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Corviale Domani è una Aps che ha lo scopo sociale di mettere in rete e a sistema la ricchezza associativa del quadrante di Corviale mettendolo inoltre in relazione con i vari livelli istituzionali dal municipio all’UE e con i livelli cittadini, nazionali e internazionali del sistema universitario e di ricerca pubblico e privato, del sistema mediatico tradizionale e digitale e degli stakeholders economici, sociologici, medici, psicologici, urbanistici, architettonici…
Corviale Domani nasce nel 2008 da un gruppo di operatori sociali e politici che identificano Corviale come la metafora perfetta di tutto ciò che in Italia non ha funzionato per incapacità di portare a compimento progetti nati per risolvere grandi problemi socio politici. Progetti nati bene ma che poi l’incapacità amministrativa ha impedito di realizzare appieno. Questi grandi insediamenti di edilizia popolare sono stati il contraltare dei grandi insuccessi della politica industriale pubblica: grandi cattedrali nel deserto lasciati a degradare per incapacità ed abbandono.
Corviale, come Scampia e lo Zen, era il simbolo di questa sconfitta.
La nostra scommessa, anche comunicativa, era di trasformare un brand negativo – così come era percepito allora – in un brand positivo puntando sull’innovazione insieme tecnologica, ambientale, architettonica, sociale, culturale e politica.
Una sfida insomma.
Una sfida però razionale. Infatti abbiamo per prima cosa messo in campo un’inchiesta territoriale con un finanziamento della finanziaria Filas della Regione Lazio (Corviale è di proprietà dell’Ater della Regione Lazio). Ricerca affidata alla società IsiCult esperta di ricerche culturali.
Questa ricerca ci ha consegnato – accanto ai problemi tipici di un quartiere periferico con abbandono scolastico, invecchiamento della popolazione, disgregazione familiare, disoccupazione, isolamento… – la fotografia di un quadrante ad alta concentrazione di associazioni con una sviluppata vocazione culturale, artistica e sportiva.
Da qui lo sviluppo di una progettualità distrettuale fondata su tali vocazioni.
Nel frattempo una serie di artisti, buttati fuori mercato dalla speculazione immobiliare al centro storico dove avevano gli studi, hanno scoperto gli enormi spazi vuoti esistenti a Corviale. Spazi progettati per servizi socio culturali e mai utilizzati. Questi artisti hanno occupato alcuni di questi spazi, ripulendoli, ristrutturandoli e riportandoli a nuova vita. Con l’aiuto e la collaborazione di Corviale Domani questi artisti hanno nel tempo intrapreso un percorso di regolarizzazione della loro posizione con l’Ater proprietaria degli spazi. Infatti la loro azione di animazione culturale ed artistica viene regolarizzata all’interno dell’odierno Piano Integrato Corviale finanziato col PNRR.
Dalla fondazione Corviale Domani si occupa della comunicazione del brand Corviale. Abbiamo avuto contezza del successo della nostra sfida comunicativa di trasformare Corviale da brand negativo a brand positivo quando il PD ha messo nel logo delle primarie una simbolica skyline di Roma in cui comparivano il Colosseo, il Gazometro, il Campidoglio e il Corviale.
Nel tempo abbiamo cominciato ad occuparci di nuove forme d’intermediazione sociale che potessero riempire il vuoto creatosi dal venir meno dei classici corpi intermedi quali partiti e sindacati. Questa ricerca si è sempre più intrecciata con le possibilità che le piattaforme digitali offrono per intermediarie bisogni e servizi. L’emergere prepotente della questione della transizione energetica ha man mano fatto emergere il ruolo e la necessità di nuove forme di soggettività sociali per rendere possibile questa transizione. Questa continua riflessione e discussione ci ha portato a sposare la necessità di Comunità Energetiche per governare la transizione energetica. Parallelamente e sincronicamente abbiamo scelto ed elaborato la formula della Cooperativa Urbana di Comunità per gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi. Quindi all’originale impegno per la comunicazione si è affiancato sempre più quello per la formazione e l’informazione attraverso le Comunità Energetiche e le Cooperative Urbane di Comunità. Ciò ha portato ad elaborare un’idea ed una pratica di Innovazione Sociale.
Il progetto si è diffuso attraverso una serie d’iniziative, a cominciare dai Forum Corviale, ha man mano aggregato università, enti di ricerca, stakeholders…
Oggi il progetto ha preso corpo istituzionale attraverso le istituzioni consorziate di Roma Capitale, Regione Lazio e Ater con la coprogettazione e coprogrammazione di 70 Associazioni firmatarie del Protocollo d’Intesa.
È il più grande progetto di rigenerazione urbana europeo. Averlo associato al PNRR darà la certezza delle realizzazioni e dei tempi di attuazione. Il coinvolgimento di una Cooperativa di Comunità nella gestione previsto dal Piano Integrato Corviale è un esperimento che unisce sviluppo locale e certezza di gestione postrigenerazione per evitare il ripetersi del degrado dovuto a mal o nulla gestione. L’impatto sugli abitanti sarà anche un salutare ritrovare il senso civico di appartenenza tra una comunità e le istituzioni in un contesto in cui si oscilla tra disincanto per le tante promesse e i tanti ritardi e aspettative e speranze di una nuova ripartenza col piede giusto. Il lavoro delle nuove forme d’intermediazione previste ha anche lo scopo di accompagnare questo percorso ed evitare altre e pericolose disillusioni.
Grande rilevanza ha nel progetto il tema ambientale.
All’interno del Piano Integrato Corviale è prevista infatti la creazione del Parco Est davanti il Palazzone e del Parco Ovest dietro.
Parchi in relazione visiva e ciclopedonale attraverso l’apertura della parte centrale del piano terra del Palazzone così come previsto dal progetto dell’arch. Peretti vincitore del bando Rigenerare Corviale. Nel Parco Est saranno messi a sistema integrato tramite percorsi ciclopedonali e alberature i vari insediamenti dal Calcio Sociale al Rugby Arvalia alla nuova scuola Mazzacurati… Nel Parco ovest con i suoi 1400 ettari di verde e i suoi 70 casali sono previsti sentieristica e servizi associati alla fruizione del verde.