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Quarto e Colonia due periferie uguali e simmetriche c’indicano quelli che saranno le linee del nostro futuro.
Sembrano quasi la trama di uno di quei film di fantascienza in cui storie diverse s’intrecciano duplicando nella stessa trama mondi diversi ma espressioni della stessa realtà.
Una realtà che ci fa paura ma con cui dobbiamo imparare a confrontarci se non vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia.
Quarto (Città metropolitana di Napoli) – Primo genere di periferia – La periferia territoriale
Voi pensate che il tema dell’agenda politica nazionale siano le riforme costituzionali o le politiche da adottare sul tema dell’immigrazione conseguente ai conflitti religiosi del medio oriente con possibili conseguenze anche sulle nostre politiche energetiche?
Vi sbagliate completamente: l’agenda politico_istituzionale delle periferie territoriali italiane come Quarto è come gestire il campo sportivo, a chi dare in appalto l’illuminazione pubblica, a chi conferire il business del caro estinto.
Colonia (Renania Settentrionale-Westfalia) – Secondo genere di periferia – La periferia antropologica
Voi pensate che il tema dell’agenda politica europea sia come bilanciare la necessità di contenere i debiti di bilancio con l’esigenza di una politica di svilupppo che dia più slancio all’occupazione o come avere una politica estera che si contrapponga al filibustering russo senza pregiudicare le esportazioni europee all’est e le forniture di gas?
Vi sbagliate completamente: l’agenda socio-comportamentale del cuore dell’Europa più ricca ed evoluta è come contemperare le pulsioni sessuofobiche dei giovani migranti magrebini con le necessità umanitario/demografiche di accoglienza alle masse di rifugiati che premono alle frontiere.
Una sola risposta non è possibile, occorre fare delle scelte. Non possiamo recedere dai principi fondativi della nostra civiltà. E se tra questi principi c’è sia l’accoglienza che la libertà e se chi beneficia della nostra accoglienza non ha la nostra stessa concezione della libertà come la mettiamo?
È questo il dilemma che le nostre periferie, territoriali e antropologiche, da Quarto a Colonia, ci pongono.
È a questa domanda che il centro deve una risposta, è una domanda che sale dalle nostre periferie, è una risposta che tocca ai nostri centri, nazionali, europei, internazionali.