentazione trasmessa per le vie brevi dal
DPS al Dipartimento per la programmazione e  il  coordinamento  della
politica economica (DIPE) in data 8 aprile  2014  e  da  quest'ultimo
diramata a tutte le amministrazioni interessate; 
  Vista l'intesa sancita in sede di Conferenza unificata il 16 aprile
2014, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge n.  131/2003,  sulla
proposta di Accordo di partenariato, con le richieste delle regioni e
delle province autonome, dell'ANCI e dell'UPI di cui alle premesse  e
agli allegati della medesima intesa; 
  Visto il testo finale della proposta di  Accordo  di  partenariato,
acquisito agli atti della odierna seduta, al quale  sono  allegati  i
documenti  concernenti  i  risultati   attesi   e   le   azioni,   le
condizionalita' ex ante, gli  elementi  salienti  della  proposta  di
SI.GE.CO 2014-2020  e  la  tabella  di  correlazione  tra  le  azioni
previste dall'Accordo e quelle  previste  dalle  Strategie  EUSAIR  e
EUSALP; 
  Vista la odierna nota n.  1874-P,  predisposta  congiuntamente  dal
Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della  politica
economica della Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero
dell'economia e  delle  finanze,  contenente  le  osservazioni  e  le
prescrizioni da recepire nella presente delibera; 
  Udita  l'illustrazione  della  proposta  svolta   in   seduta   dal
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei  ministri,
Segretario del Consiglio dei ministri; 

                              Delibera: 

  1. E' approvata la proposta di Accordo di partenariato - di cui  al
Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento e del Consiglio  europeo
del 17 dicembre 2013 - nel testo acquisito agli  atti  della  odierna
seduta di questo Comitato concernente  la  programmazione  dei  Fondi
strutturali e di investimento europei  (Fondi  SIE)  per  il  periodo
2014-2020. 
  Il Sottosegretario di  Stato  alla  Presidenza  del  Consiglio  dei
ministri, Segretario del Consiglio dei  ministri,  e'  autorizzato  a
trasmettere alla Commissione europea, entro il termine del 22  aprile
2014 previsto dal citato Regolamento n. 1303/2013, il detto documento
per l'avvio del negoziato formale. 
  2. L'Accordo di partenariato, dopo  la  conclusione  del  negoziato
formale e l'approvazione da parte della  Commissione  europea,  sara'
sottoposto all'esame di questo Comitato per la relativa presa d'atto. 
  3. I contenuti salienti dell'Accordo  di  partenariato  all'odierno
esame di questo Comitato sono indicati nei punti seguenti. 
  3.1 L'Accordo di partenariato stabilisce la  strategia  di  impiego
dei Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi  SIE)  per  il
periodo  di  programmazione  2014-2020  indicando  le  priorita'   di
investimento declinate nei seguenti undici  obiettivi  tematici  (OT)
previsti dal richiamato Regolamento (UE) di  disposizioni  comuni  n.
1303/2013: 
  OT1:   rafforzare   la   ricerca,   lo   sviluppo   tecnologico   e
l'innovazione; 
  OT2: migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, nonche' l'impiego e la qualita' delle medesime; 
  OT3: promuovere la competitivita' delle piccole e medie imprese, il
settore agricolo e il settore della pesca e dell'acquacultura; 
  OT4: sostenere la transizione verso un'economia a  basse  emissioni
di carbonio in tutti i settori; 
  OT5:  promuovere  l'adattamento  al   cambiamento   climatico,   la
prevenzione e la gestione dei rischi; 
  OT6:  tutelare  l'ambiente  e  promuovere  l'uso  efficiente  delle
risorse; 
  OT7: promuovere sistemi di trasporto sostenibili  ed  eliminare  le
strozzature nelle principali infrastrutture di rete; 
  OT8: promuovere l'occupazione sostenibile e di qualita' e sostenere
la mobilita' dei lavoratori; 
  OT9: promuovere l'inclusione sociale, combattere la poverta' e ogni
forma di discriminazione; 
  OT10:   investire   nell'istruzione,   formazione   e    formazione
professionale, per le competenze e l'apprendimento permanente; 
  OT11: rafforzare la capacita'  delle  amministrazioni  pubbliche  e
degli   stakeholders   e   promuovere   un'Amministrazione   pubblica
efficiente. 
  3.2 Nell'Accordo sono indicati, per ciascun obiettivo  tematico,  i
risultati attesi, il quadro motivazionale  delle  priorita'  e  delle
azioni  correlate  e  i  metodi  di  intervento,  sulla  base   degli
orientamenti individuati nell'ambito  del  Quadro  strategico  comune
richiamato in premessa. 
  4. La proposta di Accordo di partenariato prevede una  ripartizione
indicativa,  tra  gli  11  obiettivi  tematici,  delle   risorse   UE
complessivamente assegnate all'Italia  per  il  periodo  2014-2020  a
valere sui Fondi strutturali e di investimento europei  FESR,  FSE  e
FEASR,  nonche'  sul  FEAMP  per   il   quale   si   e'   in   attesa
dell'approvazione del relativo regolamento comunitario anche ai  fini
della definitiva quantificazione delle relative risorse. 
  4.1 L'importo complessivo  di  tali  risorse  a  valere  sui  Fondi
strutturali e di investimento europei FESR, FSE e FEASR, al netto del
FEAMP, e' pari a 41.548,4 milioni di euro per il periodo 2014-2020. 
  4.2 L'allocazione prevista  a  favore  di  ogni  singolo  obiettivo
tematico a valere  su  ciascun  Fondo  e'  indicata  nella  tavola  1
allegata, che costituisce parte integrante della presente delibera. 
  4.3 Nelle tavole 2, 3 e 4 allegate alla presente delibera,  di  cui
costituiscono parte integrante,  viene  dettagliata  la  ripartizione
gia' disponibile del FESR e del  FSE,  pari  a  complessivi  31.118,7
milioni di euro, articolata per obiettivo tematico rispettivamente  a
favore delle regioni piu' sviluppate, delle regioni in transizione  e
delle regioni meno sviluppate. 
  5. L'entita' del cofinanziamento  nazionale  a  favore  di  ciascun
Programma operativo, da porre a carico del Fondo di rotazione di  cui
agli articoli 5 e seguenti della richiamata legge n. 183/1987,  sara'
stabilito in occasione della definizione dei Programmi operativi, nel
rispetto di quanto previsto dal richiamato 1, commi 240 e successivi,
della legge n. 147/2013. 
  6. L'Accordo di partenariato prevede la realizzazione dei Programmi
nazionali/multiregionali da finanziare a carico del FESR  e  del  FSE
indicati nella allegata tabella 5, che costituisce  parte  integrante
della presente delibera, articolati  per  obiettivo  tematico  e  per
categorie di regioni. 
  7. L'Accordo prevede altresi' la  realizzazione  di  due  Programmi
nazionali, da finanziare a carico  del  FEASR  concernenti  la  «Rete
rurale nazionale» e  la  «Gestione  del  rischio,  le  infrastrutture
irrigue e la biodiversita' animale» e di un  Programma  nazionale  da
finanziare a valere sulle risorse del FEAMP. 
  8. L'Accordo prevede infine la realizzazione, in tutte le regioni e
province autonome, di Programmi regionali da finanziare a valere  sul
FESR e sul FSE e di Programmi di sviluppo rurale (PSR) a valere sulle
risorse del FEASR. 
  9. Nelle successive fasi di negoziazione formale con la Commissione
europea e di attuazione dell'Accordo di partenariato si dovra' tenere
conto delle  seguenti  esigenze  emerse  nel  corso  dell'istruttoria
svolta nell'ambito delle riunioni preparatorie di questo Comitato: 
  recepimento delle puntualizzazioni e/o integrazioni  relative  alla
definizione di alcuni degli obiettivi tematici; 
  coerenza  e  integrazione  tra   i   Programmi   operativi   e   le
programmazioni/strategie nazionali di settore, fra cui in particolare
la  «Strategia  nazionale  di  specializzazione   intelligente»   con
riferimento al settore della ricerca; 
  recepimento, nella fase di predisposizione dei  singoli  Programmi,
delle indicazioni volte a garantire  la  efficace  realizzazione  dei
Programmi stessi, nel rispetto del principio della proficua  gestione
delle risorse; 
  coinvolgimento del Ministero  dell'ambiente  nelle  fasi  attuative
dell'Accordo, a presidio delle politiche ambientali; 
  individuazione di  adeguate  soluzioni  per  garantire  correntezza
nella spesa delle risorse di cofinanziamento nazionale; 
  adozione e realizzazione, da parte delle  Amministrazioni  titolari
dei Programmi operativi, di «Piani di  rafforzamento  amministrativo»
(PRA)   comprendenti   le    misure    (normative,    amministrative,
organizzative  e  relativi  cronoprogrammi  di  attuazione)  volte  a
garantire una gestione efficiente degli stessi Programmi, nonche'  la
qualita' della regolazione, la semplificazione e la  riduzione  degli
oneri regolatori. 
  10. Nella successiva fase di programmazione delle risorse del Fondo
per lo sviluppo e la coesione (FSC) per il  periodo  2014-2020,  alla
luce di quanto altresi' emerso nel corso della richiamata istruttoria
svolta nell'ambito delle riunioni preparatorie di questo Comitato, si
dovra' tenere conto: 
    dell'esigenza di riequilibrare il finanziamento  a  favore  delle
regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna); 
    dell'esigenza di assicurare integrazione e  complementarieta'  di
strategie  e  obiettivi,  rispetto  alla  programmazione  comunitaria
2014-2020, con specifico riferimento al rafforzamento  di  azioni  di
interesse nazionale in materia  ambientale  (dissesto  idrogeologico,
bonifiche e infrastrutture idriche e ambientali strategiche). 
    Roma, 18 aprile 2014 

                                                        Il Presidente 
                                                            Renzi     

Il segretario del CIPE 
        Martina 

Registrato alla Corte dei conti il 1° settembre 2014 
Ufficio controllo atti Ministero economia e finanze Reg.ne  Prev.  n.
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Gli architetti scrivono a Renzi

periferia da Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

“Rimettere mano alle città, a partire dalle sue periferie, non solo risponde all’ esigenza
dei cittadini che vorrebbero vivere in luoghi sicuri, sani e più belli, ma crea anche le condizioni per riavviare il commercio, promuovere le iniziative imprenditoriali, valorizzare i beni culturali, richiamare gli investimenti.
(…)
Lo Sblocca Italia poteva e doveva porre le basi per far ripartire l’economia lanciando un progetto di Riuso delle città, con adeguati investimenti e norme adatte; mettendo a sistema, ed al servizio del progetto, le politiche importanti già varate o annunciate sul consumo del suolo, sui consumi energetici e la sicurezza degli edifici, sulle periferie, sulle scuole e gli asili nido, sui beni demaniali, sull’urbanistica e sui lavori pubblici, sulla tutela dei beni culturali.
(…)
· Un programma nazionale di rigenerazione urbana sostenibile, da cui dedurre azioni, investimenti e norme, con una regia unica;
· Lo spostamento di parte delle risorse disponibili dalle grandi infrastrutture alle città, essendo dimostrato (a differenza di ferrovie e autostrade) che ogni euro di denaro pubblico investito nelle città ne attrae 4 dal mercato privato: in un quartiere rigenerato torna la vita, i negozi, i giovani imprenditori, la cultura, la ricerca;
· Norme edilizie chiare e prestazionali, condivise su tutto il territorio nazionale, che favoriscano la qualità dell’abitare invece della buro-edilizia fonte, tra l’altro, di corruzione e abusivismo (…)”

 lettera degli architetti a Renzi




Via libera al Collegato Ambiente. “Nasce la prima legge italiana per la green economy”

green-economy-150x150da casaeclima.com

Fondo di investimento da 1 miliardo per la green economy, nuove regole sul fine vita degli impianti fotovoltaici, stretta sull’abusivismo edilizio, fracking vietato su tutto il territorio nazionale.

Via libera dalla VIII commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera al disegno di legge – collegato alla legge di stabilità 2014 – recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.

“Con la conclusione dell’esame in commissione, oggi di fatto nasce la prima legge italiana per la green economy. Abbiamo lavorato intensamente sia con il governo che con le forze politiche di maggioranza e di opposizione e il risultato consente di consegnare all’esame dell’Aula un testo innovativo e interessante, che allinea l’Italia tra i paesi di testa dello sviluppo sostenibile”. Lo ha dichiarato Enrico Borghi, capogruppo del Pd in commissione Ambiente e co-relatore del provvedimento insieme ad Alessandro Bratti (Pd).

FONDO DI INVESTIMENTO DA 1 MILIARDO PER LA GREEN ECONOMY. Tra le novità introdotte, un emendamento dei relatori approvato dalla VIII commissione prevede la creazione di un Fondo italiano investimenti Green Communities, finanziato per 1 miliardo di euro di cui almeno il 51% garantito dalla Cassa depositi e prestiti, almeno il 20% dal ministero dell’Economia e delle Finanze – sulla base delle risorse della programmazione Ue 2014/2020 – e il resto allocato sul mercato. Il Fondo è istituito dal Mef attraverso la Cdp.

PIANO PER LA QUALIFICAZIONE AMBIENTALE DEI PRODOTTI DEI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI. La commissione ha approvato anche un emendamento (Chiara Braga del Pd prima firmataria) che prevede un Piano per la qualificazione ambientale dei prodotti dei sistemi produttivi locali, i distretti industriali e le filiere che caratterizzano il sistema produttivo nazionale, con l’obiettivo di definire le azioni e le indicazioni tecniche ed operative volte a migliorare le capacità competitive delle imprese per rispondere alla crescente domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori finali e dei clienti intermedi di molti settori produttivi.

Tra le finalità delle azioni previste dal Piano quella di promuovere, con la collaborazione dei soggetti interessati, l’adozione di tecnologie e disciplinari di produzione innovativi, in grado di garantire il miglioramento prestazionale dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che i prodotti hanno durante il loro ciclo di vita.

Il Piano sarà adottato con decreto del ministro dell’Ambiente di concerto con il ministro dello Sviluppo economico, sentiti i ministri dell’Economia e delle finanze e delle Politiche agricole e forestali, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge.

IMPIANTI FOTOVOLTAICI, NUOVE REGOLE SUL FINE VITA. Un altro emendamento presentato dai relatori prevede nuove regole sul fine vita degli impianti fotovoltaici. Per i pannelli fotovoltaici immessi a consumo successivamente all’entrata in vigore del presente decreto, sia come comparto domestico che professionale, al fine di una corretta gestione del loro fine vita, i sistemi individuali e collettivi, per ciascun nuovo modulo immesso a consumo, adottano un sistema di garanzia finanziaria ed un sistema di geo-localizzazione.

Il sistema di garanzia finanziaria e il sistema di geo-localizzazione dovranno rispondere alle tipologie individuate dal Gse nel Disciplinare Tecnico del dicembre 2012 in attuazione delle Regole applicative per il riconoscimento delle tariffe incentivanti.

Nel Collegato ambientale “vi sono misure interessanti e del tutto inedite”, sottolinea il co-relatore Borghi. “Penso al divieto di fracking che diventa legge per la prima volta, o alla delega al governo per il pagamento dei sistemi ecosistemici e ambientali. Oppure alle logiche incentivanti per la premialità della raccolta differenziata che sostengono i comuni virtuosi e gli consentendo di diminuire le tasse ai cittadini. Oppure, ancora, l’avvio di iniziative sperimentali come il vuoto a perdere negli esercizi pubblici, per diminuire l’uso della plastica, o delle aree “oil free zone” nelle quali incentivare l’autosufficienza energetica senza uso di fonti fossili. Di rilievo anche gli incentivi per gli appalti verdi e per l’utilizzo dei materiali derivanti da riciclo e riuso nelle pubbliche amministrazioni, nonché le misure sulla riorganizzazione delle autorità di bacino e l’avvio della strategia nazionale per le green communities”.

Secondo Borghi si tratta di un provvedimento “organico e adeguato, in grado anche di innescare la nascita di nuove filiere produttive nel campo della sostenibilità e della tutela ambientale, che ora speriamo possa passare rapidamente all’esame dell’Aula anche in forza del positivo clima di collaborazione tra le forze politiche riscontrato in sede di comitato ristretto e di commissione”.

IMBALLAGGI. La commissione ha tra l’altro approvato sette articoli fortemente sostenuti dal Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda gli imballaggi, entro sei mesi il governo dovrà predisporre la sperimentazione per il vuoto a rendere per il vetro (acque minerali e birra) negli esercizi commerciali pubblici.

VALUTAZIONE DI IMPATTO SANITARIA PER I NUOVI IMPIANTI. Per i nuovi impianti viene introdotta la Valutazione di impatto sanitaria, con la previsione anche dell’analisi dell’impatto sulla salute dei cittadini per ogni nuova autorizzazione richiesta. La salute avrà diritto di cittadinanza nella progettazione di ogni nuova opera.

STRETTA SULL’ABUSIVISMO EDILIZIO. Giro di vite sull’abusivismo edilizio: le amministrazioni dovranno pretendere il pagamento delle sanzioni in caso di abusi, e, in caso di inadempienza saranno gli stessi amministratori ad assumersene le responsabilità, anche con decurtazioni degli stipendi.

FRACKING VIETATO SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE. Vietato, ufficialmente e per legge, il fracking su tutto il territorio nazionale. L’azienda che dovesse averlo praticato dovrà rendicontare le proprie azioni – ed eventuali conseguenze – al Governo.

NUOVE REGOLE PER I REFLUI OLEARI. I rifiuti oleosi potranno essere sversati nell’impianto fognario solo dopo trattamento e solo se le olive in questione hanno provenienza regionale.

INCENERITORI. Stralciata la norma per cui se un inceneritore non ha più rifiuti poteva riceverne da fuori regione. Stop, quindi, ai viaggi di rifiuti urbani sul territorio italiano.

CASE MOBILI, NECESSARIA L’AUTORIZZAZIONE NEI LUOGHI DI PREGIO E TURISTICI. Nuova stretta, infine, per le case mobili, che spesso diventavano veri e propri villaggi non autorizzati: in luoghi di pregio e turistici avranno bisogno anch’esse di autorizzazione.

“Grazie a un lavoro intenso portato avanti insieme a tutti i gruppi politici e durante il quale il ministro Galletti è stato sempre presente, il Collegato Ambientale esce dalla Commissione Ambiente molto cambiato e rafforzato”, sottolinea Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

APPALTI VERDI E RILANCIO DEI PROGRAMMI DI INVESTIMENTO PER LA MANUTENZIONE E LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE. “Dal Collegato – spiega Realacci – è stata eliminata qualsiasi ipotesi di riduzione degli obiettivi di raccolta differenziata e sono state rafforzate invece le misure per il recupero e il riciclo delle materie prime seconde, per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti e molte altre disposizioni come quelle in sostegno della mobilità sostenibile. Vengono inoltre introdotti un fondo di investimento per la green economy e agevolazioni sulle tasse sui rifiuti per i comuni virtuosi. Tra i molti temi su cui interviene il Collegato anche gli appalti verdi e il rilancio dei programmi di investimento per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Tutte norme – conclude Realacci – che possono indirizzare l’economia e la società italiane verso soluzioni in cui l’ambiente e la green economy sono chiavi per lo sviluppo”.

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IL CORVIALE DELLA POESIA: le immagini

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Tutto casa e robot in 600 invenzioni: il futuro possibile secondo i giovani

Dal 27 settembre al 5 ottobre, al Parco della Musica, la seconda edizione della Maker Faire Rome. Tra i nuovi oggetti anche Fonie, il phon per farsi dei selfie mentre ci si asciuga i capelli

Il futuro? Sarà a Roma, per una settimana, dal 27 settembre al 5 ottobre, per la seconda edizione della Maker Faire Rome, ovvero, come dicono gli organizzatori, “la celebrazione del futuro possibile”, quello realizzato già oggi dai “makers”, giovani di ogni angolo del mondo che, in barba alla crisi, al pessimismo, all’oscurità che avanza, provano a immaginare il futuro, usando tutte le nuove tecnologie che hanno a disposizione per dar vita a invenzioni che potrebbero, possono, cambiare la nostra vita in meglio.
Al Parco della Musica, per dieci giorni prenderà vita un villaggio di 70 mila metri quadrati, nel quale verranno presentate circa 600 invenzioni da tutto il mondo mentre nelle sale si alterneranno conferenze e seminari con centinaia di speaker. Il tutto, nel weekend che precede l’Innovation Week, sarà aperto da un’anteprima al Maxxi, con un hackaton, ovvero una maratona di trecento sviluppatori chiamati a cimentarsi sul futuro della casa.

Ad avere il posto d’onore nella grande manifestazione romana saranno, come è giusto, i giovani makers italiani, non solo attraverso le loro invenzioni, i progetti, le idee che verranno presentate nella manifestazione. Ma anche, a 50 anni dall’invenzione del primo personal computer della storia, la Programma 101 di Olivetti, la Fondazione Make in Italy in collaborazione con il Miur chiederà ai giovani delle scuole di inventare una nuova P101. E ancora: gli studenti saranno protagonisti assoluti anche nel secondo giorno di Maker Faire, il 3 ottobre, quando sul palco e in platea tutti, speaker e pubblico, saranno rigorosamente under 20.

La Maker Faire sarà una festa a misura di famiglie con bambini, ma, tengono a sottolineare gli organizzatori, “con un forte messaggio politico. L’innovazione raccontata dall’Innovation Week e Maker Faire è un’innovazione che nasce dalla voglia di sperimentare e di condividere. È un’innovazione che riconosce il valore della ricerca scientifica senza dimenticare che, senza la voglia di sporcarsi le mani, è difficile vedere risultati concreti. Innovation Week/ Maker Faire vuole essere una festa e una celebrazione dell’impegno di chi “ci prova”, perché un Paese che vuole uscire dalla crisi deve pensare che l’innovazione è prima di tutto un grande sforzo collettivo di sperimentazione e di costruzione del futuro”.

Makers Faire, dopo il successo dello scorso anno, punta ancora più in alto: gli speaker di fama internazionale, tra Innovation Week e Maker Faire, saranno oltre 100 e si alterneranno nelle varie conferenze previste in programma. Personalità come lo scrittore e attivista Cory Doctorow, l’astronauta Samantha Cristoforetti, l’artista Neil Harbisson, il chirurgo Glenn Green e molti altri ancora. Ci sarà anche modo di divertirsi, vedendo in azione Adam, il robot maggiordomo, o provando Fonie, il phon per farsi dei selfie mentre ti asciughi i capelli, o M. e. s. s. i., nome non casuale di un software che monitora le prestazioni di una squadra di calcio e ne analizza le tecniche di gioco.

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La Silicon Valley italiana

Il software che viaggia su un drone per controllare gli hooligans o la app che sorveglia i traffici della camorra tra i rifiuti. Non siamo in America, ma a casa nostra. Da Catanzaro a Cagliari, da Latina a Treviso: l’innovazione nasce nelle zone più insospettabili. L’idea vincente è non spostarsi dal proprio territorio

QUALCHE mese fa Diego Fasano, un produttore di software di 41 anni, stava guidando la sua Smart e ascoltava la radio. Raccontavano la storia di un impiegato che si licenzia e va in Brasile a prendere foto aeree della foresta amazzonica. Fasano frenò di colpo. Aveva avuto un’idea. La sua azienda, la Connexxa, è nata nel duemila in una periferia di Catanzaro e da allora è cresciuta fino a fatturare 4,5 milioni l’anno. Nascosti in un open space accanto a un gommista, sopra una palestra abbandonata, i programmatori della Connexxa sviluppano soprattutto due tipi di innovazione. Producono e vendono in Italia e all’estero software medicali, per esempio cartelle mediche digitali consultabili da un iPad. E sempre più spesso, specie di recente, creano sistemi di vigilanza. Grazie a un programma della Connexxa, le porte delle torri di controllo degli aeroporti di Malpensa e Linate si aprono automaticamente se riconoscono l’iride di un occhio registrata in precedenza. A Salerno, le telecamere della Connexxa sorvegliano aree dove la camorra potrebbe versare rifiuti industriali: sono collegate a un software che analizza miliardi di dati dalle immagini e manda un segnale alle forze dell’ordine non appena nota movimenti anomali.

Ora la storia del fotografo italiano in Amazzonia aveva ispirato a Fasano un altro esperimento: montare quei sistemi di sorveglianza su un drone. Guidato dal software, la telecamera a bordo, un piccolo drone cubico largo 50 centimetri può seguire un’auto a 300 metri dal suolo, può controllare una curva di hooligans durante una partita di calcio, trovare un disperso sotto le macerie percependo il calore del corpo con dei raggi infrarossi. Le riprese rimbalzano su un iPad o su Google Glass. Fasano ha trovato una piccola società di Ravenna, una Srl a un euro per neulaureati di quelle rese possibili dal governo di Mario Monti. Hanno lavorato un po’ insieme e in giugno hanno presentato un prototipo a una fiera internazionale a Londra. Giovedì Fasano vola a Toronto per allearsi con un’azienda che vuole distribuire il drone in tutto il Nord America e in luglio ha già concluso accordi simili in Pakistan e Messico. Ma non intende spostare i suoi circa dieci programmatori da Catanzaro. E non solo per affetto verso la città d’origine. “Penso anche che per trovare da qualche altra parte dei neolaureati così bravi a scrivere codice informatico – confessa Fasano – dovrei pagarli molto di più. E altre aziende cercherebbero di portarmeli via”.

La disoccupazione giovanile in Italia supera il 42% e in Calabria è intorno al 55%, quasi un record mondiale. Numeri come questi sono anche il risultato di un sistema che non riesce più a produrre merci povere in ricerca e tecnologia a costi competitivi. Il prezzo di un giocattolo o di un pigiama sarà sempre più basso se sono fatti in Cina. Ma la Connexxa e decine di altre imprese innovative simili rivelano però un altro lato della stessa medaglia: dopo anni di crisi, disoccupazione ed erosione dei salari d’ingresso nel primo lavoro, in Italia si possono produrre beni ad alto contenuto di intelligenza a costi molto competitivi. Un bravo informatico neolaureato di Catanzaro, Roma o Cagliari potenzialmente non vale meno di uno di Palo Alto, Boston o Londra; eppure, malgrado tasse e contributi sempre elevati, costa un terzo o la metà. Silenziosamente, lontano dalle polemiche di Confindustria, sindacati e governo, centinaia di giovani ingegneri e imprenditori lo hanno capito e su questo stanno costruendo una nuova stagione di innovazione del made in Italy. È come se questo Paese iniziasse a contenere piccole dosi di Bangalore, India: un posto così impoverito ma così pieno di talento, di creatività e di cultura che gente altamente istruita accetta di lavorare per molto meno del massimo. Nel basso di gamma l’Italia costa troppo ma nell’alto di gamma, quando riesce ad arrivarci, è diventata difficile da battere. Il solo problema è che questo strato di produttori innovativi è molto sottile, benché in crescita.

Mai come adesso si stanno diffondendo centinaia di startup tecnologiche – quasi sempre di software – nei distretti più insospettabili. Il più celebre è H-Farm, l’incubatore di aziende nei pressi di Treviso che si sta rivelando un’esperienza mista di successi e sconfitte. A Cagliari un piccolo distretto di startup si è aggregato intorno a gruppi affermati come Mutui Online e Dove Conviene, un motore di ricerca di negozi sul web. A Latina, al quarto piano sopra un centro commerciale ai margini della città, Franco Petrucci stima che gli “incubatori” di startup in Italia a questo punto sono almeno 25 (un incubatore è uno spazio che aggrega imprese tecnologiche in fase di lancio o crescita iniziale). Petrucci si è reso conto che startupper e innovatori italiani non hanno niente da invidiare a nessuno, almeno per talento e creatività, un giorno al Plug and Play Tech Center a Sunnyvale qualche anno fa. Visitando quel posto, uno dei più grandi acceleratori di startup al mondo, trovò una targa al primo investitore di venture capital tecnologico del ‘900: Adriano Olivetti. Ma Petrucci non era lì per turismo. Partito da Latina come ingegnere informatico, lavorando da consulente per grandi gruppi globali aveva intravisto un buco nella rete. Mancava qualcosa che le multinazionali sarebbero state pronte a pagare caro pur di avere: un software capace di integrare tutte le funzioni e informazioni di gruppi come Johnson & Johnson o Novartis. Realizzando quel progetto, ha fondato quasi da solo e partendo da poche centinaia di euro la Decisyon. Oggi la sua azienda ha 80 dipendenti, ha attratto investimenti di “venture capital” per 50 milioni di dollari dagli Stati Uniti (impresa quasi impossibile in Italia), programma la quotazione al Nasdaq tra qualche anno, ma non muove la base produttiva da Latina. “Per un laureato di alto livello in America dovrei pagare 120mila dollari l’anno – dice Petrucci -. Qui mi costano un terzo e sono altrettanto capaci”. Come anche Fasano a Catanzaro, Petrucci a Latina ha un accordo con l’università locale per farsi segnalare i migliori studenti e metterli alla prova. Se la passano, li assume con contratti permanenti: “È fondamentale che le persone siano stabili – dice – . Chi lascia, porta via memoria storica e all’inizio chi entra è sempre dieci volte meno produttivo”. A Palo Alto il ricambio incessante dello staff è un problema, perché le offerte sono ovunque. Negli incubatori italiani invece i rapporti restano più stabili.

Esempio ne è l'”ecosistema” per startup che hanno creato fra i pini dell’Eur, a Roma, due imprenditori che si frequentano da quando le rispettive madri si incontrarono dal ginecologo alle vigilia della loro nascita 38 anni fa. Gianluca Granero e Marco Trombetti sono partiti con Translated, un sistema che usa il software per traduzioni online e ha fra i due clienti Google, Amazon, Ibm, L’Oréal. L’azienda oggi fattura 12 milioni l’anno e i due hanno deciso di reinvestire gran parte degli utili: affittano due ville di lusso dell’Eur, costruite dai palazzinari degli Anni 70 ma vuote da anni a causa della crisi, e ora là dentro ospitano poco meno di dieci startup. Ognuna sta in una stanza, fatturano centinaia di migliaia di euro ciascuna, condividono le cucina e le palestre delle due ville, si occupano di mestieri come pianificazione di viaggi, vendita di applicazioni mobili da tutto il mondo, costruzione di banche dati online.

Granero riconosce che lavorare a Roma garantisce un vantaggio di costo fondamentale sul resto d’Europa o sull’America. Ma sa che non mancano gli svantaggi: quello più concreto riguarda la carenza di investitori locali per far crescere le imprese dopo le fasi iniziali; l’handicap psicologico coinvolge invece la reputazione. “Dobbiamo risolvere l’Italian problem”, osservò un cliente americano qualche tempo fa. Intendeva dire che voleva spiegare al suo capo che con Granero e Trombetti si poteva lavorare bene, malgrado il loro passaporto. Gli risposero che non stesse a prendersi il disturbo. “Una volta che hai scremato il meglio, noi ingegneri italiani siamo i più bravi “.

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IL CORVIALE DELLA POESIA: domenica sette settembre il gran finale

simone

Caro Simone, grazie al tuo continuo sognare l’ancella Poesia hai prodotto tangibilmente  Poetitaly. Con questo sogno realizzato hai voluto e saputo promuovere la poesia facendola interagire con tante altre forme d’arte.  E se ciò è accaduto è perchè non hai “smesso di crederci”. 
Se questa “prima”  si svolge a Corviale, simbolo di un’utopia urbanistica e sociale, non è un caso  ma un incontro con altri che non avevano “smesso di crederci”. Nel corso di questi anni abbiamo creato una Comunità che persegue la rimessa in cammino di quel “Serpentone” disilluso e in letargo.

pubblicoE’ il comune parlare la lingua di una Cultura che affronta il tema del degrado e del disagio sociale ” a viso aperto” richiamando le Istituzioni  al ruolo che gli compete.
Siamo dell’idea che è la qualità della Politica che genera integrazioni, collaborazioni e sviluppo che noi testardamente tentiamo di concretizzare. 

Questo nostro modo di Fare Politica e sperimentazione  ci ha fatto ritrovare qualche mese fa all’interno della Biblioteca Renato Nicolini…..e mentre scrivo questa mail una frase ben nota mi ritorna in mente: “non perdiamoci di vista”.

La rigenerazione di un territorio complicato che è Patrimonio Culturale della nostra città e del nostro Paese  è stata messa sotto il tappeto dalla classe dirigente. Una classe dirigente che si ritrae  dall’affrontare questi temi che troviamo, solo e inutilmente e beffardamente, elencati nei loro programmi elettorali   dimostrando così la sua immodificabilità di casta. 

Le picconate che in questi anni cocciutamente abbiamo dato a questo muro ha aperto corpose crepe. La  picconata che sta dando in questi giorni Poetitaly sta allargando quelle crepe. Sono certo che altre ne daremo insieme avendo ben presente che non ce le possiamo attendere dai soliti noti.

Ti saluto con  ” questa storia la racconteremo insieme”

poetitaly
programma di oggi domenica 7 settembre alle ore 19 alla cavea di Corviale:

 

i Poeti der Trullo

 

poesie lette da

 

Michele Botrugno – Lilith Primavera

 

autori musicisti performers:

 

Tommaso Ottonieri

 

Nanni Balestrini

 

Luigi Cinque

 

David Riondino

 

Areta Gambaro 

 

Taiyo Hist Yamanouchi

 

Alessandra Vanzi – Pasquale Innarella

 

Luigi Rigoni

 

ore 20:30

 

Facebook Poetry

 

Laboratorio telematico di Poesia

 

a cura di Luigi Socci

 

Decine di Poeti in collegamento da tutta Italia (e non solo) daranno vita alla singolarissima sfida in rete della Facebook Poetry. Il pubblico presente (e a casa) potrà sia partecipare che votare il testo più riuscito.

 




IL CORVIALE DELLA POESIA: per chi non c’era

foto di aldo feroce

“Corviale è un’opera aperta da completare” (Renato Nicolini) all’ingresso della Biblioteca Nicolini

alla biblioteca

Biblioteca Renato Nicolini “Poetitaly la rassegna continua sotto le stelle

E’ cominciato ieri l’appuntamento all’aperto, sotto le stelle di Roma, sotto la dicitura “estate romana 2014” il contest di poesia Poetitaly, firmato Simone Carella.

Un’estate romana che ha aperto le braccia a Corviale. Il chilometro di cemento, o alla romana “il serpentone” era incuriosito ieri sera, e fibrillava di energia. A guardarlo da lontano, sembrava un bellissimo albergo d’alta fattura. La cavea, che ha ospitato la serata del Poetitaly, aveva un pubblico eterogeneo, piccoli e grandi, curiosi e studiosi.
All’inizio, l’orario era previsto per le 19 ma il protrarsi degli appuntamenti nel pomeriggio in Biblioteca Renato Nicolini non lo hanno permesso, l’atmosfera era un pò tesa, contratta.
Il rapporto spazio – uomo non era dei più rassicuranti, incertezze. Insicurezze. Ma nessuno sapeva come si sarebbe evoluta la serata. Tra i condomini affacciati ai balconi, i bambini e i ragazzi sui muretti e gli spalti affollati, Poetitaly 2014 ha scaldato l’ambiente.
La magia della poesia underground e il fascino degli artisti sull’orchestra, così è chiamato il palco centrale nei teatri dell’antica Grecia, hanno avvolto e ipnotizzato il pubblico.

Tanti gli artisti che si sono succeduti, chi accompagnato da tamburelli, chi da piccoli gong e chi dai soli fogli di lettura. A presentare Andrea Cortellessa, critico letterario e professore associato dell’università di lettere di Roma Tre.
Un incontro inaspettato, ravvicinato, del terzo tipo?, con una realtà che si sta lentamente aprendo al mondo esterno,che sta varcando la soglia della cultura e dell’intrattenimento. Ci si aspettano grandi evoluzioni da questo primo passo. E gli eventi in programma sono ancora molti.. il bello deve ancora arrivare!” (testo di Elisa Longo)

cavea andiamo a cominciare cavea: andiamo a cominciare (foto di Tommaso Capezzone)

in attesa dell_inizio in attesa dell’inizio (foto di Elisa Longo)

cavea inizio poetitaly: è cominciato (foto di Tommaso Capezzone)

la cavea e il palazzone la cavea e il palazzone (foto di Aldo Feroce)

cavea simone carella & friends Simone Carella & friends (foto di Tommaso Capezzone)

io elisa e simone Elisa, Tommaso & Simone Carella (foto di Aldo Feroce)

la luna in cielo la luna in cielo (foto di Elisa Longo)

pubblico visto da aldo poetitaly: pubblico (foto di Aldo Feroce)

cavea canio loguercio Canio comincia con la musica

mentre suona canio mentre suona Canio (foto di Aldo Feroce)

DSC_0054 visione d’insieme (foto di Elisa Longo)

cavea non sai se essere felice o infelice “non sai se essere felice o infelice”

DSC_0037 poetitaly: pubblico (foto di Elisa Longo)

non fare mai quello che ti e stato insegnato “non fare mai quello che ti è stato insegnato”

pubblico poetitaly: Ivan che fotografa

giovani puliti timidi “giovani puliti, timidi…”

pubblico2 poetitaly: Sandro tra il pubblico

ci sara un momento in cui il disordine l_avra vinta “ci sarà un momento in cui il disordine l’avrà vinta … Sei già nella stagione trasparente … Uno stupore dolce d’animale … Nei modi silenziosi di Prometeo … E taci ancora … come fa’ un limbo d’attenzione”

dagli spalti dagli spalti (foto di Elisa Longo)

nella casa dei vecchi e notte fonda “nella casa dei vecchi è notte fonda … la vita muore addirittura di piacere … Chi sa se cinguettavano i dinosauri? … io repubblica ammalata … I portatori di reliquie … Datemi una boccata d’aria e rinneghero’ il nemico … E io me ne andrò per il mondo con il mio sassolino”

il luogo della poesia il luogo della poesia (foto di Tommaso Capezzone)

Programma di oggi sabato 6 settembre alle ore 19 alla cavea:

Introduzione e presentazione

Andrea Cortellessa, Lidia Riviello, Gilda Policastro

poeti

Maria Grazia Calandrone – Luigi Socci – Chiara Daino – Michele Zaffarano

Laura Pugno – Marco Giovenale – Rosaria Lo Russo – Francesco Gambaro

Renata Morresi – Cetta Petrollo – Francesco Ruggiero-Sparajurij

Vincenzo Ostuni – Gilda Policastro – Lidia Riviello – Sara Ventroni

 

 

 

 




IL CORVIALE DELLA POESIA: messaggi a “I pittori anonimi del Trullo”

cavea1 da “I pittori anonimi del Trullo”

Questo e un altro messaggio insieme ad altre decine che ci arrivano e abbiamo chiesto il permesso per pubblicare:
“Cari Pittori Anonimi, questo è solo un altro dei tantissimi messaggi di apprezzamento che immagino abbiate ricevuto in questi mesi, ma ci tenevo comunque a farvi sentire anche la mia voce. Sono la mamma di un bimbo ancora troppo piccolo per poter capire quanta ricchezza avete donato, non solo al quartiere, ma a tutte le persone che qui vivono o passano. Sono nata e cresciuta qui vicino, e tutte le mattine porto mio figlio a passeggiare con la carrozzina tra i colori che avete regalato anche a lui. Lo porto a salutare Nina, e a respirare un po’ dell’allegria che salta fuori da ogni angolo. Ho sempre amato questo quartiere, ma da quando ci siete voi l’aria è più fresca, diversa, e non si tratta solo di qualcosa che ha a che fare con il decoro urbano: i vostri colori hanno parlato ai nostri cuori, dimostrando a tutti che lamentarsi serve solo a nascondersi dalle proprie responsabilitá, mentre con un sorriso e molta buona volontà si possono fare grandi cose. Quando mio figlio sará un po’ piú grande gli spiegherò che in questo quartiere vivono delle persone speciali che un giorno hanno avuto una semplice ma grande idea per insegnarci che in un mondo più bello le persone sono più felici; che avere rispetto delle cose comuni e dei luoghi significa avere rispetto per sé stessi; che non esiste solo un “io” ma esiste anche un “noi”, e questo semplice concetto, insegnarlo a noi, a Roma, non era facile. Voi ci siete riusciti coi colori, e quindi grazie anche a nome di chi sará grande domani.”