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Oggi Tor Sapienza la conoscono un po’ tutti. Su quel pezzo di periferia romana si sono accesi di colpo i riflettori e per un attimo molti hanno visto cosa sono le periferie in questo momento, “savane urbane” dove si consuma una macelleria sociale senza tregua. I fatti di Tor Sapienza hanno scosso l’intera comunità locale, a cominciare dagli abitanti del complesso abitativo Morandi che si sono ritrovati al centro della scena mediatica, rimanendo in parte prigionieri dei suoi effetti superficiali.
Chi vive o lavora da anni sul territorio sa bene che quanto accaduto è il risultato del profondo disagio sociale, alimentato da diverse forme di deprivazione. Una combinazione complessa e distruttiva di fattori territoriali negativi diffusi in molte periferie. La crisi economica accentua le conflittualità e mancano le risposte in grado di incidere in maniera strutturale sulle emergenze socio-economiche di questi territori marginali.
Al Morandi, come in altre periferie a rischio, si registra una povertà urbana articolata, non solo economico-finanziaria, ma culturale e relazionale: comunità isolate con network sociali frammentati. In tale scenario è forte il bisogno di progettualità concrete che nascano dalle realtà del territorio e che siano finalizzate a superare l’isolamento rispetto al resto della città. Gli interventi organici di rigenerazione urbana dovrebbero essere il nuovo orizzonte d’azione politica, affinché vengano avviati progetti pluriennali e plurisettoriali orientati alla conversione ecologica e sociale. Sebbene ancora in fieri, un tentativo in questa direzione è il Progetto Urban Re-Block di Tor Sapienza: da circa due anni un gruppo di organizzazioni territoriali, insieme all’Università Roma Due di Tor Vergata, sta provando a elaborare un piano di azione locale di rigenerazione efficiente ed efficace degli insediamenti urbani attraverso pratiche di economia alternativa e solidale.
L’area di riferimento è il complesso Morandi a Tor Sapienza, caratterizzata da un’alta densità abitativa e dalla presenza di edifici di edilizia pubblica in forte stato di degrado. La scelta di operare nel Complesso Morandi raccoglie diverse sfide, tra cui quella di sperimentare una priorità centrale della periferia romana, cioè l’inclusione sociale anche a fini occupazionali e di riqualificazione edilizia sostenibile. L’azione ha come obiettivo il migliorando della qualità di vita dei residenti, attraverso l’attivazione di un processo partecipativo, che proponga progetti di sostenibilità ambientale e sociale e riqualificazione del territorio, a partire da interventi sulle strutture abitative fino alla progettazione di interventi di riqualificazione socioeconomica. L’idea è di elaborare, attraverso percorsi partecipati, un nuovo patto locale che definisca piani di zona territoriali, fondati sulla conversione ecologica e sociale e in cui i valori che regolano la convivenza sociale vengano definiti dal basso. Tale obiettivo, però, è realizzabile soltanto se si inizia a ripensare anche l’idea di economia locale.
Le problematiche territoriali affrontate da RE-Block sono comuni a molte periferie o insediamenti urbani, ad alta densità abitativa. In Italia sono stati mappati 167 aree simili a quella di Tor Sapienza. Al gruppo di supporto locale hanno partecipato oltre trenta organizzazioni, a dimostrazione della ricchezza del tessuto associativo locale, che è stato poco valorizzato e sempre tenuto ai margini dalla politica locale. In questi due anni, grazie ad un’analisi approfondita delle esigenze della comunità locale fondata su una metodologia partecipata, è stata ridata voce e dignità a quel fermento sociale. Sulla base di queste analisi, infatti, sono state proposte soluzioni e costruiti alcuni progetti.
Questi ultimi fanno parte del Piano di Azione Locale Morandi-Tor Sapienza, cosi come richiesto dal programma Urbact, che è in fase avanzata d’attuazione. La sintesi delle proposte aperte, emerse da questo percorso, sono riassumibili in queste linee di azione:
AreeProgettualideiWorking Groups | ProgettiIndividuati | |
RIABILITAZIONE URBANA DEL COMPLESSO MORANDI | Riqualificazione dell’intero complesso:scarsa o inesistente manutenzione delle strutture fisiche. | 1 |
Riqualificazione della spina centrale, sia per uso abitativo, sia per servizi (spazi per le associazioni). | 2 | |
Azioni di efficientamento energetico: ripartire dalla proposta ATER 2007, attualizzarla attraverso le nuove tecnologie. | 3 | |
AZIONI DI RIGENERAZIONE PER-NELLO SPAZIO PUBBLICO | Riqualificazione della Scuola Vittorini per attività sociali e culturali che abbiano un effettiva ricaduta sul complesso Morandi e sul territorio di Tor Sapienza. | 4 |
Il riutilizzo sociale ed economico dell’attuale Mercato Rionale per attività di aggregazione dei Giovani o attività mirate all’occupazione giovanile. | 5 | |
ECONOMIA LOCALE ED INCLUSIONE SOCIALE | Promuovere una filiera produttiva locale legata al settore del riuso e del riciclo, collegata ad una filiera corta artigianale che coinvolga il lavoro informale dei raccoglitori di materiali di scarto e residui solidi urbani. | 6 |
Creare una relazione tra le attività di Agricoltura Urbana nelle aree verdi della zona e in concessione al vicino parco della Mistica con il tessuto localedi Tor Sapienza. | 7 | |
Promuovere attività culturali e di socialità utilizzando la chiave della multiculturalità e l’integrazione, attraverso il potenziamento dei Centri Culturali Municipali Morandi eMichele Testa | 8 | |
Creazione di un Centro di promozione e sostegno all’occupazione giovanile che offre servizi diinformazione,orientamento, formazione,consulenza per auto imprenditorialità.Creazione di un Servizio di consulenza e accompagnamentoalle piccole imprese locali e allo start up di impresecooperative e artigianali (nel nuovo mercato)Favorire azioni di supporto allo sviluppo dell’identità “artistica” del quartiere e dell’arte come strumento di emancipazione sociale, di trasformazione culturale e di sviluppo economico. | 9 | |
Servizio di consulenza alla progettazione per lo sviluppo locale sostenibile, inclusivo e l’empowerment di comunità | 10 |
Il percorso progettuale che si sta delineando insieme agli attori locali può diventare un esempio di come strutturare i percorsi di rigenerazione urbana. Infatti, il processo Urbact sperimentato nell’area Morandi-Tor Sapienza contiene degli elementi innovativi rispetto alle precedenti pratiche operate nei quartieri romani, così sintetizzabili:
Il processo partecipativo attuato nel Morandi sta riscontrando un notevole apprezzamento in altri paesi: è stato presentato in seminari internazionali come un percorso di definizione della progettualità locale innovativa sia nei contenuti proposti, sia nelle modalità gestionali. Intanto a Roma si fa fatica a trovare riscontri presso le istituzioni comunali, nonostante siano state più volte sollecitate a contribuire a queste progettualità mettendo a disposizioni risorse e competenze. Per questa ragione sono stati promossi diversi incontri con i cittadini, il Municipio e gli assessorati competenti, cercando di mettere assieme possibili risorse proposte da far confluire nel piano di azione locale.
Di sicuro, per ricucire il tessuto sociale delle periferie non occorre solo coinvolgere gli enti locali, sempre più atrofizzati dai vincoli del Patto di stabilità, ma serve prima di tutto sperimentare anche dal basso nuovi strumenti per dare le gambe a piccoli progetti con cui contribuire a “superare”, qui e ora, situazioni sempre più esplosive.