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I colori salvano il mondo
di Phillip Noyce. Con Meryl Streep, Jeff Bridges, Brenton Thwaites, Alexander Skarsgård, Katie Holmes USA 2014
Jonas (Thwaites) è un adolescente e, insieme ai suoi amici Fiona (Odeya Rush) e Asher (Cameron Monaghan), sta per partecipare alla Cerimonia che individuerà il loro posto nella società. Loro, infatti, vivono nel futuro, in un’epoca nella quale il loro mondo, limitato a un’altura circondata da nuvole, è governato dall’assenza di emozioni: i bambini vengono assegnati a famiglie considerate adatte alla loro crescita, ai giovani viene assegnato il ruolo socialmente utile che svolgeranno per tutta la vita, la regola di fondo che governa la società è l’inidentità acciocché non compaiano invidie o rivalità e i non validi vengono accompagnati verso un misterioso congedo. Ogni mattina tutti gli abitanti si praticano un’iniezione che li vaccina contro ogni impulso e che fa loro apparire la realtà in bianco e nero. La Cerimonia, guidata dall’ologramma del Capo Anziano (Streep) destina Fiona alla puericultura, Asher alla guida dei droni che sorvegliano i confini e, riconoscendo in Jonas delle doti eccezionali, gli affida il compito di Accoglitore di Memorie (lui ,in realtà, è sempre stato particolarmente curioso e una volta – ma nessuno lo sa – ha pure percepito il colore rosso dei capelli di Fiona). Il padre (Skarsgard), la madre (Holmes) e la sorella Lilly (Emma Tremblay) con cui vive sono orgogliosi di lui ma lo invitano a mantenersi nelle regole di autocontrollo che governano la società. Jonas viene affidato all’anziano Donatore di Memorie (Bridges), che dovrà sostituire e che (sapremo presto) ha fallito il compito con un precedente Accoglitore. Il Donatore fa, via via, conoscere a Jonas tutto la complessità, la meraviglia e l’orrore del mondo che li aveva preceduti e il ragazzo comincia a saltare le iniezioni, a vedere i colori che lo circondano, a provare e a dichiarare amore per Fiona e a sentire un forte legame con Gabriel, un neonato che il padre puericultore aveva portato in casa per curarlo e che lui, da una voglia sul braccino, riconosce come proprio fratello naturale. Ora Jonas ha capito che il mondo non finisce con la loro comunità e che se qualcuno riuscisse a superarne i confini potrebbe far tornare tutto alla normalità. Il Donatore dapprima riluttante – il precedente Accoglitore era sua figlia Rosemary (Taylor Swift), che aveva tentato la stessa cosa ed era stata portata al congedo (cioè condannata a morte) – accetta di aiutarlo. Jonas prima rapisce Gabriel con l’aiuto di Fiona (che ha capito di amarlo ma rifiuta di seguirlo), poi fugge inseguito dal drone di Asher. Fiona sta per essere congedata ma Jonas – che Asher ha finto di aver ucciso – supera i confini e…
Noyce (Ore 10: calma piatta, Giochi di Potere, Salt) si è visto affidare l’ennesimo best seller – autore Lois Lowry -di fantascienza nel quale, sulla falsariga di Hungy games e Divergent, adolescenti volenterosi salvano l’umanità da un destino di appiattimento e di oppressione (è chiara l’ispirazione dai non lontani orrori del nazismo e del comunismo). Lui svolge il tema da solido mestierante, carpendo situazioni da A.I.(2001) e Minority report (2002) di Spielberg e da Gattaca (1997) di Andrew Micol e Pleasentville (1998) di Gary Ross ma non va oltre un racconto più verboso del necessario e sostanzialmente senz’anima: proprio il confronto con il delizioso film di Ross ce ne sottolinea i limiti: il passaggio dal bianco e nero ai colori in Pleasentville è un susseguirsi di tenere emozioni, qui una abile trovata tecnica e nulla più.