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di Sydney Sibilia. Con Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo.
Pietro (Leo) è un brillante neurobiologo, ricercatore precario; quando sembra che stia per arrivare la sospirata e meritatissima assunzione a tempo indeterminato, piccole manovre clientelari fanno promuovere un suo collega molto meno titolato e lui perde anche il contratto annuale; alla sua compagna Giulia (Solarino), assistente sociale che lavora alle tossicodipendenze, che aspetta pure un figlio non ha il coraggio di dire la verità. La sua specialità è l’isolamento di molecole e così con l’aiuto di Alberto(Stefano Fresi), un chimico di valore che fa il lavapiatti in un ristorante cinese, ricava da una molecola – che non appare negli elenchi del Ministero della Sanità tra quelle dopanti – delle pillole che, per legge non sono classificabili come droghe. Il problema è come diffonderle ( questo è, comunque, un reato ma minore) e così mette insieme un team di giovani talenti nelle stesse condizioni sue e di Alberto : Mattia (Valerio Aprea) e Giorgio (Lorenzo Lavia), due latinisti che fanno i benzinai alle dipendenze di un gestore bengalese, Arturo (Calabresi) dottissimo archeologo che fa lo stradino, Andrea (Pietro Sermonti) ,antropologo che non trova lavoro come guardiano perché i datori di lavoro sono messi in allarme dal suo eccezionale curriculum e Bartolomeo (de Rienzo) , microeconomista , che convive con una ragazza rom e tenta, con costante insuccesso, di usare parametri algoritmici per il poker. In breve le loro pillole vanno a ruba e loro diventano ricchissimi (mentre Giulia racconta preoccupata a Pietro che una nuova irresistibile sostanza sta facendo ricadere molti dei suoi assistiti).Tutto andrebbe per il meglio ma , da un lato, i nostri eroi – nonostante i buoni propositi iniziali- spendono e spandono platealmente e, dall’altro, si fa vivo il terribile Murena (Neri Marcorè) , il boss dello spaccio che non può tollerare l’arrivo di questi intrusi. Quasi lieto fine ,con il Murena – scopriremo che il soprannome gli viene dall’essere stato , in passato, un rispettato ma disoccupato biologo marino- arrestato , gli improbabili spacciatori di nuovo in bolletta e Pietro , in carcere, che aiuta Giulia e il figlio dando lezioni ai detenuti.
Sibilla è al suo primo lungometraggio ma ha al suo attivo dei corti molto brillanti; “Smetto quando voglio” è uno dei migliori esordi di questo periodo ( lui sembra proprio avere un buon futuro da regista) ed è un ottimo esempio di come qualcuno tra i migliori registi esordienti stia uscendo dal tunnel dell’autorialità per cercare nuove, originali strade nella commedia : basti pensare a due esordi , lontani tra di loro per mezzi produttivi ma in linea con questa tendenza :”Fuga di cervelli” di Paolo Ruffini e “Spaghetti story” di Ciro De Caro.