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Prove di avvincente misoginia
di David Fincher. Con Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Kim Dickens USA 2014
New York, Nick (Affleck) ed Amy (Pike) si conoscono ad una festa, fanno l’amore e da lì comincia una bellissima storia d’amore (o così se la raccontano). Pochi anni dopo perdono entrambi il lavoro e con i soldi di lei – i suoi genitori Rand (David Glennon) e Maybeth (Lisa Banes) sono scrittori di successo, autori di una saga che ha per protagonista una mielosa ragazzina con la quale tutti hanno sempre indentificato Amy – si trasferiscono a North Carthage in Missouri, dove vive la famiglia di lui. Qui lui prende in società con sua sorella gemella Margo (Carrie Coon) un bar, che chiamerà semplicemente The Bar. Una sera, dopo essersi lamentato della irragionevolezza della moglie con la sorella, lui torna casa e trova tracce di una colluttazione, macchie di sangue ed Amy scomparsa. Il detective Rhonda (Dickens) e il suo aiuto Jim (Patrick Fugit) cominciano ad indagare e, da subito, sospettano proprio di lui. La loro vicina Noelle (Casey Wilson) dichiara di essere amica intima della scomparsa e di averla spesso sentita lamentarsi dei maltrattamenti del marito; una anchor-woman televisiva, Ellen (Missi Pyle) insinua pesanti dubbi su Nick, arrivando ad ipotizzare un rapporto incestuoso tra Nick e Margo e viene fuori una gravidanza di Amy, della quale Nick sembra all’oscuro. Di lì a poco viene alla luce la figura della giovane amante di lui, Andie (Emily Ratajkowski) e nel garage di Margo vengono trovati i costosi acquisti, che risultavano dalla carta di credito di Amy , regolarmente usata da Nick e dei quali lui aveva sempre negato l’esistenza e due marionette raffiguranti Punch con un bastone e la di lui moglie con un bambino (secondo i racconti popolari uccisi a legnate proprio dall’iracondo marito e padre). Quando, infine, viene rinvenuto il diario della donna che racconta i soprusi di lui e la sua crescente paura di essere uccisa, Nick si rivolge al miglior avvocato di questa materia, Tanner Bolt (Perry) al quale dice di essere sicuro che Amy sia viva e si nasconda da qualche parte. Bolt, dopo averlo fatto intervistare dalla giornalista televisiva Sharon (Sela Ward), rivale di Ellen, prepara la difesa al processo per omicidio, reato del quale Nick è stato formalmente accusato, quando, terrorizzata e sporca di sangue, torna Amy.
Fincher (Seven, Fight club, Zodiac) non è certo nuovo ad atmosfere di angoscia e compulsione ma mai come in questo film sa rendere l’ossessione claustrofobica di personaggi immersi in una realtà socialmente ed affettivamente inquinata ed inquinante, dalla quale non c’è scampo possibile: alla fine lui tenta di allontanarsi dalla patologicamente possessiva Amy dicendole: “..non vedi che non c’è altro che farci del male e dominarci a vicenda?” e lei risponde “Si chiama matrimonio!”. Più dei serial killer di Seven o di Zodiac, la compulsiva Amy lascia un durevole allarme di coinvolgente e distruttiva pericolosità e la scelta di due bellocci medio-americani, quali Affleck e Pike, aggiunge pathos a questa ottima trasposizione del romanzo di Gillian Flynn.