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Lo sport è un bene della comunità che fa bene a tutti, il simbolo per eccellenza dello stare insieme, emblema del valore della partecipazione e del coinvolgimento di tutti, senza lasciare nessuno ai margini. L’architettura, a sua volta, è uno strumento al servizio della collettività. Ecco perché lo sport sociale arriva alla Biennale d’architettura di Venezia con l’Uisp, l’Unione Italiana Sport per Tutti, che presenta il progetto To Moves – Torino Movement, Values, Expression, Sport, ovvero un presidio stabile per l’educazione alla convivenza civile, al rispetto e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco, lo sport e il movimento.
“L’Uisp è alla Biennale Architettura di Venezia perché è parte di un progetto promosso dal ministero della Cultura”, ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. “Abbiamo costruito, insieme ad uno studio di architetti, un dispositivo che possa essere installato nella periferia di Torino, al Parco Dora. Con questo strumento l’Uisp animerà le periferie con giochi di strada, sport, animazione e giocoleria. Lo facciamo perché c’è bisogno di rigenerare le periferie e costruire relazioni positive. Quel dispositivo sarà un presidio di costruzione di cittadinanza attiva, rispetto dell’ambiente e dei valori di solidarietà e fratellanza tra i popoli”, ha affermato.
Marco Navarra, l’architetto dello studio Nowa che ha pensato il dispositivo per l’Uisp, ha presentato il progetto spiegando che “lo sport cambia la vita delle persone perché riesce a cambiare lo spazio in cui vivono le persone, rompendo i confini in cui spesso siamo costretti a vivere. Stiamo lavorando ad un dispositivo mobile che può essere utile per le attività che l’Uisp svolge nelle periferie italiane, offrendo una serie di spazi e articolazioni che si prestano a diverse attività”.
Il progetto è stato presentato alla Biennale, nel Padiglione Italia, intitolato Taking care – Progettare per il bene comune, che promuove 20 progetti nati “dal basso”. Organizzato nelle tre sezioni Pensare, Incontrare e Agire, mostra cosa significhi utilizzare l’architettura per incidere sulle trasformazioni sociali ed economiche dell’ambiente costruito e sottolineare come l’architettura possa fare la differenza anche in contesti con grande limitazione.
To Moves fa parte del progetto più ampio Periferie in Azione e punta alla realizzazione di altri quattro container carrabili diversamente allestiti che da Venezia come destinazione cinque periferie urbane. C’è appunto lo Sport-box curato da Uisp che andrà a Torino (Nowa), un ambulatorio mobile gestito da Emergency (progetto di Matilde Cassani), un Green-box realizzato con Legambiente (cooperativa Arcò), un Legality-box che andrà a Cerignola su un terreno sequestrato alla mafia e gestito con l’associazione Libera (progetto di Antonio Scarponi) e, infine, un Culture-box con libri a disposizione realizzato con l’Associazione biblioteche italiane (Alterstudio).
Se l’idea vi piace, se credete che le periferie italiane siano luoghi ricchi di potenzialità e progettualità, se pensate che valga la pena sostenere processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, allora potete visitare il sito dedicato al progetto Periferie in Azione, sul quale è stata lanciata la compagna congiunta di crowdfunding civico che contribuirà alla realizzazione di tutti i dispositivi.