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Il 23 novembre le realtà territoriali di 7 Città metropolitane entrano al Parlamento dall’ingresso principale. Scontato?
Non era scontato.
Entrano, per la prima volta, portando competenze, conoscenze e le esperienze vissute e maturate da operatori e associazioni di “cittadini committenti” in luoghi e quartieri spesso complicati, in quartieri difficili in cui la sicurezza e il rispetto delle regole sono spesso vuote parole.
Sono loro che apriranno la giornata raccontando il cammino fatto di concretezza, di materialità, di passioni civili, di rifiuti, di lontananze, di afonie e di quella volontà coniugata con il sogno di potercela fare. Oggi si rende visibile una rete, da estendere, che ha obbiettivi comuni che trovano le radici nell’affermare che senza il chi ci vive, le persone in carne ed ossa, non si realizza nessuna rigenerazione urbana.
L’entrare dalla Porta Principale significa avere pari dignità nella costruzione del futuro dei nostri territori.
Perché a seguire ci sono gli interventi del Capo della Polizia Gabrielli e dell’Istat dr. Cruciani?
Il primo, il dott. Gabrielli, ha il compito di governare gli interventi partendo dalla conoscenza delle periferie praticando l’ascolto e il confronto con le realtà territoriali e il tessuto socio-culturale ambientale e produttivo e condividendo con loro preoccupazioni, esigenze, sicurezza reale e percepita e voglia di un vissuto normale.
La famosa “ Cavalleria” diventa solo un ultimo rimedio su situazioni molto complesse.
L’Istat con le sue competenze e le sue banche dati, ha il compito di fornire fotografie delle Comunità che vivono nei territori interessati dalla rigenerazione (vedi composizioni delle famiglie, il quadro socio-economico comprensivo delle varie forme di disagio, della dispersione scolastica che riguarda il futuro, ….) tematiche da mettere in prima fila se si vuole intervenire con serietà sulla riuscita dei progetti.
Nel pomeriggio i saluti del Vescovo Paolo Lojudice non saranno formali avendo vissuto e operato quotidianamente in quartieri e zone di problematiche periferie, mentre il Questore Dambruoso ci porterà il sostegno della Presidenza della Camera ad andare avanti.
Apriremo con “la vera sfida: l’efficienza amministrativa” che ci attende, anche in futuro, per avviare o portare a termine i progetti approvati. Un tema cruciale a cui dobbiamo tutti insieme metterci mano. Ne va della riuscita dei molti progetti, che spesso rimangono chiusi, anche per tempi lunghi, nella maglie dei ruoli e delle competenze, veri giardini di casa, sia all’interno che all’esterno delle varie Istituzioni preposte a delibare e rendere cantierabili sia materialmente che immaterialmente la progettazione e la programmazione degli interventi previsti.
I “Soggetti attuatori” definiti come i corpi intermedi, sono i prescelti e/o i promotori degli interventi progettati e approvati in incontri preliminare e conferenze di servizio. A loro va sollecitata di avere una visione che si integra sia con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non, che in forma interdisciplinare debbono portare a compimento i progetti approvati. Il danno che è verificabile nelle realtà del vivere nelle periferie è che “ognuno fa solo la sua parte” da chi progetta, finanzia o cantierizza. Le firme sul progetto, la deliberazione conseguente, il finanziamento versato, i cantieri finiti troppo spesso non colloquiano, non si ascoltano, non hanno nel DNA che li vivranno le persone. È questa tendenza che bisogna invertire.
È una scommessa culturale, di sentirsi parte e corresponsabili, su cui bisogna incidere in profondità.
“Il front-office Istituzionale: i Comuni “
Sono quelli dello sportello, quelli che hanno in carico la soluzione dei problemi e della realizzazione dei progetti esecutivi approvati. Un impegno e un ruolo di coordinamento che va esercitato, in cui abbia la centralità anche l’ascolto e la partecipazione dei cittadini attivi e committenti soprattutto in interventi di rigenerazione complessi.
“La governance” diventa effettiva praticandola. Dal Governo all’ANCI, passando per il Parlamento e Le Regioni hanno in compito di promuovere e favorire le cooperazioni e gli impegni da assumere e rispettare. Semplice a dirsi ma spesso paludosamente complicato. Il riportare sicurezza, rispetto delle regole, sperimentare nuove forme di Welfare e lo sviluppo economico dei territori, dare risposte al disagio e alle dispersioni, sono temi su cui si può e si deve collaborare.
Un impegno evocato da poco praticato.