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Il sequel salvato dall’alberello
di James Gunn. Con Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Vin Diesel, Bradley Cooper
Nel 1980 un giovane alieno, Ego (Kurt Russell), fa l’amore con Meredith Quill (Laura Haddock) nei boschi del Missouri e lui pianta un seme nel terreno; da questo incontro è nato Peter Quill/Star Lord (Pratt). Trentaquattro anni dopo troviamo lui, Gamora (Saldana), Drax (Bautista) e il procione Rocket (Cooper/Christian Iansante, voce) che, assoldati dai Sovereign per proteggere delle preziose batterie, combattono con un mostro, mentre l’alberello Baby Groot (Diesel/Massimo Corvo, voce) partecipa giocosamente alla lotta ballando e affrontando insetti spaziali. Per ricompensa la regina Ayesha (Elisabeth Debicki) consegna loro Nebula (Karen Gillan), la crudele sorella di Gamora. Quando sono a bordo della loro astronave, la Milano, i Guardiani sono attaccati dai Sovereign, perché l’incorreggibile Rocket ha rubato alcune batterie. La Milano precipita sul pianeta Berhart, dove un astronauta distrugge la flotta dei Sovereign. Si tratta di Ego, che rivela a Peter di essere suo il padre e lo invita sul suo pianeta; lui va con Gamora e Drax, mentre Rocket rimane con Groot per riparare la Milano e a sorvegliare Nebula. Intanto Yondu (Michael Rooker) tenta di rientrare nella consorteria corsara dei Ravager, dalla quale era stato radiato per aver trafficato bambini (tra i quali Peter, che aveva rapito su incarico di Ego, per poi tenerselo e crescerlo come un fuorilegge) ma viene scacciato dal capo Stakar Ogord (Sylvester Stallone). Subito dopo viene incaricato da Ayesha di catturare i Guardiani. Yondu e la sua banda catturano Rocket e Baby Groot ma i suoi uomini capiscono che lui non vuole consegnare Peter ad Ayesha e, guidati da Taserface (Chris Sullivan), si ammutinano e Nebula si aggrega a loro. Peter, Gamora e Drax sul nuovo pianeta conoscono Mantis (Pom Klementieff) un’aliena con poteri empatici, che è al servizio di Ego; questi rivela al figlio di essere un Celestiale: lui stesso è in realtà il pianeta e la sua forma umana è solo un avatar che gli consente di spostarsi nel cosmo e anche Peter, esercitandosi e abbandonando i suoi sentimenti umani, può usare il potere del pianeta. Tra Drax e Mantis nasce una sorta di sentimento e lei lascia capire che loro sono in un qualche pericolo. I Ravager imprigionano Rocket e Yondu, fanno di Groot il loro zimbello e indirizzano l’Elector la loro astronave, verso il pianeta di Ego, per catturare i Guardiani, mentre Nebula si propone di uccidere Gamora, per vendicarsi delle torture da lei subite dal loro padre Thanos (Josh Brolin), quando da piccole combattevano e lei soccombeva. Groot, con l’aiuto di Kraglin (Sean Gunn), rimasto fedele a Yondu, libera i due prigionieri. Insieme distruggono l’astronave, uccidendo tutti i Ravager ribelli e partono su di una capsula spaziale per il pianeta di Ego. Qui Nebula, giunta con un’altra capsula, affronta Gamora. Durante il combattimento le due sorelle cadono in una grotta con migliaia di scheletri e, capendo di trovarsi in un grave pericolo, decidono di allearsi. Ego, intanto, spiega a Peter di aver piantato dei semi su tutti i pianeti in cui era stato per poterli trasformare in proprie estensioni e, avendo bisogno di un altro Celestiale per compiere l’operazione, di aver ingravidato centinaia di donne, incaricando Yondu di portargli i bambini, nella speranza che almeno uno di loro avesse il gene celestiale. Solo Peter, però, sembra possederlo (degli altri si era brutalmente disfatto, così come aveva causato il cancro alle donne ingravidate, compresa la madre di Peter) e Ego lo ipnotizza e lo usa per attivare i semi, che cominciano a crescere e distruggere tutto quanto intorno a loro ma la rivelazione dell’uccisione della madre lo fa ridestare e fuggire lontano. Intanto Mantis ha informato Gamora, Drax e Nebula dei piani di Ego e del fatto che questi possa essere ucciso solo distruggendo il nucleo centrale del pianeta. Tutti loro, insieme a Rocket, Groot, Yondu e Kraglin atterrati sul pianeta, corrono in soccorso di Peter. La loro missione viene interrotta dall’arrivo della flotta dei Sovereign, avvisati da Taserface in punto di morte. Rocket crea una bomba usando le batterie rubate e incarica Baby Groot (abbastanza piccolo da entrare negli anfratti interni del pianeta) di farla esplodere, mentre Peter combatte con Ego e il resto dei Guardiani fugge dal pianeta. La bomba esplode, Ego muore e le navi Sovereign vengono distrutte. Yondu, che, a suo modo, ha amato Peter come un figlio e vuole riscattarsi, si sacrifica per salvarlo. Nebula, riconciliata definitivamente con Gamora, parte con l’intento di uccidere Thanos. I Guardiani, ai quali si è unita Mantis, spargono le ceneri di Yondu nello spazio e vedono i guerrieri di Stakar, rendergli omaggio con un funerale solenne Ravenger.
Riecco i freaks dello spazio, nella stessa formazione e con lo stesso regista, in un sequel che sta raggiungendo gli stessi incassi stellari (è il caso di dirlo!) del precedente. Il meccanismo è tipicamente Marvel: eroi con problemi che vivono avventure al limite dei loro poteri, inframmezzate da storie melò. Il format del fumetto originale – tanti supereroi che si alternano nel formare la squadra dei Guardiani – aiuta a sviluppare il leit-motiv emotivo della serie: i cattivi di uno o più episodi, a un certo punto rivelano risvolti inattesi e combattono con i buoni. In questo Guardiani della Galassia 2, a differenza del prequel allegramente fracassone, il rischio era di un eccesso di storia da romanzo d’appendice ma – oltre ai già sperimentati eroi/fool: il procione e il wrestler Bautista come Drax, – l’invenzione dell’alberello Groot (nei fumetti non c’era) consente di immettere nel racconto elementi da cartone animato che danno un tocco di ulteriore allegria e tenerezza.