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Per la mancata proroga di fine locazione, sono tra 30 e 50mila le famiglie a rischio sfratto esecutivo. Negli ultimi cinque anni sono state emesse, solo a Roma, oltre 10mila sentenze di sfratto per fine locazione. La difficile questione abitativa potrebbe dunque restare "emergenza" anche quest'anno sommandosi a tutti gli altri
Per la mancata proroga di fine locazione, sono tra 30 e 50mila le famiglie a rischio sfratto esecutivo. Negli ultimi cinque anni sono state emesse, solo a Roma, oltre 10mila sentenze di sfratto per fine locazione. La difficile questione abitativa potrebbe dunque restare “emergenza” anche quest’anno sommandosi a tutti gli altri nodi della vita socioeconomica della capitale.
Proprio in questi giorni però la neo assessora alle Politiche sociali e abitative del comune di Roma, Francesca Danese, si è mossa per sbrogliare almeno questa matassa, unendosi ai colleghi assessori di Milano e Napoli nel reclamare dal governo la proroga del blocco degli sfratti e scongiurare così una situazione altrimenti ingestibile, non solo sotto il profilo sociale ma anche da quello dell’ordine pubblico. Il presupposto per non sommare un’altra proroga alle tante precedenti consisteva nell’impegno del governo di sostenere i comuni, finanziariamente e con adeguati piani. Ma questi piani non si sono ancora visti. “Ecco perché – si sottolinea nella nota congiunta dei tre assessori – torniamo a chiedere con forza la proroga del blocco degli sfratti e politiche abitative strutturali che ci consentano di uscire dalla logica dell’emergenza. Su questo sollecitiamo una urgente riunione della Consulta casa dell’Anci”.
Ma il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, con il così detto decreto Milleproroghe ha deciso di non rinviare ulteriormente l’esecutività dei provvedimenti di sfratto. Anzi, il ministro in persona ha sostenuto che “non è drammatizzando un problema che lo si risolve”. Ed ha aggiunto che “il governo, nel 2014, ha imboccato una strada nuova, cosciente che l’emergenza andava affrontata in modo radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga degli sfratti”. Se non che la gran parte delle famiglie a rischio avrebbe già i requisiti di reddito e sociali previsti dalla legge per ottenere la proroga. Attenzione: sono oltre 70mila le sentenze di sfratto in Italia, più di 30mila eseguite, al 90% per morosità.
Intanto è stata la delibera del Piano operativo triennale (2015-2017) dell’emergenza alloggiativa, che punta a chiudere i cosiddetti “residence” e offrire una risposta nuova all’emergenza abitativa, in un’ottica di trasparenza, programmazione e anche legalità. Il Piano per l’assistenza alloggiativa è destinato alle famiglie vittime delle nuove povertà. Un’azione fortissima destinata a rivoluzionare il sistema dell’assistenza-casa. “Un’azione – ha precisato l’assessora Danese – che assume particolare importanza nel momento in cui col Milleproroghe viene esclusa la possibilità di prorogare il blocco degli sfratti. Oltre al costo economico però i residence hanno un forte costo sociale: pongono il problema, complesso, della convivenza, dell’abitare insieme. Per di più, in una concentrazione di disagio e di difficoltà sociale”.
Il nuovo strumento fondamentale utilizzato è il buono casa di 600-800 euro per l’affitto di un alloggio. La situazione dei residence nella capitale è complessa: circa 1.900 le famiglie che vengono ospitate, oggi, all’interno dei 31 centri per l’assistenza alloggiativa, per una spesa totale di circa 37 milioni l’anno: strutture spesso fatiscenti, in cui però un appartamento di appena 20 mq può arrivare a costare all’amministrazione fino a 2.500 euro al mese. Verrà elargito alle prime 194 famiglie: si tratta, in pratica, di un assegno mensile di 600-800 al mese per 4 anni, distribuito dal comune a copertura del canone di affitto, oltre a una quota iniziale di 5 mila euro per l’arredamento dell’alloggio, che potrà essere scelto dalle famiglie sul mercato, in base alle proprie esigenze. Chi usufruirà del buono casa dovrà provvedere soltanto al pagamento delle utenze e dei servizi. Una bella scelta di dignità alloggiativa e una nuova forma alternativa all’assistenza cui seguirà, a quanto pare, un altro passo strategico e importante: l’organizzazione da parte dell’assessorato alle Politiche sociali di Roma di un tavolo di lavoro con la prefettura e una “conferenza dell’abitare” con sindacati, associazionismo e comitati.