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Insieme per forza (Blended)

Routine e buon mestiere

di Frank Coraci. Con Adam SandlerDrew BarrymoreKevin NealonTerry CrewsWendi McLendon-Covey  USA 2014

Jim (Sandler) è vedovo ed ha tre figlie: l’adolescente Hilary (Bella Thore), che lui cresce come un maschiaccio, la dodicenne Espn (Emma Furhmann),che continua a immaginare la madre come una costante presenza e la piccola Lou (Alyvia Alyn Lynd), bisognosa di coccole; il suo collega ed amico Doug (Shaquille O’Neal) lo convince a iscriversi ad un sito di incontri e così conosce Laurel (Barrymore). Lei è divorziata da Mark (Joel McHale) – tipico padre assente – ed ha due figli maschi, il tredicenne Brendan (Braxton Beckham), che ha i primi risvegli di ormoni e il piccolo Tyler (Kyle Red Silverstein), imbranato nello sport. L’incontro va malissimo ma l’amica di Laurel, Jen (McLendon-Covey) ed il capo di jim, Dick (Dan Patrick), che avevano prenotato una settimana di vacanza in Sudafrica per loro ed i cinque figli di lui, litigano e così Jim e Laurel, ciascuno all’insaputa dell’altro, fruiscono della vacanza e si ritrovano in albergo, trattati, loro malgrado, come una coppia di innamorati. Dopo un po’ i figli di lei trovano in Jim una rassicurante figura paterna (il piccolo riesce anche a lanciare per la prima volta la palla da baseball) e le ragazzine si aprono a Laurel, in particolare Hilary che si innamora di Jake (Zack Henry), un coetaneo un po’ dark figlio del loro vicino di tavolo Eddy (Nealon). Le vicende, contrappuntate dalle allusive canzoni di Nickens (Crews) vanno verso l’inevitabile sbocco di innamoramento con in America il lieto fine.

Coraci è amico e regista di fiducia di Sandler – questo è il loro quarto film insieme – e Drew Barrymore ha condiviso con l’attore due recenti successi (Prima o poi me lo sposo – sempre di Coraci – e 50 volte il primo bacio). Insieme per forza è chiaramente un’operazione studiata a tavolino ma i due insieme sono ben assortiti, la regia aiuta l’amalgama e la scrittura è efficace e ben cadenzata nell’alternarsi di commozioni e sorrisi. Niente di che ma chapeau alla qualità professionale di una sana operazione di decorosa routine.

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