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Ecomuseo Casilino: “Espropiare aree private con i fondi del bando delle periferie”

La richiesta dell’associazione Ecomuseo Casilino per scongiurare tentativi di speculazione edilizia sui terreni vincolati: “L’assenza di una pianificazione urbanistica sta mettendo a repentaglio l’area”.
Ecomuseo Casilino: “Espropiare aree private con i fondi del bando delle periferie”

Espropriare i terreni privati che ricadono nel Comprensorio archeologico casilino Ad Duas Lauros tramite i fondi previsti per il Comune di Roma nel Bando delle periferie del Consiglio dei Ministri. E’ la richiesta avanzata dall’associazione che da anni si sta battendo per l’istituzione di un ecomuseo negli spazi del Comprensorio che ricadono sul territorio del V municipio. La gara prevede uno stanziamento totale di cinquecento milioni di euro destinati a progetti di recupero, trasformazione virtuosa e contrasto alla marginalizzazione dei territori periferici urbani, con la Capitale che potrà beneficiare di decine di milioni di euro.

“Alla luce di questa disponibilità potenziale abbiamo deciso avanzare una richiesta tanto semplice quanto necessaria: utilizzare parte di quei fondi per l’acquisizione a patrimonio pubblico delle aree private del Comprensorio” scrivono in un comunicato stampa i membri dell’associazione. Parliamo di decine e decine di ettari che costituiscono un polmone verde per l’area compresa fra viale della Primavera, via Casilina, via Acqua Bullicante e via Prenestina, un paesaggio ricchissimo di storia, archeologia, antropologia, arte, da valorizzare come punto di partenza “per una riconfigurazione non solo urbanistica ma anche economica e sociale dell’area”.

Perché chiedere l’esproprio dei terreni privati? “L’assenza di una chiara pianificazione urbanistica e le manovre speculative (l’ultima in ordine di tempo quella che ha portato alla costruzione del LIDL) stanno mettendo a repentaglio l’area che, ricordiamo, è vincolata paesaggisticamente e inserita nel contesto del PTPR”. Per questo motivo “chiediamo al Muncipio Roma 5 e al Comune di Roma di farsi carico di una progettazione esecutiva nel contesto del bando delle periferie che preveda prima di tutto l’acquisizione delle aree del Comprensorio Casilino”. In particolare l’area verde compresa fra via Casilina, via Labico, via dei Gordiani e confinante col perimetro dell’attuale Villa De Sanctis, l’area verde compresa fra viale Telese, via Teano, via Prenestina, l’area verde compresa fra via Labico, via Acqua Bullicante, via Teano e via San Vito Romano, l’area verde attualmente privata del Parco Somaini.

Secondariamente, continua poi la nota, “chiediamo che vengano avviati: la bonifica e la messa in sicurezza di tutto il comparto ambientale e naturalistico (con particolare attenzione alle aree con cavità e conclamato dissesto idrogeologico), un piano di ricerca e studio negli ambiti culturali e ambientali del territorio attraverso la creazione di nuovi presidi di ricerca, interpretazione del territorio e il sostegno dei centri di documentazione e studio esistenti, un piano di riqualificazione, ristrutturazione e valorizzazione dei beni culturali e naturali esistenti”. E ancora “la progettazione di un piano complessivo di promozione dell’area dal punto di vista culturale e naturalistico”, insieme alla discussione della legge regionale sugli ecomusei già approvata in Commissione cultura.

“Ci facciamo portavoce dell’esigenza di una progettazione seria ed ambiziosa – concludono i membri dell’associazione – che archivi definitivamente una politica del suolo predatoria e un modello economico che non restituisce valore, ma anzi lo concentra in mano a pochi impoverendo il tessuto economica, sociale e culturale dell’area”.

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