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Roma 2024, con le Olimpiadi 15 impianti nuovi nelle periferie

Non è solo ambizione, la voglia di regalare a Roma il sogno delle Olimpiadi. E’ desiderio di rimodulare l’intera città, migliorandone soprattutto i servizi, siano essi sportivi ma anche legati ai trasporti, al verde pubblico, all’occupazione. Punta su questo il Comitato promotore Roma 2024 che ieri ha presentato, ai piedi dello stadio Flaminio, uno studio mai realizzato prima su quello che la Capitale già offre, in termini di impianti sportivi, su cosa si potrebbe migliorare e creare se riuscisse a strappare la candidatura in vista dei prossimi Giochi.

Si parte così dal censimento di Roma «il primo completo e analitico che c’è in Italia», ha spiegato il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, punto di partenza senza il quale «non si potranno fare tutti gli interventi individuati». Un gruppo di studenti universitari ha, dunque, passato in rassegna 2.221 impianti di cui mille pubblici (scuole incluse), 6.336 spazi di attività, producendo oltre 9.600 foto sullo stato delle strutture. Il censimento è servito anche a capire dove creare 15 nuovi impianti sportivi e riqualificare almeno 20 strutture sportive scolastiche da lasciare in eredità a Roma. Tra le zone interessate, quelle ai margini del Centro. Periferie e borgate, dunque, da Tor Bella Monaca a Corviale.

A questo si aggiunge la forza che già Roma detiene, anche grazie all’eredità delle Olimpiadi del 1960. Dispone, infatti, del 70% degli impianti sportivi, alcuni dei quali come lo stadio Flaminio che «proprio grazie alle Olimpiadi – ha aggiunto Luca Cordero di Montezemolo – potrebbe essere riqualificato senza investimenti di denaro a carico del Campidoglio».

Perché qualora Roma riuscisse davvero a ospitare i Giochi, i 5,3 miliardi di euro previsti e divisi tra costi di investimento e costi operativi sarebbero coperti per 3,2 miliardi dal finanziamento del Cio, dalle sponsorizzazioni, dal marketing e per 2,1 miliardi dal contributo dello Stato. Non dalla singola amministrazione comunale di Roma. Non solo, perché Olimpiadi è sinonimo anche di occupazione. Stando alle analisi compiute dal Comitato promotore, infatti, con i Giochi si verrebbero a creare circa 177mila posti di lavoro e il Pil della città, nei prossimi sette anni, potrebbe crescere di almeno il 2,4%.

Infine, le migliorie non riguarderebbero soltanto gli impianti sportivi. Il polo universitario di Tor Vergata, ad esempio, dove è prevista la creazione del Villaggio olimpico, sarebbe trasformato dopo le Olimpiadi in un campus da 6mila unità residenziali.

La rete viaria e dei trasporti della Capitale, inoltre, ne gioverebbe. Sono infatti previsti interventi ferroviari, come la realizzazione di nuove stazioni al Foro Italico, Tor di Quinto, Valle Aurelia e Pigneto, e, altresì, interventi stradali che riguarderanno il Ponte dei Congressi, quello di Dragona, il nuovo ponte tra Circonvallazione Ostiense e via Fermi, il collegamento tra il Grande Raccordo Anulare e la Flaminia.

Inoltre con le Olimpiadi è prevista anche “una cura del verde” per il Tevere e la volontà di creare nuovi parchi – a Saxa Rubra, Magliana e tor Vergata – fruibili per i cittadini.

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