L’espressione “la realtà si vede meglio dalla periferia” sintetizza un ragionamento più ampio sul concetto di periferia. Il termine Periferia rimanda al limite, al confine non solo geografico, ma più delle volte a confini e limiti mentali. La distinzione fra un centro che consideriamo ordinato e il disordine che consideriamo prevalente costituisce spesso l’approccio mentale alla periferia.Gli abitanti delle periferie portano quello che i sociologi definiscono lo stigma1. Tuttavia, il vivere ai margini, l’essere fuori dalle regole codificate, può motivare un approccio informale e lo sviluppo di una creatività diffusa. Nelle aree liminali e degradate spesso nascono e si sviluppano forme artistiche, protagonismo sociale e cittadinanza attiva più diffusi che altrove, tanto da assumere anche dignità di servizio socio-culturale e produttivo.Ripartire dalle potenzialità umane, sociali e intellettuali. Dare forma e gambe alle risorse umane per esprimersi e ridurre le diseguaglianze. Oggi la proposta deve comprendere questi obiettivi più ambiziosi. E’ necessario uscire da una visione quasi “romantica” della periferia, se si vogliono affrontare i nodi e le criticità strutturali delle aree urbane.
Un approccio alla città dove la dimensione urbanistica si apre ad un progetto collettivo fatto sia di interventi fisici sul patrimonio immobiliare che di progetti immateriali per lo sviluppo di nuovo welfare urbano.
PIANO DI AZIONE