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L’importanza dei “contenuti” nei Piani Urbanistici Generali delle città di Puglia

Tutti i comuni devono aspirare ad essere una città-comunità, perché i caratteri dei “centri urbani” sono accentuati dal modo in cui si intendono i caratteri delle “periferie”.

È necessario e fondamentale, oggi più che mai, impiantare il tema delle proposte concrete e dei “contenuti” nei Piani Urbanistici Generali da ideare e attuare, nonché degli “strumenti” che creano la possibilità di dotarli di un’idea di città-comunità, cogliendo l’opportunità di alcuni aspetti operativi e assoggettandoli a criteri metodologici e funzionali.

Guardare alle periferie – I Piani Urbanistici Generali devono proporre, in modo evidente, una unitarietà di intenti delle città, ma coordinati nella loro natura di Piani, comprendendo anche le palesi imprecisioni che la scala del disegno impone, e farli in termini generali e quantitativi, nella giusta dimensione e localizzazione delle aree, servizi, spazi, infrastrutture, con una corretta distribuzione della “densità” abitativa. Contemporaneamente bisogna dare i “contenuti” a questa unitarietà, formulando innanzitutto il modo di intendere i centri urbani e le periferie che aprono alla campagna circostante: entrambi vanno considerati come categorie fondamentali della struttura urbana e fortemente correlati tra loro, perché i caratteri dei “centri urbani” sono accentuati dal modo in cui si intendono i caratteri delle “periferie”: non è un caso che queste risultano sempre voltare le spalle alla campagna circostante, guardando ai centri, senza essere “qualitativamente periferia”. Per questo è essenziale che i Piani Urbanistici Generali considerino importante i centri urbani altamente qualitativi e le periferie che a corona completano le città e il rapporto con il territorio agricolo circostante, sperimentando progettualmente una unitarietà urbana non solo sotto l’aspetto quantitativo, ma soprattutto in termini qualitativi.
Taranto

Per una città-comunità – Tutti i comuni devono aspirare ad essere una città-comunità, nonostante differenze significative sia funzionali che strutturali che si evincono con chiarezza vivendo le città; ma questa idea dell’equilibrio qualitativo deve essere visivamente percepibile e deve trasmettere la sensazione di equipotenzialità tra i centri e le periferie con tutti i suoi aspetti le differenze significative individuabili con chiarezza nella stessa storia urbana. Anche i modi costruttivi, i modi di vivere i luoghi urbani costituiscono, essi stessi, i valori della stratificazione storica degli edifici a cui va riconosciuta la dignità del periodo in cui sono nati e costruiti senza alterare i dettagli visivi e architettonici. Diversamente si altererebbe la storia urbana che, nel bene e nel male, ha costituito e costruito le città nel tempo, intuendone i valori, i caratteri architettonici, i caratteri e le risposte sociali a cui molti edifici hanno dato risposte, i modi in cui le città si sono ampliate.

Attraverso questi elementi strutturanti si può percepire una storia, una vera storia urbana, che va compresa, restaurata, completata degli elementi mancanti, dando dignità agli edifici, agli abitanti, alle aree urbane, senza alterarne i valori con sovrapposizioni formali che sottendono ad altri periodi storici o alludono a livelli sociali falsi. Va evitata l’alterazione visiva della storia urbana attraverso l’alterazione segnica dei dettagli architettonici non corrispondenti al tempo in cui vengono realizzati.

Tutto ciò va sintetizzato nelle scelte e nei “contenuti” che i Piani Urbanistici Generali devono esprimere ed è solo attraverso questa metodologia operativa che si possono realizzare fisicamente le città-comunità in relazione tra loro non solo per contingenze geografiche ma anche e soprattutto per contestualità culturali, antropologiche, artistiche, storiche e infrastrutturali, caratterizzando così i “contenuti” dei Piani Urbanistici Generali delle città-comunità di Puglia.

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