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Hollywood punta su Roma Il ritorno dei divi a Cinecittà

Da «Zoolander 2» a «Ben Hur», i ciak delle grandi produzioni La concorrenza straniera battuta grazie agli incentivi fiscali.

La grande tribù della produzione di «Ben Hur», dopo aver lasciato Matera, è sbarcata a Cinecittà il 2 febbraio, tra gli stabilimenti di via Tuscolana e il retroterra del parco tematico di Cinecittà World sulla via Pontina, e lascerà Roma solo il 18 maggio dopo aver costruito l’esatta replica del Circo Massimo col coinvolgimento di 80 cavalli e di una media di 7-800 comparse al giorno per le scene di massa, per un totale di circa 12 mila scritturati sotto la guida dell’italiano Enzo Sisti, line producer del film diretto da Timur Bekmambetov (nel cast, col protagonista Jack Huston-Ben Hur, c’è Morgan Freeman nel ruolo dello Sceicco Ilderim).

Storia lunga 78 anni

Due giorni fa, nella città del cinema che ormai ha alle spalle 78 anni di storia, è stato anche battuto il primo ciak di «Zoolander 2», sequel della parodia del mondo della moda girato nel 2001. Un entusiasta Ben Stiller si è auto-immortalato con un selfie negli studios romani postando la foto su Instagram con l’eloquente commento «First day of shooting down! #Zoolander2 #Cinecitta #Finallymakingthismovie!». Ovvero: finalmente si gira!

Il remake della Dolce vita

E per le strade di Roma, nei vicoli dell’antico Ghetto ebraico, i fotografi capitolini giocano al remake della Dolce Vita inseguendo il co-protagonista accanto a Stiller, cioè Owen Wilson (l’attore che nel 2011 recitò per Woody Allen in «Midnight in Paris» con Carla Bruni sotto gli occhi preoccupati di Sarkozy) nelle sue scorribande notturne tra ristoranti (è ghiotto di carciofi alla giudìa) e una discoteca romana ora di gran moda in via Fleming, sopra Corso Francia. Uno spettacolo nello spettacolo, il divo che si sottrae ai flash sullo sfondo di Roma antica stando a un gioco mediatico che è alla radice del mito di Cinecittà.

Ferve l’attività

Ma non basta. Proprio ieri negli uffici dell’amministratore delegato di Cinecittà Studios, Giuseppe Basso, si è tenuta una riunione forse decisiva per la produzione di una serie tv targata Sky dedicata a Diabolik, destinata al mercato internazionale, col coinvolgimento del maestro Dante Ferretti (tre premi Oscar) per le scenografie.
Cinecittà conosce una nuova primavera, e si respira un clima quasi euforico. «Sono rientrato da pochi giorni da un lungo giro negli Stati Uniti. Ho incontrato a Hollywood i rappresentanti delle grandi Major e dei maggiori produttori indipendenti. Ho riscontrato una nuova attenzione per Cinecittà, per il nostro marchio, per la città di Roma e, in generale, per il nostro sistema Paese», racconta Basso. Ma cosa è accaduto? «Finalmente si comincia ad avere meno timore per le autorizzazione per le riprese, per le leggi sul lavoro. Ma soprattutto bisogna dare atto al ministro Dario Franceschini per la determinazione con cui è riuscito a far approvare il nuovo sistema di tax credit, ovvero degli incentivi fiscali. Prima eravamo assolutamente non competitivi, ci ritrovavamo esclusi dal circuito dei migliori set europei».

Pagina sul New York Times

La conferma è arrivata dal New York Times che ieri in prima pagina titolava: «Hollywood ancora una volta torna sulle rive del Tevere», grazie proprio «ai benefici fiscali per le produzioni straniere voluti dal governo italiano». 
Con la nuova norma i progetti stranieri hanno un beneficio del 25% di quanto spendono in Italia. Unendo insieme Cinecittà Studios e Filmmaster, entrambe aziende del gruppo Italian Entertainment Group, si possono trasferire alla produzione fino a 20 milioni di benefici fiscali a progetti che investono in Italia fino a 90 milioni di euro.

Fondamentale il tax credit

Basso assicura che senza il tax credit «Zoolander 2» sarebbe finito altrove, probabilmente in Gran Bretagna o in Francia. Ma un’altra carta decisiva, spiega Basso, è stata giocata grazie a James Bond: «La produzione di quel film è andata bene, Roma ha dimostrato di poter essere un eccellente set per una grande produzione. Un esempio come quello è importante. Perché noi vogliamo e dobbiamo pensare in grande. Cinecittà è una straordinaria realtà composta da venti teatri di posa, più di cento persone impiegate stabilmente, con un reparto scenografico tra i più vasti d’Europa con quaranta addetti. Le voci circolate nel 2012 di una trasformazione di Cinecittà in un maxi resort non ci hanno aiutato. Ma ora possiamo guardare al futuro con sicurezza e decisione». 
Aveva insomma ragione Fellini: «Quando mi chiedono dove vorrei vivere, a Londra, New York… io penso sempre che vorrei vivere a Cinecittà» 

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