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Appello del Movimento legge rifiuti zero

zero waste
A tutti i cittadini, comitati ed associazioni promotrici della LIP – Legge Rifiuti Zero,
Ai comitati ed associazioni aderenti ai Movimenti per la difesa dell’Ambiente e Beni Comuni.
Mobiltazione generale – presidio a Roma
Mercoledi 9 settembre ore 10 piazza Montecitorio
La fase attuale vede l’affermazione della nostra proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Legge Rifiuti Zero” come un punto avanzato in Italia ed in Europa, un paradigma che inizia ad essere condiviso anche in soggetti politici e pezzi di imprenditoria imprevisti, sollevando questi aspetti anche la necessità di mantenere una forte identità di un Movimento popolare ed indipendente da qualsiasi sigla o partito politico e da qualsiasi lobby industriale ma restando aperto al confronto con chiunque condivida i nostri principi con coerenza e non soltanto in funzione strumentale.
Abbiamo presentato recentemente a Bruxelles la nostra visione del nuovo paradigma dell’economia circolare, insieme al Movimento Territorio Zero di Jeremy Rifkin, una visione che è stata ripresa ed inserita nella Carta del Movimento approvata sabato 4 luglio 2015 a Firenze, e rappresenta un passaggio cruciale per il Movimento Legge Rifiuti Zero. Una evoluzione che punta ad estendere i propri attuali confini alla sinergia operativa con altri Comitati ed associazioni sia locali che nazionali attivi per le tematiche Rifiuti – Energia – Cibo in una visione olistica generale partendo dai contributi specifici che ogni Movimento darà sul tema specifico ad una importante e generale Rivoluzione culturale – industriale – istituzionale.
L’emergenza attuale è però determinata oggi dall’attacco frontale del governo Renzi a qualsiasi concreta ipotesi di economia circolare, che prevede il Riutilizzo – Riciclo – Recupero di materia partendo dal necessario superamento della distruzione di materia con l’incenerimento di rifiuti e con il sotterramento in megadiscariche di rifiuti.
Questa tecnologia nociva, ed oggi di fatto obsoleta in Europa, viene anzi rilanciata da una bozza di decreto attuativo della legge 133/2014 detta “sblocca Italia” che non solo conferma la riclassificazione degli 85 inceneritori di rifiuti esistenti da smaltimento a “recupero di energia”, ma rimette in campo sei inceneritori molto contestati(come quelli di Malagrotta ed Albano nel Lazio ed altri) ed inoltre prevede altri dodici nuovi inceneritori per ulteriori 2,5 milioni di tonnellate annue distribuiti su tutto il territorio nazionale, che oggettivamente serviranno a favorire i bilanci delle solite grandi multiutility e di pochi gruppi indistriali. Per contatti ed adesioni al presidio di Roma: leggerifiutizero@gmail.com

Gli inceneritori di rifiuti sono impianti costosissimi posti a carico della collettività oltre ad essere energeticamente inefficienti, ma lucrosissimi per le grandi Multi-utility che gestiscono già oggi catene di impianti in Lombardia – Emilia Romagna – Piemonte – Toscana e per industriali da tempo interessati al “business” di questa industria “nociva e drogata” come il Gruppo Cerroni od il Gruppo Marcegaglia.
Gli inceneritori di rifiuti impattano pesantemente con l’ambiente a causa delle emissioni in atmosfera (con diffusione a centinaia di chilometri dal sito stesso) di tonnellate di composti chimici nocivi come diossine – furani – metalli pesanti che causano patologie cancerogene e vari danni alla salute delle popolazioni circostanti come dimostrato da una ormai consolidata letteratura scientifica sia a livello nazionale che internazionale.
A fronte degli obiettivi dichiarati nel Decreto di “evitare il ricorso allo smaltimento in discarica”, è doveroso sottolineare che gli inceneritori di rifiuti non sono affatto alternativi alle discariche in quanto le ceneri e scorie di combustione e le ceneri volanti dei filtri debbono essere inviate a discariche di rifiuti speciali pericolosi per quantità variabili sino al 25% dei rifiuti totali inceneriti, a seconda della tecnologia usata. Pertanto la proposta di decreto include implicitamente l’apertura di nuove discariche per le ceneri generate dai futuri inceneritori, a differenza di quanto falsamente viene dichiarato nel decreto stesso.
La riclassificazione da impianti di smaltimento (D10) a impianti di recupero energia (R1) e la loro “promozione” da industrie insalubri a “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente” è assolutamente fuorviante, dato che la loro esistenza ha minato e mina i fondamenti della gerarchia nella gestione dei rifiuti che punta al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia in funzione della nuova filiera di Economia Circolare.
Inoltre tale riclassificazione, oltre far decadere i principi di autosufficienza e prossimità (minima movimentazione dal luogo di produzione dei rifiuti stessi) e l’obbligo di smaltimento all’interno del territorio regionale, aumenterà pesantemente gli impatti e i rischi ambientali derivanti dal trasporto dei rifiuti verso e dagli stessi impianti di incenerimento – fase compresa nella gestione dei rifiuti – confermando la direzione opposta ai principi della Direttiva che mira a conseguire la minimizzazione degli effetti ambientali negativi derivanti dalla gestione dei rifiuti.
I siti individuati quali “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” per tali impianti verrebbero inoltre sottratti alle competenze regionali, con l’adozione possibile di misure di accesso speciali pari a quelle dei siti militari.
Lanciamo pertanto cone Movimento legge rifiuti zero un appello urgente a tutti i firmatari della legge rifiuti zero a sostenere e rilanciare la mobilitazione generale a partire dal presidio di Roma del 9 settembre, in concomitanza con la Conferenza Stato-Regioni, attraverso una campagna di pressing contro questo decreto – porcata da fare su sindaci e presidenti di Regione oltre a tutti i partiti presenti in Parlamento.
Su questo terreno riteniamo sarà possibile trovare forme di alleanza sia all’interno del variegato mondo del Movimento sui rifiuti che con tutti i Movimenti per la difesa dell’ambiente, dalle mancate bonifiche alle nuove trivellazioni in terra ed in mare che la pessima legge 133/2014 detta “sblocca Italia” ha messo insieme.
Segreteria nazionale Movimento Legge Rifiuti Zero

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