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3 anni fa cominciavano i lavori al quarto piano del palazzo di Corviale. Un’operazione politica prima che strutturale, la ricucitura tra le istituzioni che avevano tradito il progetto di Fiorentino e gli abitanti che in stato di necessità avevano occupato il quarto piano lasciato vuoto. Nessuno è stato lasciato indietro in quest’operazione sociale oltre che politica che ha tutte le caratteristiche per fare scuola per l’intero Paese ora che ci sono i soldi del PNRR. Ma i soldi per Corviale c’erano anche prima e questo evidenzia il problema dei problemi: la capacità amministrativa di spenderli. Problemone anche per il PNRR. Non a caso a Roma s’e’ mossa la capacità progettuale del Terzo Settore per smuovere le istituzioni sui Piani Integrati da usare per riqualificare le periferie.
Ma tornando a 3 anni fa quello che determinò’ la svolta fu l’interlocuzione continua e tesa tra il protagonismo dell’associazionismo e una politica spesso lontana nella sua funzione istituzionale, quasi sempre vittima consenziente di macchine amministrative incapace di governare, una politica che però alla fine trovo’ leader capaci di capire la partita e metterci finalmente la faccia.
Ma un altro merito per la riuscita della partita è anche e fortemente dovuto al ruolo dell’opinione pubblica che si è riusciti nel tempo e con costanza a coinvolgere. Una parte l’ha svolta anche questo Giornale delle Periferie che dal 2008 da’ voce e corpo alla scommessa di trasformare la maledizione di Corviale nel sogno Corviale, in nome dell’originario sognatore Fiorentino e dei nuovi sognatori di Corviale Domani.