1

INVITO > Presentazione libro Irene Ranaldi in Biblioteca Enzo Tortora

10533272_10152878419194828_7232522712728377033_o




INVITO > 25′ anniversario convenzione dei diritti dell’infanzia

locandina Diritti adolescenti 20 novembre 2014-page-001 pieghevole_3_colonne diritti adolescenti 2014-page-001 pieghevole_3_colonne diritti adolescenti 2014-page-002




100 anni di Federico Caffè: l’eredità di un maestro e le politiche europee *

 

foto 3

Mario Draghi, presidente BCE, ricorda Federico caffè e parla delle misure BCE contro la crisi

<<Ciao Ignazio!>> sussurra Mario Draghi, interrompendo la sua relazione. Era entrato nella sala il governatore della banca d’ Italia Ignazio Visco, in deciso ritardo dalla pausa pranzo. Si accomoda in prima fila, accanto al rettore della terza università di Roma, Mario Panizza, nell’ aula magna della Facoltà di Economia in cui si svolge un convegno importante, in occasione del centenario della nascita di Federico Caffè. Caffè era l’economista per eccellenza, docente universitario, consulente della banca d’ Italia e dei cittadini -come amava definirsi- , che ha fatto perdere misteriosamente le sue tracce ormai 27 anni fa.
La giornata è iniziata poco dopo le 9 ed è terminata nel tardo pomeriggio, perché gli interventi sono stati molti, lunghi e articolati; la maggior parte anche appassionati, al limite della commozione. In cattedra si alternano alcuni tra i più famosi allievi di Caffè e l’impressione che si ha è quella di trovarsi di fronte ai membri del gotha della politica economica italiana, un insieme di menti che hanno determinato e indirizzato le politiche economiche del paese, dietro le quinte. A dimostrazione del clima estremamente amichevole, sembra quasi una rimpatriata, ci sono i saluti, per niente istituzionali ma calorosi tra baci e abbracci e pacche sulle spalle. Nella prima mattinata i relatori analizzano la figura e gli insegnamenti del loro maestro, indicando collegamenti con il presente ed evidenziando la genialità del precursore che è stato Caffè, oltre ai suoi pregi e difetti come persona. Alle 15 fa il suo ingresso nella sala il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi. Quando era studente di Caffè, ricorda la sua capacità di guardare dentro i suoi studenti e provare amore e fiducia verso di loro. I 30 minuti successivi trascorrono con un’ interessante panoramica sulla reazioni della BCE alla crisi del 2008, partendo da quanto la disoccupazione sia degradante e iniqua per l’uomo e per la sua dignità, consegnando i soliti dati allarmanti alla platea studentesca. Rivendica a gran voce le misure, convenzionali e non, che ha adottato Bruxelles: l’abbattimento dei tassi d’ interesse da 1.5% del novembre 2009 allo 0.05% odierno; l’interesse negativo sui depositi della banche nel suo istituto per stimolare il credito e quindi la ripresa, come anche il credito diretto agli istituti di 1000 miliardi a 3 anni. Snodo cruciale del discorso sono anche le misure non convenzionali di politica monetaria: le linee di credito alle banche ad un interesse vicino allo zero per finanziare famiglie e imprese e della direzione presa per arrivare ad una vigilanza unica del mercato bancario culminata con gli stress test di qualche giorno fa. L’ ennesima immissione di liquidità è garantita dall’acquisto di particolari titoli bancari (ABS e COVERED BOND) mirati a trasformare i crediti, di prima categoria, in capo alle banche in liquidità per il sistema economico. La strategia che sta dietro queste misure è una politica monetaria molto espansiva, che vorrebbe far ripartire i consumi e gli investimenti per riportare l’Europa a crescere. Draghi ha parlato della necessità di passare dalla riflessione all’ azione, che però non può essere appannaggio esclusivo della banca centrale, perché se una caratteristica fondamentale dei rapporti economici è la fiducia, quando si parla di nazioni, la riduzione del rischio paese e l’aumento di fiducia dei mercati è una precisa responsabilità politica che corre attraverso le riforme strutturali per la competitività, per un fisco, una burocrazia e un mondo del lavoro più agili e uniformi che però devono garantire chiarezza e soprattutto diritti nel raggiungimento degli obiettivi macroeconomici. Draghi si è sentito più volte solo di fronte alle diverse necessità dei paesi dell’eurozona e alle critiche ricevute specialmente dal fronte tedesco nei confronti del suo operato. Ma l’unione monetaria, ha ribadito nelle ultime battute, non è perdita di sovranità, che viene comunque meno quando lo stato è vittima di un enorme debito pubblico, ma condivisione delle scelte per creare fiducia e forza nelle scelte del lungo viaggio quale è l’Europa. Come sempre il governatore è stato accompagnato dalle polemiche perché ritenuto uno dei responsabili del disagio sociale, mutato ormai tra la gente comune in rabbia, rassegnazione e sfiducia provocato dalle politiche di austerità. Come da copione all’esterno dell’edificio si sono presentati un centinaio di studenti in corteo appartenenti alla rete Link che con il lancio di uova e vernice hanno chiarito qual è il clima di intolleranza verso la figura di Draghi. Ma anche dentro l’aula magna  la tensione si è alzata.
Al termine dell’incontro, mentre il governatore salutava e si dirigeva all’ uscita un giovane ricercatore si è alzato e forte della sua prenotazione per le domande, ha chiesto di poterle rivolgere direttamente al governatore ricevendo come risposta un no categorico con la rassicurazione che qualcun’ altro gli avrebbe dato risposta. Le considerazioni da fare sarebbero molte: in primo luogo durante l’incontro è stato citato Caffè e il suo pensiero riguardo la prepotenza e pericolosità dei poteri forti dell’economia che lui chiamava “incappucciati della finanza”, al suo amore per gli studenti. La domanda per lui era proprio rivolta in questa direzione e vorrei invitare i lettori a riflettere su questo: siamo veramente sicuri che ci sia stato un favoritismo nei confronti del mondo della finanza a discapito dei cittadini o l’austerity deriva dal fatto che le politiche fiscali (spesa pubblica e tasse) non essendo controllabili dall’Europa hanno aperto il terreno alle condizioni durissime di salvataggio della BCE? Una risposta oggettiva è difficilissima da dare. Si può affermare però che l’Europa nel disegno dei suoi padri nasce per tutelare pace e crescita duratura attuando una netta scelta di campo: l’essere umano e i suoi diritti al centro. Se Federico Caffè, scoprendo il cappuccio, potrebbe trovare il suo allievo Draghi questo non è possibile dirlo, ma sicuramente avrebbe combattuto per difendere il capitale umano che in Europa si sta degradando, cercando di salvare le persone dalla povertà e cambiando un sistema finanziario che troppo spesso antepone profitti enormi alla sua missione di pubblica utilità, non imponendo sacrifici impensabili e polarizzazione delle ricchezze per interi popoli.
L’Europa non deve essere un onere finanziario e sociale ma una scelta politica che operi a vantaggio dei cittadini.

Francesco Lomonaco

* Resoconto didattico di uno studente di Economia dell’Università di Roma Tre




Mafia e illegalità a Roma: intervista esclusiva a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione

1383686_10205299780685019_7283169460897186060_n

Roma – Corviale, Raffaele Cantone (magistrato, presidente Autorità Anticorruzione) e Elisa Longo (giornalista) nella palestra di Calcio sociale, convegno Contromafie 2014

Le organizzazioni mafiose ricercano il consenso sostituendosi allo Stato e alla società civile nei territori. Raffaele Cantone risponde alle domande di CorvialeDomani sulle preoccupazioni dei cittadini, durante la giornata di apertura di Contromafie 2014, svoltasi nella sede di CalcioSociale a Corviale il 23 Ottobre.

Una delle cause principali del degrado in cui viviamo a Roma è l’intreccio tra economie criminali e fenomeni di corruzione. Si può affermare che nella Capitale si stia manifestando una nuova tipologia di mafia, frutto anche della contaminazione tra mafie di origine nazionale e mafie straniere?

«Non ho contezza di fatti specifici a riguardo, ma è sicuramente vero che le mafie, ormai, abbiano assunto un carattere transnazionale, a Roma come nel resto del paese. Si tratta di un rapporto bidirezionale, che vede gruppi italiani di criminalità organizzata in perfetta osmosi con “colleghi” di provenienza prevalente dai paesi dell’est Europa. Si tratta di organizzazioni che si scambiano uomini e mezzi, nonché supporto logistico, per la gestione dei loro affari illeciti».

Le attività criminali si stanno concentrando soprattutto nei quartieri multietnici di Roma dove stanno prendendo piede forme di strumentalizzazione e promozione di movimenti populistici e xenofobi.  Esiste un interesse diretto da parte delle organizzazioni criminali a favorire questa  modalità di controllo sociale per ottenere in tal modo un consenso diffuso intorno alle proprie attività illecite? 

«La ricerca del consenso è fondamentale per la sussistenza di queste organizzazioni criminali; un modo per ottenere tale consenso è, ovviamente, sostituirsi allo Stato nel rispondere ai bisogni fondamentali della gente. Ecco perché lì dove lo Stato non riesce ad essere presente, se non in modo repressivo, le organizzazioni mafiose prosperano. Io sono napoletano, ed il quartiere Corviale di Napoli si chiama Scampia: deficit di urbanizzazione e totale assenza di presidi minimi di legalità – se non quelli realizzati da associazioni e volontari – rappresentano il comune denominatore di due realtà che sono molto più vicine di quanto si possa immaginare».

Non sarebbe il caso di svolgere una ricerca-azione di tipo interdisciplinare – tipo quella che fece Franco Ferrarotti negli anni Sessanta proprio nelle periferie romane – per venire a capo di tutte le tipologie del fenomeno e delle connessioni nazionali e internazionali?

«Senza nulla togliere al valore educativo e pedagogico della sociologia, credo di poter dire, senza tema di smentita, che questo fenomeno, con tutte le sue declinazioni e connessioni dentro e fuori dai confini del Paese, sia già ampiamente noto a chi è chiamato a contrastarlo e sconfiggerlo».

In alcuni quartieri di Roma, come Corviale, Torpignattara, Pigneto, si stanno sperimentando percorsi partecipativi “dal basso”.  In tali percorsi, quali forme di contrasto alle mafie si potrebbero realizzare da parte della società civile, nonostante la persistente sottovalutazione della presenza del fenomeno mafioso nella Capitale e della sua specificità da parte delle istituzioni?

«La lotta alle mafie deve necessariamente seguire due binari: quello repressivo e punitivo – compito precipuo di magistrati e forze dell’ordine – e quello culturale, che attiene alle coscienze di ciascuno di noi. Il rispetto delle regole, anche le più elementari, che caratterizzano una comunità è il primo passo per l’affermazione dei principi del vivere civile».

Quale ruolo svolge il giornalismo d’inchiesta e quali forme di collaborazione si potrebbero realizzare tra giornalisti e cittadini?

«Se il giornalismo, tout court, è il cane da guardia della democrazia, i cittadini possono, e devono, diventarne le sentinelle»




INVITO > #arvalialegge e riunione conGiunta

Arvalia Legge

 

 

Congiunta




INVITO > CULTURA, LETTURA E GASTRONOMIA in Biblioteca Renato Nicolini di Corviale

1002680_10204174495555272_1562136871600449486_n




Non servono “Zone Rosse” è la dignità della donna che va tutelata

 

adescamento_prostituzione6

La Commissione per le Pari Opportunità del Municipio XI ha oggi aderito alla lettera aperta al Sindaco Marino inviata dall’associazione “Rising – Parita’ di genere” con la quale si esprime contrarietà alla creazione di aree di tolleranza della prostituzione (zone rosse) in alcune parti della città. – Lo dichiarano Rossella Coltorti, Giulia Fainella ed Emanuela Mino, Consigliere del Municipio Roma XI.

La prostituzione è una forma di violenza contro le donne e va combattuta anche con l’ausilio di interventi sociali e culturali efficaci. Nessuna amministrazione può esimersi da questo ed è chiaro che il problema va affrontato in maniera coordinata senza lasciar spazio ad iniziative estemporanee e di facciata, senza lasciare da soli i cittadini e le istituzioni locali che più si trovano ad affrontare questi problemi. Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e fingere che i problemi sociali che affliggono la nostra Città non esistano. Quello che chiediamo fortemente al Sindaco è che si avviino le procedure al fine di calibrare una giusta proposta che tenga conto di chi il fenomeno lo subisce sulla propria pelle, di tutte quelle persone che sono gettate in mezzo ad una strada, di quegli schiavi, donne e minori soprattutto, vittime di tratta e di violenze.

Non è con la creazione di “zone rosse” che potremo risolvere questa situazione, non è creando enclavi del sesso nelle quali la prostituzione sia legittimata che potremmo ridurre il fenomeno e dare maggiore dignità a chi è costretto. Parimenti non è così che potremmo dire di essere realmente accanto a tutti quei cittadini che oggi chiedono maggiore decoro in quelle strade che, contro legge, sono ostaggio di una pratica che va combattuta con controlli e con mediazione sociale che può giungere anche con l’ausilio e l’implementazione di progetti già esistenti. Solo attraverso un deciso cambio di rotta si può sperare in questo come in altri campi dove il disagio sociale assume diversi aspetti, di poter arrivare ad un risultato che tenga conto di tutti gli attori e che sia realmente frutto di un lavoro che vede oltre la contingenza e mira a tutelare e difendere la salute e la dignità delle donne.

 http://www.emanuelamino.it/2014/11/non-servono-zone-rosse-e-la-dignita-della-donna-che-va-tutelata/2410




Asfalto – testo per musica

DSCF2109C’è chi è abituato a vivere in un regno
Non ci accetta e ci guarda con sdegno
C’è chi ha avuto molta piu fortuna
A sua detta lui viene dalla luna. Non sarò mai cosi banale dammi retta..
Se ti dico vengo da Corviale mi giudicheresti
Ma per quello che non sono,io sono cio che suono..
Un chilometro intero in un palazzone casa mia..
E’ il famoso serpentone dove il grigiore è alcobaleno..
Cresciuto in quella via tutti i giorni a fa casino finché “Damose regà, sta arrivà la polizia!”
E si corre per divertimento, non solo per paure la mia rabbia..
Un’ emozione troppo pura e voi continuate a puntare il dito
Sempre a giudicare ma non il vero!
Basandosi sull apparenza.. e dalla provenienza.. mentre inseguo i miei sogni su quest’asfalto
Per chi non c’è ma ora mi guarda dall’alto.

sbaglio

Luca Sampieri, classe 1998 in arte Sbaglio, leader degli Urban Poets, gruppo rap romano nato a Corviale

 




INVITO > Appuntamenti in Biblioteca Renato Nicolini

Poesia novembre 2014-page-001locandina letture npl_nov14-page-001




Notti delle Biblioteche – Urban Poets, i ragazzi di Corviale

Performance in occasione delle Notte delle Biblioteche

Luca, in arte Sbaglio, voce e chitarra

sbaglio