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Coworking cohousing cooperative Corviale condiviso

188544_205020276179884_4280881_nPrima di cominciare a parlare di cultura a Corviale prima di fare piani e prospettive occorre avere una visione di quello che a Corviale serve per avere un’identità di comunità un’idea di comunità smart che costruisca il futuro senza dimenticare il passato.

Corviale condiviso significa identificare i nessi che già esistono e ricucirli in una trama che faccia intravedere tutta la rete di relazioni sociali culturali affettive che si muovono sotto la crosta del cemento e dell’asfalto portando alla luce le tante energie vitali che si muovono sottotraccia.

Un Corviale condiviso che si ritrova si mostra anche alla città e al resto di un mondo nella fase dell’interrogazione di nuove forme di relazioni di nuove forme dell’abitare di nuovi modelli di vita sociale culturale empatica.

Trovare questo bandolo della condivisione  è la cifra di un nuovo fare non più soggettivo e sconnesso ma sincronico empatico social.




(Foto)narrazione del Festival del Cinema di Roma

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…cominciamo dal TETTO

tetto

tetto

Egregi Condomini,
un passo alla volta … cominciamo dal TETTO, trasformandolo in una piattaforma rigenerativa.
ROOF Top FARM – Rigenerazione delle superfici di copertura con verde pensile per produzione alimentare con terra (orti) e senza terra (serra idroponica), per assorbimento calore, polveri sottili e acque piovane (giardino pensile);
REUSE – Riuso di acque (piovane e grigie) e rifiuti (umido e materiali) a scala condominiale, reimpiegabili nello stesso edificio nel ciclo riproduttivo generato dal tetto;
FabLab KM 0 – Mini laboratori per servizi artigianali, tradizionali e innovativi, a KM ZERO di riparazione e modificazione (abiti, elettrodomestici, cucina, elettronica, impianti);
TELE PRESENCE – Assistenza a distanza (sanitaria e formazione);
MONITORING – Monitoraggio e rappresentazione dinamica di tutti i consumi e della produzione nell’edificio, delle condizioni di sollecitazione strutturali e ambientali (domotica);
ENERGY – Produzione di energia rinnovabile (serre e pergole fotovoltaiche).
Presentazione:
Template ater unimol – forum pa challenge 2014 – bologna smart cities




Strategia Europa 2020: contributo alla consultazione pubblica

ueLa Conferenza delle Regioni e delle province autonome interviene nella consultazione pubblica della Commissione Europea sulla revisione intermedia della Strategia Europa 2020. E lo fa con un contributo, approvato il 16 ottobre, che è stato inviato al Sottosegretario Sandro Gozi (che ha la delega per le politiche comunitarie).

Si riporta di seguito il testo integrale del documento che è stato anche pubblicato sul sito www.regioni.it (sezione “Conferenze”).
Contributo delle Regioni e delle Province autonome italiane  alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla revisione intermedia della strategia Europa 2020
Il processo di europeizzazione degli ordinamenti nazionali ha favorito la partecipazione delle Regioni alla programmazione, negoziazione e implementazione delle politiche nazionali ed europee. Le riforme delle politiche regionali e di coesione e l’adozione della Strategia Europa 2020 hanno consentito alla Commissione europea di esercitare una sempre più forte influenza sulle politiche di sviluppo nazionali, legittimando le Regioni ad intervenire nel percorso di costruzione e di attuazione del diritto europeo. Attraverso i principi di sussidiarietà e di partenariato, si va progressivamente affermando un sistema di governance multilivello, dove la responsabilità viene suddivisa tra i diversi livelli di governo (europeo, nazionale, regionale e locale) e le scelte sono calibrate sul territorio di riferimento.
L’istituzionalizzazione del confronto intergovernativo in sede di Conferenze Stato – Regioni (Decreto legislativo 281 del 1997 e Legge 234 del 2012) e la previsione di una presenza delle Regioni e delle Province autonome nel Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE) (articoli 2 e 19 della legge 234 del 2012) rappresentano elementi significativi del sistema di governance multilivello presente nell’ordinamento italiano.
In questa prospettiva, le Regioni e le Province autonome si trovano a dover adattare la propria organizzazione al mutato contesto istituzionale, anche procedendo ad una ristrutturazione degli uffici che consenta di partecipare in maniera efficace alla preparazione e all’implementazione delle politiche europee. D’altro canto l’impianto stesso del processo decisionale europeo è ancora troppo centralizzato e poco flessibile per rispondere in maniera adeguata ai diversi fabbisogni regionali.
In tal senso, la recente e innovativa esperienza delle strategie macroregionali può rivelarsi di assoluto interesse per le Regioni e i territori,
in quanto dimensione geo-amministrativa in cui Regioni, Stati e Unione europea hanno l’opportunità di ottimizzare i propri strumenti di realizzazione delle politiche europee, privilegiando la logica del progetto, in un’autentica governance multilivello e proponendo per l’Unione europea un modello di sviluppo policentrico.
La Conferenza delle Regioni condivide i principi e le proposte di riforma contenute Dichiarazione di Atene sulla revisione intermedia della Strategia Europa 2020 – Una visione territoriale per la crescita e l’occupazione, adottata dal Comitato delle Regioni il 7 marzo 2014. Nella seduta del 12 giugno 2014, la Conferenza ha anche aderito alla Carta della governance multilivello in Europa, adottata dal Comitato delle Regioni il 3 aprile 2014, impegnando le Regioni italiane a farsi promotrici dei principi e delle strategie in essa contenute.
In attuazione di quanto sopra, la Conferenza delle Regioni ritiene che la revisione della strategia UE 2020 sia l’occasione per rispondere in maniera efficace all’attuale crisi economica e per rilanciare il processo di integrazione europea, fissando obiettivi ambiziosi ma credibili e condividendo tra le istituzioni dei diversi livelli la ownership del processo di riforma. Quindi, un più forte partenariato dove si possa affermare la dimensione territoriale delle politiche europee e la responsabilità condivisa della loro scelta.
In concreto la Conferenza ritiene che la revisione della strategia Europa 2020 debba prevedere:
1) un più forte e reale partenariato come metodo ordinario di selezione delle politiche pubbliche;
2) una maggiore ownership della nuova strategia da parte di tutti i livelli di governo;
3) un collegamento diretto e funzionale tra la nuova strategia e la politica di coesione europea;
4) una forte dimensione territoriale che comporti l’elaborazione di obiettivi e indicatori diversi per i diversi territori europei;
5) l’elaborazione in partenariato dei Programmi nazionali di riforma, basati su raccomandazioni specifiche definite anche a livello territoriale.



Dobbiamo aprire una nuova strada

luiSiamo fieri di ospitarti nel nostro territorio perchè porti un’idea di legalità e sicurezza di cui abbiamo assoluto bisogno.

Con la tua presenza e quella di 300 ragazzi e di Cantonecantoneci date forza e coraggio nel perseguire la nostra azione sul territorio per la riqualificazione di questa complessa periferia.

bandierePrendiamo atto con soddisfazione che il presidente Zingaretti e il comune di Roma hanno preso sostanziali impegni per sbloccare tutti i fondi necessari.

Noi, come ribadiamo sempre, siamo convinti che senza sicurezza e legalità non esiste la riqualificazione delle periferie e adesso aspettiamo fatti concreti e assunzione di responsabilità da parte di tutti anche in nome del futuro dei bambini di Corviale:lettera“siamo i bambini che vivono a Corviale, il palazzo più lungo del mondo. Non possiamo camminare da soli perché abbiamo paura, qui bruciano le macchine, scarabocchiano gli ascensori, distruggono ogni cosa e noi chiediamo solo di poter giocare. Voi grandi lo chiamate legalità e sicurezza e per noi questo è un grande problema”.

(foto da repubblica.it)




Non solo verde

tetto

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Il Roof Top Lab di Corviale (preconvenzione ATER Roma-UNIMOL)  è stato selezionato a Smart City Exhibition 2014 a Bologna – 22 Ottobre 2014

Abbandonare i vecchi modelli di lavoro è ormai una necessità, ora bisogna trovare nuovi luoghi per connettere e condividere vecchi e nuovi lavori basati sulla straordinaria capacità artigianale e creativa del saper fare italiano. E’ l’obiettivo concreto che emerge dopo una lunga stagione di errate valutazioni del concetto di Smart City come sola incentivazione di procedure virtuali e immateriali. Questa è stata l’apertura di Andrea Di Benedetto, vice presidente del Consiglio Nazionale Artigiani alla quale ha risposto Massimiliano Colella, direttore generale di Asset Camera, che ha riferito come Roma sia ormai considerata in USA come la capitale dei Makers dopo lo straordinario e imprevedibile successo consecutivo delle due Maker’s Fair romane, i raduni dei nuovi artigiani digitali. A queste domande hanno risposto Daniel Lanfrey (segreteria tecnica del Ministro del MIUR), Pedro Sampaio Nunes (Eureka – Esco vision), Carolyn Hassan (Knowle West Media Centre) e molti altri partecipanti. E’ in questa cornice che la presentazione del progetto di fattibilita’ del tetto produttivo più grande del mondo, il Roof Top Lab di Corviale (Universita’ del Molise – Ater Roma) è sembrata la risposta più innovativa e paradossalmente concreta a quella domanda di nuovo lavoro e nuovi luoghi per il lavoro. Trasformare i tetti degli edifici residenziali ad alta densità abitativa in luoghi produttivi, innovativi, ecosostenibili e a KM Zero è il messaggio lanciato a Smart City Exhibition 2014 di Bologna. Una proposta selezionata fra molte, come sfida concreta legata prima di ogni altra cosa al lavoro, appoggiata da una comunità associativa attivissima, da un invidiabile tavolo interistituzionale, confermata dalle linee guida del futuro concorso internazionale di rigenerazione del distretto di Corviale che ATER lancerà entro primavera 2015, sfida lanciata ormai anche all’imminente Esposizione Universale di Milano.

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Dal wi-fi al car sharing, ecco cosa rende “intelligenti” le città che rilanciano l’Italia

smart-cityMilano al primo posto, poi Bologna e Firenze, nella nuova graduatoria delle “smart cities” in grado di sostenere lo sviluppo del nostro Paese. Ma il confronto internazionale dimostra che siamo ancora lontani dall’avanguardia

Le prime in Italia sono le ultime (o quasi) in Europa. Oggetto: le città più “intelligenti”, ovvero quelle che aiutano a creare un’impresa e offrono spazi verdi, asili nido, trasporti efficienti insieme a una rete sociale che non ci faccia sentire soli. In classifica Milano è la “numero uno”, sugli altri gradini del podio Bologna e Firenze, seguite da Modena, Padova e Venezia. Roma? Dodicesima, due posizioni prima di Torino. Maglia nera, con il numero 106: Reggio Calabria.

La nuova fotografia dei capoluoghi “smart”, scattata da quelli di ICity Rate 2014 è una classifica (la presentano oggi a Bologna) che viene stilata ogni anno e analizza 72 indicatori: dai chilometri di piste ciclabili presenti nel territorio comunale ai chili di raccolta differenziata fatta da ogni abitante. Fino all’applicazione della tecnologia nella gestione del traffico. “Ma non è solo un semaforo intelligente a rendere “intelligente” una città – avverte Gianni Dominici, sociologo dell’innovazione e direttore generale di Forum PA, la società che mette a punto la graduatoria – le smart cities sono quelle in grado di rilanciare lo sviluppo, di riavviare i motori del Paese: eccellenti dal punto di vista economico e in grado di offrire una buona qualità della vita”.

Così quest’anno, per la prima volta, emergono con prepotenza le grandi città. “L’Italia dei borghi ha un ruolo fondamentale nel vivere bene – continua Dominici – ma se vogliamo diventare competitivi a livello internazionale dobbiamo ripartire da quei territori fertili dove è più facile dare spazio ai cittadini e far crescere le nuove iniziative”.

In concreto cosa cambia nella vita di un giovane che abita a Milano piuttosto che a Reggio Calabria? Cambia che trova se non proprio il lavoro almeno i luoghi e le condizioni per avviare un’impresa e confrontarsi con altri talenti: spazi di co-working, incubatori per start up e accesso più semplice al credito. Poi i servizi e le infrastrutture per spostarsi con agilità, magari in modo alternativo grazie alla connessione diffusa, ai trasporti pubblici capillari e alle applicazioni per car o bike sharing. Quindi parchi, cinema e mostre per divagarsi, quartieri sicuri, assistenza sanitaria e un buon governo del territorio. “Perché se l’innovazione non viene bene amministrata – sottolinea Dominici – è difficile che riesca a farsi strada”.
Al di là della graduatoria generale ci sono poi una serie di eccellenze settoriali. Firenze è la migliore città nel governo locale, Milano ha il primato nell’economia e nella qualità della vita, Trento (che l’anno scorso era in vetta e stavolta scivola al 13esimo posto) vince la palma di più attenta all’ambiente, Ravenna è campione nell’offerta di reti e relazioni sociali mentre Venezia batte tutti nella mobilità. “Sembra assurdo per una città attraversata dalla laguna, che ai più fa pensare a gondole e vaporetti, ma a livello internazionale l’antica repubblica marinara ha una posizione strategica e buone infrastrutture: una stazione ad alta velocità che arriva in centro, un aeroporto, le autostrade. È ben accessibile da tutta Europa”, continua Dominici.

Se tra le città medio-piccole la più smart è Pisa (19esima per i suoi 89mila abitanti) e tra le piccole svettano i 49mila cittadini di Mantova (piazzata al gradino 26), resta del tutto irrisolta la questione meridionale. Nel Mezzogiorno le performance migliori sono quelle di Cagliari, 60esima, seguita da Pescara e L’Aquila. Ma bisogna arrivare in coda per incontrare le grandi città del Sud: Bari è al numero 71, Napoli all’80, Palermo all’82.
Proprio a queste realtà, forse le meno pronte ad accoglierli, arriverà la fetta maggiore dei fondi europei destinati ai progetti urbani. “Almeno 3,5 miliardi di euro, da sfruttare fino al 2020”, fa i conti Carlo Mochi Sismondi, presidente di Forum PA. “Dei 70 miliardi in ballo per l’Italia, la metà comunitari e la metà cofinanziati dal nostro Paese, almeno il 5 per cento dovrà essere destinato a migliorare le città, mentre un altro miliardo è stato già stanziato per lo sviluppo sostenibilee tecnologico delle città metropolitane. Speriamo di non sprecarli”.

Di fatto molto resta da fare, soprattutto in confronto agli altri stati membri. Perché nelle classifiche internazionali Milano, la nostra eccellenza, risulta 19esima. Figuriamoci le altre.

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L’efficienza ha il suo catasto

efficienza-energeticaArriva in Friuli Venezia Giulia il Catasto Energetico Regionale degli Edifici. Uno strumento indispensabile per l’efficienza energetica.

Arriva la “schedatura” energetica degli edifici. La Regione Friuli Venezia Giulia ha, infatti, presentato a Udine, con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti Conservatori, dei Collegi dei Geometri e dei Periti industriali della Provincia di Udine e dell’Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile (ARES), il Catasto Energetico Regionale degli Edifici che vuole essere uno strumento agile e snello per poter utilizzare i dati energetici degli immobili sul territorio regionale. Si tratta di dati circa l’efficienza che potranno essere consultati da cittadini, professionisti e amministratori locali dal web e che consentiranno di realizzare delle mappature per interventi d’efficienza energetica sul territorio.

«La nostra amministrazione regionale mira a sviluppare la digitalizzazione di tutto il sistema e il Catasto energetico è utile e importante perché permette la sintesi dei dati e dimostra come, in questo caso, la forma va di pari passo con la sostanza», ha dettol’assessore regionale all’Energia Sara Vito, durante la presentazione del Catasto energetico al quale hanno partecipato professionisti, certificatori energetici e operatori del settore.

Con questa iniziativa il Friuli Venezia Giulia è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, a dotarsi di uno strumento che permetterà di superare l’archiviazione cartacea dei dati energetici, la lettura e la stampa delle visure e quindi la conoscenza di tutti i dati degli immobili. Il Catasto conterrà sia le Attestazioni di Prestazione Energetica (APE) che le Valutazioni Energetico Ambientali (VEA).

«La raccolta dei dati energetici, – ha affermato la Vito – contribuirà a fare chiarezza, quindi a migliorare il mercato immobiliare che si trova oggi in una situazione di stallo, e permetterà agli amministratori pubblici a misurare gli sprechi negli edifici pubblici e quindi ad apportare i necessari accorgimenti per ridurre i costi e migliorare l’efficienza».

Il provvedimento ha un certo rilievo anche perchè il Friuli Venezia Giulia è, tra le regioni italiane, in pole position per consumo pro capite d’energia e sta varando un Piano Energetico Regionale (Per) con obiettivi ambiziosi quali, la crescita sostenibile, la riduzione del costo dell’energia per i consumatori e le Pmi e il miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Si tratterà di un Per flessibile, anche grazie al Catasto energetico che consentirà d’aggregare dati per singole aree d’intervento.

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SCIENCE, INNOVATION AND SOCIETY: ACHIEVING RESPONSIBLE RESEARCH AND INNOVATION

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Nell’ambito della Presidenza italiana del Consiglio della Unione europea  dal 19 al 21 novembre  Roma ospiterà un evento internazionale sulla scienza, l’innovazione e la società,  con l’obiettivo di promuovere il dialogo,  collegare il talento e le idee  per  una vera e propria collaborazione tra tutti gli stakeholder della scienza e della società.

 

In questa città storica, unica al mondo ed  esempio vivente delle meraviglie che si possono raggiungere quando società e comunità scientifica interagiscono, i partecipanti avranno l’occasione di entrare in contatto e dibattere con speaker  internazionali  su tematiche inerenti le seguenti KeyAreas:

 

o   PUBLIC ENGAGEMENT

 

o   GENDER EQUALITY

 

o   SCIENCE EDUCATION

 

o   ETHICS

 

o   OPEN SCIENCE

 

o   GOVERNANCE

 

Nel corso della tre giorni sarà possibile partecipare a numerose iniziative, tra le quali:

 

– Art&InnovationExhibition, una mostra che  esplora l’interazione tra scienza, arte e società. Inaugurata durante la prima giornata della Conferenza  resterà aperta per due settimane presso il MAXXI, il Museo Nazionale delle arti del XXI secolo

 

– Networking Event,  con incontri bilaterali pre-organizzati al fine di facilitare la creazione di collaborazioni internazionali per la partecipazione ai bandi  2015 in Science with and for Society.

 

E’ possibile registrarsi  direttamente  al seguente link:

 

https://www.b2match.eu/science-society-2015

 

– Market Place  per i risultati e le migliori pratiche dei progetti finanziati nella tematica Scienza nella  Società.

 

La partecipazione all’evento è gratuita

 

http://www.sis-rri-conference.eu/

 

http://www.sis-rri-conference.eu/registration/

 

Per essere aggiornato sull’evento, visita le pagine Facebook (www.facebook.com/sisrrie Twitter (@sisrri2014) della Conferenza

 

Per ulteriori informazioni contattare: info@sis-rri-conference.eu




Milano, via libera all’associazione Smart City

smartL’associazione avrà il compito di coordinare i progetti, di valutare la partecipazione della città ai bandi Ue del programma Horizon 2020 e di promuovere sinergie e momenti di condivisione delle decisioni.

Milano continua il percorso verso la smartness. Dopo la redazione, avvenuta lo scorso luglio, delle Linee Guida volte ad identificare 7 ambiti e i relativi obiettivi da perseguire in un’ottica di smart city, ieri è stato aggiunto un ulteriore tassello. Il Consiglio Comunale ha approvato, con 23 voti a favore, 9 voti contrari e 2 astenuti, la nascita dell’associazione Milano Smart City. L’associazione, senza scopi di lucro, avrà il compito di coordinare i progetti volti a rendere la città sempre più smart e intelligente e di valutare la partecipazione della città ai bandi europei del programma Horizon 2020 favorendo il dialogo e il confronto tra i diversi attori del territorio.
L’obiettivo è infatti quello di creare un modello organizzativo stabile e unitario che consenta sinergie e interazioni fra gli attori coinvolti, che contribuisca a snellire le procedure di comunicazione e che promuova momenti di condivisione delle decisioni.

Continuerà il dialogo con le altre città (smart)
Grazie alla nascita dell’associazione Milano Smart City, che non comporterà oneri aggiuntivi per il Comune, continuerà il dialogo con le altre città attive all’interno dell’Osservatorio Anci Smart City, come Genova e Torino, allo scopo di favorire lo sviluppo di politiche nazionali sempre più smart e orientate ad un uso intelligente delle risorse.�
Partnership
Oltre al Comune di Milano, l’associazione vede come soci fondatori, la Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura di Milano, in rappresentanza del mondo delle imprese e vedrà la collaborazione delle Università (in rappresentanza del mondo della ricerca), nonché gli enti pubblici locali, territoriali e non territoriali, che condividono lo sviluppo di politiche smart.�
I passi percorsi
La creazione dell’associazione è l’ultima delle tappe raggiunte di un percorso iniziato, per la città di Milano, quasi due anni fa. E che ha previsto, a partire dal forum cittadino “Public Hearing: verso Milano Smart City”–  svoltosi il 19 aprile 2013 con l’obiettivo di coinvolgere i principali attori dello sviluppo della città nella creazione di un sistema non solo di consultazione e governance- l’avvio di una programmazione per ridisegnare la città in chiave smart. Sono state coinvolte le istituzioni, i privati, le università e il terzo settore attraverso la creazione di gruppi di lavoro tematici corrispondenti ai pilastri tradizionali delle Smart Cities: Smart Economy, Smart Living, Smart Environment, Smart Mobility, Smart People, a cui si aggiunge un gruppo di lavoro specifico per Milano sull’Expo.  Parallelamente è stato svolto un lavoro di mappatura dei lavori più ‘smart’ in essere e degli stakeholder, per l’individuazione di soggetti interessati a contribuire con idee ed investimenti.