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Per affrontare correttamente il tema del rapporto tra sviluppo locale, terzo settore e lavoro, vorrei allacciarmi al percorso di riflessione condotto con grande passione civile e sensibilità culturale dal compianto Alberto Valentini nel Comitato Scientifico del Forum Terzo Settore Lazio, da lui presieduto, in occasione dell’elaborazione – a seguito dello scandalo di Mafia capitale – di una “Carta dei Valori” da parte del Comitato medesimo, successivamente condivisa dal Forum.
Queste sono alcune formulazioni presenti nella “Carta dei Valori”:
“Il Forum Terzo Settore Lazio è una realtà aperta a tutte le organizzazioni che svolgano attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà…”
“Il Forum Terzo Settore Lazio opera in favore dello sviluppo dei territori sotto il profilo economico, sociale, culturale ed ambientale sulla base dei bisogni espressi dalle differenti comunità”
“Gli aderenti al Forum Terzo Settore Lazio declinano la propria azione in sintonia con i processi di integrazione internazionale tra i popoli e le organizzazioni di Paesi diversi”
“Il Forum Terzo Settore Lazio promuove la relazionalità tra singoli, gruppi e organizzazioni e la cultura del ‘fare rete’ come motore di crescita e di sviluppo del territorio”
“Gli aderenti si impegnano a rispettare i diritti e la dignità dei propri lavoratori, a tutelarne il lavoro, la sicurezza, la salute e le libertà sindacali. Ripudiano ogni forma di discriminazione, corruzione, lavoro nero, forzato e minorile”
“La gestione e l’uso dei beni comuni – che per loro natura sono finalizzati al perseguimento dei diritti fondamentali e irrinunciabili della persona e al rafforzamento dei legami comunitari – deve essere fatta con responsabilità, nel rispetto della legalità, in modo etico e partecipato”.
Come si può notare, c’è uno stretto legame tra queste affermazioni e l’impianto culturale di uno degli ultimi lavori scientifici di Alberto Valentini: Maremma globale. Un progetto territoriale di sviluppo locale, 2011. In tale testo si afferma: “I tre fattori fondamentali da cui partire per realizzare un progetto di sviluppo locale sono: 1) la centralità dell’identità di appartenenza al territorio sentita dalla popolazione; 2) la valutazione proiettiva della domanda espressa dalle persone e dalle comunità, italiane e straniere, che guardano con interesse la Maremma; 3) la ‘vision’ a medio-lungo termine, capace di indicare la direzione di marcia dello sviluppo compatibile del territorio considerato”.
Lo sviluppo locale sta tornando ad essere l’approccio ineliminabile per affrontare i problemi complessi della società post-fordista. Emblematiche sono alcune esperienze nate a Roma e nel Lazio, alcune delle quali si sono proiettate sul piano nazionale.
L’associazione di promozione sociale Rete Fattorie Sociali è stata fondata a Roma nel 2005 e si confronta ogni giorno con il disagio sociale. Opera a livello nazionale e raggruppa diversi soggetti a vario titolo coinvolti in esperienze di agricoltura sociale: persone con svantaggi o disagi, agricoltori, operatori sociali, ricercatori., professionisti, tecnici, enti, cooperative, associazioni, fondazioni, istituti. È articolata come una rete di persone e di organizzazioni e pratica una metodologia d’intervento fondata sulla cittadinanza attiva e sulla progettazione partecipata. È diventata nel tempo un punto di riferimento di informazioni sulle buone prassi e di partecipazione attiva sul territorio.
L’associazione di promozione sociale Corviale Domani operativa nel Quadrante Corviale (Municipi XV e XVI) fin dal 2008 come aggregazione informale di un gruppo sempre più numeroso di associazioni, enti, istituzioni, istituti di ricerca, operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari, ha avviato in modo spontaneo un percorso di progettazione partecipata dal basso per coinvolgere l’insieme della Comunità di Corviale e dell’intero Quadrante (Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali, Casetta Mattei, Bravetta, Trullo, Magliana Vecchia).
L’associazione di promozione sociale Rete Economia Solidale in Ciociaria da alcuni anni opera per lo sviluppo locale. Un ruolo propulsivo per realizzare il progetto-cantiere AGRICOLTURA EROICA vi svolge la Cooperativa sociale Bene Comune di Ripi (FR) in collaborazione con il Parco dei Monti Simbruini, l’Università della Tuscia, il Consorzio Valle del Simbrivio, l’Istituto Istruzione Superiore Angeloni, il Consorzio delle Pro-Loco Capo di Leuca, il Dipartimento Salute Mentale ASL Frosinone, il Consorzio Toscanapa, l’Istituto Alberghiero di Fiuggi e alcuni Comuni.
L’associazione senza scopo di lucro Comitato di Sviluppo Locale di Piscine di Torre Spaccata opera alle spalle degli studi cinematografici di Cinecittà, nel VII Municipio di Roma. Il progetto LA FABBRICA DEI SOGNI è partito nel 2011 per iniziativa della Cooperativa Start-Up (con ruolo di coordinamento)), della Cooperativa Le Rose Blu, dei Servizi Sociali del Municipio e del Dipartimento di Studi Urbani dell’Università Roma Tre. Nel luglio 2012 viene utilizzata una parte del mercato comunale in stato di abbandono per insediare un centro anziani e due poli autogestiti per l’artigianato e il biologico. Il Comitato Sviluppo Locale mette insieme il Comitato di quartiere , il centro anziani, l’agenzia diritti e 33 entità.
La cooperativa sociale Utopia 2000 onlus è nata a Sezze (LT) nel 1999 per promuovere sviluppo locale. Ha maturato diverse esperienze su tutto il territorio laziale e ha aperto due strutture di accoglienza in Umbria. Nel 2008 ha insediato a Bassiano (LT) un gruppo appartamento per l’accoglienza di minori disagiati; la casa alloggio e gli uffici amministrativi. Collabora attivamente con diverse associazioni promuovendo manifestazioni di vario genere (sportive e culturali), sostenendo la storia e l’editoria locale.
L’associazione di promozione sociale CeSLAM (Centro Sviluppo Locale in Ambiti Metropolitani) è nata nell’autunno del 2015 a Tor Pignattara (Municipio V di Roma) per mettere insieme competenze multidisciplinari (sociologiche, economiche, storiche, creative, statistiche, urbanistiche, educative, gestionali, giuridiche, amministrative) e supporti nel campo della formazione, della comunicazione e delle tecnologie digitali. L’obiettivo è di attuare interventi territoriali finalizzati all’accompagnamento di attori sociali nel loro processo di riposizionamento strategico all’interno dei processi di competizione globale.
Guardando a queste esperienze, si può facilmente notare che, nel giro di alcuni decenni, siamo passati dalle antiche polarità urbano/rurale, centro/periferia, metropoli/aree interne alle comunità-territori policentriche, prive di adeguati corpi intermedi (in profonda crisi), ma animate da molteplici attività di interesse generale svolte da soggetti del terzo settore e caratterizzate da modelli innovativi di welfare (Agricoltura Sociale, PMI Index Welfare, ecc.).
Le nuove comunità-territori policentriche si caratterizzano oggi per una carenza di efficienti enti locali di prossimità. I Municipi di Roma sono del tutto privi di identità e rimasti, di fatto, mere strutture amministrative decentrate del Campidoglio. Nel contempo, i piccoli Comuni del Lazio sono entità con risorse finanziarie sempre più decrescenti e obbligati ad associarsi senza, tuttavia, potersi giovare di un’azione di accompagnamento e di una strategia territoriale da parte delle istituzioni che detengono compiti di orientamento e relative risorse.
Occorre, dunque, affrontare la crisi di fiducia tra le istituzioni con poteri di indirizzo programmatico (Regioni, Stati, UE) e la società locale ( che deve sempre essere composta – per definirsi tale – da comunità, società civile ed ente locale di prossimità). Siffatta crisi si affronta colmando lo iato che si è prodotto tra il decisionismo istituzionale (come esito della riforma costituzionale approvata recentemente dal Parlamento) e la debolezza della società locale. Tale frattura non dipende solo dalla crisi dei corpi intermedi – come ha sostenuto recentemente Giuseppe De Rita – ma anche da profondi limiti di cultura politica e sociale da superare sviluppando la conoscenza in ogni ambito del sapere scientifico. L’eclisse dei corpi intermedi tradizionali è causa ed effetto di una più profonda decomposizione della società, la cui rivitalizzazione in forme nuove non può che ripartire da un processo di autoconsapevolezza dei cittadini e della società locale.
È per questo che lo sviluppo locale è essenzialmente autosviluppo della società in tutte le sue dimensioni e articolazioni, come ci ha insegnato Giorgio Ceriani Sebregondi. Ed è alla luce di questa visione sempre più attuale che va ricomposto il rapporto tra istituzioni (che mettono a disposizione prospettiva e mezzi) e società locale (intesa come insieme non indivisibile di comunità, società civile ed ente locale di prossimità in grado di riaccendere le tensioni al cambiamento e riorganizzarsi per trovare la strada e vincere la sfida dello sviluppo).
Se è questa la via da percorrere, bisogna allora lavorare alacremente su tre fronti: 1) acquisire una chiara e convinta visione federalista e sussidiaria delle relazioni verticali (interistituzioni) e orizzontali (istituzioni/società); 2) favorire una disponibilità a creare istituti innovativi di democrazia diretta di stampo neo-comunitario (dal “condominio di strada” alle fondazioni di partecipazione, dalle cooperative di comunità ai demani civici); 3) riconoscersi reciprocamente e laicamente come soggetti che operano nell’interesse generale, sulla base di regole condivise, superando modelli fondati sull’antagonismo e sulla delegittimazione dell’interlocutore.