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Smart city. Tutte le possibilità offerte dalla geolocalizzazione

La geolocalizzazione consente non solo di identificare posizioni e percorsi ma di raccogliere una serie di informazioni indispensabili per sviluppare sistemi e servizi urbani in chiave smart. Un white paper dell’OGM cerca di ridefinire standard aperti e condivisibili.

Parlare di smart city significa riflettere sul concetto di integrazione di sistemi. E per raggiungere un ottimo livello di integrazione di ciascuna struttura, digitale, fisica e umana, uno degli elementi più importanti è quello della comunicazione spaziale. O meglio, della cosiddetta geolocalizzazione. Che consente non solo di identificare posizioni e percorsi ma di raccogliere una serie di informazioni indispensabili per realizzare dei reali passi in avanti nello sviluppo di sistemi complessi e ‘comunicanti’.

Standard aperti e condivisibili

Per poter sfruttare le possibilità offerte dalla geolocalizzazione sono necessari degli standard aperti e condivisibili. Con questa finalità, l’Open Geospatial Consortium (OGC) ha redatto un white paper, intitolato ‘Smart Cities Spatial Information Framework’ (VEDI ALLEGATO), che tenta di fare il punto sullo stato dell’arte delle tecnologie attualmente in uso e delle possibilità ad esse legate in termini di applicazioni sul suolo urbano. Basandosi sugli attuali standard disponibili sul mercato, come OGC CityGML, IndoorGML, Moving Features, e Augmented Reality Markup Language 2.0 (ARML 2.0), il documento vuole essere uno strumento per comprendere come queste architetture possano essere utilizzate per integrare dati GIS (Geographic Information System)- sistema informativo computerizzato che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (geo-referenziati)- a immagini e informazioni ricavate da sensori e social media utilizzabili per lo sviluppo di sistemi e servizi ad uso della comunità.

Una guida per pianificare e implementare architetture aperte

Il documento si pone anche come guida su come pianificare e implementare architetture aperte basate su standard spaziali e orientate all’interoperabilità. Il sistema è sviluppato da quattro punti di vista, definite sezioni: Enterprise Viewpoint, che include la definizione di una Smart City, gli indicatori per valutare il valore della distribuzione della tecnologia e una serie di componenti per il sistema informativo di una Smart City;
Information Viewpoint, che delinea le informazioni spaziali e i dati di una Smart City; Services Viewpoint, che include interfacce e flussi di lavoro necessari per l’interoperabilità in un’architettura orientata ai servizi e Deployment Viewpoint, che identifica approcci per la distribuzione del quadro informativo territoriale nelle città.

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