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La vittoria di Tsipras fa rientrare l’Europa nella sua storia

Finalmente possiamo affrontare i problemi discutendo dei nostri fondamentali senza i filtri di una finanza non autoctona e con un orizzonte che sposta il baricentro nel Mediterraneo, cioè  lì dove tutto è iniziato.
Ci potremmo  riprendere quella autonomia di pensiero che nella visione mercantile continentale abbiamo perso da tempo.
Se da questa scelta,  che ha un alone di azzardo, date le dimensioni demografiche e la posizione decentrata della Grecia, sapremo esprimere una visione che non riguarda la generalizzazione della comprensione verso una povertà programmata, nata dalla dalla speculazione che ha cavalcato il vuoto morale di una classe politica greca, utilizzatrice del populismo allo scopo di perpetrarsi – il commento estemporaneo di un giovane greco davanti al caffè mattutino è stato: sono contento perché da novant’anni non c’è al Governo un componente della famiglia Papandreou, la dice lunga.
Se la scelta diventerà la proposta di un nuovo modello di sviluppo che propone una equa ridistribuzione delle risorse accumulate con processi compatibili, potremmo tirare un sospiro di sollievo e virare verso una aggregazione forte, uno stadio tre, dell’ Unione Europea.
Se la scelta sarà sentita quale elemento si rafforzamento di chi vuole far fallire le aggregazione possibili del nuovo soggetto politico EUROPA nello scenario mondiale allora – gli euro scettici brinderanno  leggendo questa scelta come un elemento di dissesto – il nostro orizzonte si restringera’ , forse tutelando  le singole gerarchie dei piccoli Stati ma, impedendo un reale peso nella politica internazionale.
Se invece la scelta immettera’ una accelerazione nei processi di cambiamento e nelle aggregazioni costitutive avremmo davanti una stagione  costituente.
È  chiaro comunque che il problema in Europa è ormai la Germania, incapace di assumere una leadership credibile, contornata da una piccola corte di imitatori, attenta a saldi ipotetici che porterebbero presto ad una inutilità  delle scelte più sagge.
Torniamo in Europa con le radici culturali della nostra  nascita, i valori della persona e della comunità, il rispetto delle idee e il loro confronto dialettico quale sistema di scelta, la partecipazione consapevole, il rispetto ambientale in un progresso compatibile.
La nostra sinistra dovrà affrontare un lungo percorso di riflessione davanti a questo esempio esemplare.
La speranza arriva o la speranza ha vinto?

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