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Aree produttive dismesse, proposti incentivi per rigenerarle

La misura in un emendamento dei relatori al disegno di legge sul consumo di suolo.
Incentivi fiscali per la rigenerazione delle aree produttive dismesse in aggiunta alle misure per la riqualificazione delle periferie. La proposta è contenuta in un emendamento al disegno di legge sul consumo di suolo, ora all’esame della Commissione Ambiente della Camera.

Il pacchetto di proposte presentate dai relatori del provvedimento, Massimo Fiorio e Chiara Braga, mira ad accelerare l’iter della norma, iniziato da più di due anni.

Rigenerazione delle aree produttive dismesse
L’emendamento presentato non entra nel dettaglio, ma prevede che per incentivare questi interventi siano individuate “misure tali da determinare per un congruo periodo una fiscalità di vantaggio”.

La misura richiama la riqualificazione delle periferie, già presente nel disegno di legge, basata sul riuso di edifici e spazi pubblici attraverso la demolizione e ricostruzione e la sostituzione degli immobili esistenti, cui seguirà la creazione di aree verdi e piste ciclabili. Iniziative per cui sono previsti bandi e concorsi rivolti agli architetti.

Sul tema, lo ricordiamo, è intervenuta anche la Legge di Stabilità per il 2016 che ha stanziato 500 milioni di euro per la riqualificazione urbana e la sicurezza. La legge ha previsto un bando, atteso per il 31 gennaio, ma ad oggi non ce n’è traccia.

Consumo di suolo, i contenuti del disegno di legge
La norma prevede che il consumo di suolo sia possibile, per un periodo massimo di tre anni dall’entrata in vigore della legge, solo per i lavori e le opere inseriti negli strumenti di programmazione delle amministrazioni aggiudicatrici e per le opere della Legge obiettivo considerate prioritarie. Successivamente, non potrà essere superiore al 50% della media di consumo di suolo di ciascuna Regione nei cinque anni antecedenti. Chi ha ottenuto un titolo abilitativo prima dell’entrata in vigore della nuova legge potrà costruire sul suolo inedificato.

I proventi derivanti dal pagamento degli oneri di urbanizzazione o dalle sanzioni per gli interventi eseguiti in difformità dal titolo abilitativo dovranno essere utilizzati esclusivamente per la riqualificazione.

Un capitolo importante è dedicato alla riqualificazione delle periferie, basata sul riuso di edifici e spazi pubblici attraverso la demolizione e ricostruzione e la sostituzione degli immobili esistenti, cui seguirà la creazione di aree verdi e piste ciclabili. Per la progettazione degli interventi sono previsti bandi e concorsi rivolti agli architetti.

Consumo di suolo, critiche e segnalazioni
Ricordiamo che nei vari passaggi nelle Commissioni competenti, al ddl è stato contestato di dare troppi oneri ai Comuni e di non raccordarsi con i piani paesistici regionali. Sotto accusa, in particolare, il censimento degli immobili sfitti o abbandonati da poter riutilizzare e riqualificare. Operazione per cui gli enti locali non sembrano avere le risorse necessarie.

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