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“Pezzi” verrà proiettato di nuovo giovedì 19 maggio alle ore 19:00 presso il padiglione del “Museo della mente” all’interno del “Santa Maria della Pietà”(ex manicomio di Roma) in Piazza Santa Maria della pietà 5.
Quella Roma fragile delle periferie che ti fa male come un pugno.
Il film di Luca Ferrari sul volto tumefatto dei margini di una città.
“Credo nei film che hanno una valenza critica e culturale. Come è avvenuto con “Pezzi” di Luca Ferrari, uno dei film che mi ha fatto più male”, ha detto Valerio Mastrandrea produttore del film in un’intervista a L’Espresso in cui racconta di Showbiz, il nuovo documentario di Ferrari che ha prodotto con Kimerafilm. “A fine riprese, sono subentrato nella produzione perché credevo nella capacità del regista di narrare un mondo che nessuno racconta”. Male. “Pezzi” fa male, ecco. La realtà che ci racconta, fa male. Storie di droga, di delinquenza, di morte. Storie di dolore che arrivano violente come un pugno sul volto.
Margini. Storie di chi non ce la fa, di chi rimane incastrato nella durezza della sua marginalità, di chi non riesce a uscire dall’angolo di inferno che si è scavato. Incastrati come pezzi di un puzzle mostruoso. Eppure così umano. Lontani dal frastuono della grande città, lontani dai problemi con cui Roma affligge i suoi figli, il traffico, la confusione, la disorganizzazione amministrativa e burocratica, lontani dai palazzi della politica e di quel che resta della maestosa bellezza della Città Eterna, c’è chi cerca solo di sopravvivere alla maniera che conosce e che di questa Roma ignora l’esistenza.
Scorrono immagini cupe, dure, forti, violente, sporche. Come sporche sembrano allo spettatore distratto le vite di questi reietti. Ma le riprese così strette, così vicine, così “dentro”, costringono a immergersi in una realtà estranea, a parteciparvi, a viverla. Per questo è impossibile volgere lo sguardo altrove. Impossibile non rimane toccati dalla straordinaria bellezza di queste anime perse che dall’angolo più oscuro della loro marginalità, inchiodano la nostra indifferenza, scavano negli abissi della nostra anima, ci costringono a stare in ascolto. Dolori che sono quelli di tutti, ma che nel buio della periferia che “Pezzi” ci mostra, fanno più male.