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Una casa popolare che attira bus turistici da tutto il mondo fa riflettere sulle utopie architettoniche. La mia idea è che Hundertwasser ha imparato la lezione delle utopie architettoniche irrealizzate e non si è limitato a progettare l’utopia ma ha costruito le strutture in modo tale e definito che non potessero essere utilizzate in maniera diversa da quella progettata. Ad esempio costruendo trinceroni di pietra con alberi piantati nella strada pedonale.
Ad esempio predestinando strutturalmente uno spazio in modo tale che potesse essere utilizzato solo nella maniera progettata (chi andrebbe ad occupare e ad abitare alla fine di una rampa
con terrazza in un locale completamente finestrato e senza alcuna tramezzatura, un locale insomma buono solo per la progettata destinazione di caffetteria).
Quello che unisce le due utopie è il mercatino
autogestito di riciclo e riuso con la differenza che nella casa dell’utopia realizzata lo spazio dedicato al mercatino è predifinito e pronto all’uso.
Impariamo da chi ha appreso la lezione e cominciamo a lavorare per portare a compimento le utopie architettoniche irrealizzate.
Tommaso Capezzone (dal quartiere popolare Hundertwasser di Vienna)