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Roma, la rivoluzione Raggi cancella l’ufficio periferie

Riorganizzazione in vista: nascono i nuovi dipartimenti al Turismo e allo Sport, soppresso quello per le borgate.

«Ci apprestiamo a fare quello che nessuno ha mai fatto prima», rivendica con orgoglio Virginia Raggi, annunciando «la riforma della macchina amministrativa » studiata «per garantire, come avevamo promesso, un’organizzazione del Comune di Roma più efficace, in grado di offrire ai cittadini servizi efficienti e di qualità». E come primo atto sopprime il “Dipartimento Politiche delle periferie, sviluppo locale, formazione e lavoro” — creato dalla giunta Veltroni per dare un segnale forte ai quartieri di cintura, proprio là dove il M5s ha fatto il pieno di voti — distribuendo le varie funzioni sotto due assessorati diversi. Una decisione che neppure Alemanno aveva mai osato prendere.

Non è l’unica novità nel riassetto prefigurato dalla Raggi. Intanto perché tutti i sindaci che l’hanno preceduta, da ultimo Ignazio Marino, hanno varato a pochi mesi dall’insediamento «il riordino delle strutture capitoline ». Che però stavolta, sostiene l’avvocata grillina, «valorizzerà merito, trasparenza, produttività, producendo innovazione e risparmi». Come? Attraverso la procedura dell’interpello: in sostanza, qualunque dipendente ritenga di possedere i requisiti per dirigere un ufficio o un dipartimento, «avrà la possibilità di proporsi per ricoprire gli incarichi da assegnare e sarà quindi scelto in base al proprio curriculum e alle proprie motivazioni». Ma alla fine a individuare il “vincitore” fra i concorrenti in lizza, sarà comunque la sindaca, a sua completa discrezione.

Ma c’è di più: le “Modifiche al Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi di Roma Capitale”, che Repubblica è in grado di anticipare, introducono alcuni cambiamenti eclatanti. Con la nota inviata ai sindacati da Raffaele Marra, il capo del personale che per conto di Raggi sta mettendo a punto la macrostruttura comunale, non solo si cancella il Dipartimento periferie, che verrà smembrato tra l’ Urbanistica e «l’istituendo Dipartimento turismo – formazione e lavoro», ma pure l’Ufficio città storica, finora governato dall’Urbanistica, viene diviso in due e passa in parte alla Sovrintendenza capitolina, in parte ai Lavori pubblici.

In compenso vengono create tre nuove strutture di vertice, con relativa dotazione dirigenziale: il Dipartimento turismo, di cui s’è già detto; il Dipartimento sport e politiche giovanili, che nasce nonostante il no alle Olimpiadi; soprattutto i Mercati all’ingrosso, destinati a riunire in una «struttura autonoma » il Centro carni, il Centro fiori e le aziende agricole, tutti avviati dalla giunta Marino alla dismissione. La prova dello stop impresso dalla Raggi alla vendita delle partecipazioni non strategiche del Campidoglio. Nonostante il Centro carni perda circa 2 milioni l’anno; il Centro fiori 700mila euro; le
aziende agricole più o meno altrettanto.

Ma la sindaca va avanti. «È pronta, e a breve approderà in giunta, la modifica della macrostruttura per l’allineamento della stessa alle deleghe assessorili », conclude la sindaca.
«Lo scopo è individuare la migliore professionalità disponibile nell’ambito dell’amministrazione capitolina». L’importante è tenersi buoni i 23mila dipendenti comunali.

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