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Apre i lavori Pino Galeota sottolineando quanto l’odierna giornata rappresenti la prosecuzione di un percorso iniziato anni fa da Corviale Domani che ha consentito, grazie ad un caparbio e paziente lavoro di “tessitura” di intrecciare in una trama comune idee, relazioni, incontri, manifestazioni, progetti ed eventi. Un percorso orizzontale orientato dalla logica della progettazione partecipata che ha permesso di attivare un processo di rigenerazione urbana autogenerantesi nel quartiere stesso. I tavoli di lavoro tematici, precisa, intendono allargare e far vivere nelle linee guida del concorso internazionale tale patrimonio, arricchendolo di ulteriori contributi, con l’attenzione volta a connettere i contenuti del concorso ai fabbisogni reali e condivisi secondo criteri di concretezza.
Daniel Modigliani, Commissario dell’ATER, nel suo intervento sottolinea che il processo di azione pubblica realizzato sin qui a Corviale ha prodotto importanti risultati e quanto il concorso internazionale rappresenti l’occasione per “toccare il cuore” del processo di rigenerazione urbana insieme agli abitanti del quartiere. In molti dei 4.500 cittadini residenti anagraficamente, nella realtà 6.500, sottolinea Modigliani, è ancora oggi fortemente presente un atteggiamento di isolamento individuale con strategie difensive; recuperare la sfida utopica che Corviale contiene nella sua storia deve orientare l’intervento. La certezza dei finanziamenti, il Bando di gara, la partenza di lavori straordinari sono elementi di concretezza dell’intervento e della presenza del Pubblico. Modigliani pone l’accento su come nel concorso di idee e progettazione ogni attività debba essere inserita con chiara definizione di ruoli, risorse e azioni all’interno di un processo di coordinamento della progettazione partecipata, e secondo un orientamento ai valori di etica-sicurezza-legalità in cui le Linee guida dell’ATER sono l’indice utile per affrontare i problemi. Ribadisce l’impegno dell’ATER a sanare situazioni indefinite, ma sottolinea la necessità di azioni congiunte con le diverse realtà associative e le realtà amministrative.
Bruno Monardo, ricercatore e Professore di Urbanistica dell’Università la Sapienza, pone l’accento su una progettazione che partendo dai luoghi tenga conto del valore del capitale sociale umano. La centralità di Corviale rispetto al quadrante del territorio chiede di tenere in considerazione oltre alle persone residenti anche i soggetti “fluttuanti” che vi transitano dando valore e amplificandone la presenza. Sottolinea quanto la comunità non sia un soggetto monolitico bensi occorre identificare le diverse identità /gruppi portatori di interesse spesso tra loro in conflitto e non sempre disponibili a dialogare. E’ pertanto necessario produrre sinapsi tra i diversi soggetti. Il ciclo del progetto dovrebbe includere in sé la gestione (management) del progetto stesso:
• Found raising, a patto che le istituzioni siano capaci di avviare percorsi “rassicuranti” attraverso la loro stessa presenza e un forte investimento;
• Presenza del no-profit, quale soggetto legittimato a intervenire in percorsi di rigenerazione urbana che contemplino la valorizzazione del capitale umano;
• Flessibilità delle proposte progettuali , capace di rimodularsi nel tempo e sulle realtà di identità, appartenenza, che a oggi risultano deboli e vanno co-costruite;
• Luoghi di partecipazione di tipo proattivo, quale sintesi delle esperienze precedenti (Urban Center di III generazione).
Bruno Monardo conclude l’intervento ipotizzando la partecipazione della facoltà di Urbanistica La Sapienza anche attraverso il coinvolgimento degli studenti in attività laboratoriali.
Gianni Palumbo, portavoce del Forum del Terzo settore,nel rimarcare il ruolo del no-profit come soggetto che si occupa del bene comune, esprime la disponibilità a realizzare sinergie utili a favorire la riuscita del progetto.
Carte in Regola riporta l’esperienza dei contratti di quartiere nel Comune di Gela come superamento di visioni particolaristiche e di contrasto all’illegalità. Il Bene comune è inteso come principio etico non astratto, in cui il cittadino si riappropria del controllo sociale e diviene artefice del proprio habitat, trasformandosi da semplice residente in reale abitante. Sono richiamate le linee guida sulla partecipazione che superano la Del. 57/06, che dovrebbero essere recepite dai Municipi, e che a oggi è presentata e in parte accolta nel Municipio Roma 1. Si sottolinea l’importanza di sommare e unire competenze (urbanistica, architettura..) con l’immaginario e l’esperienza delle persone, affinchè la partecipazione possa entrare in modo più “robusto” nelle Linee Guida.
Fiammetta Caluosa, docente di sociologia urbana presso la LUMSA, sottolinea la necessità di sottolineare un punto di forza rappresentato dall’ubicazione di Corviale e rigenerare i punti di debolezza quali l’occupazione del 4° piano. Nella progettazione occorre un’analisi volta ad individuare le risorse della popolazione di Corviale, per comprendere se e come vi è capitale sociale.
Sergio Giovagnoli, presidente dell’Arci Lazio, presenta l’esperienza dell’Associazione che da oltre 20 anni è impegnata nei luoghi più “marginali” del quadrante (il campo Rom prima Muratella e poi Candoni) in un percorso che si è evoluto e ampliato nella gestione del Centro di Aggregazione Giovanile Corviale e negli interventi di contrasto alla dispersione scolastica. Egli sottolinea la Partecipazione non come mero mezzo ma come fine della progettazione, e come i cambiamenti nei contesti urbani avvengano laddove c’è l’impegno ad orientarli.
Roberto Latella presidente dell’associazione Il Laboratorio, riafferma l’importanza della partecipazione come processo permanente, richiamando al riguardo la significativa esperienza dei Centri Sociali di Marsiglia. In tal senso espone l’interesse manifestato da parte del Municipio XI a una progettazione finalizzata ad attivare processi partecipativi da potersi realizzare nel quartiere Corviale.
Martini pone l’accento sulla necessità di dare concretezza all’azione progettuale, tenuto conto dei principi di Legalità, Trasparenza nella partecipazione, e in cui vi risulta importante l’accompagnamento sociale e l’opportunità di tenere in debita considerazione i costi connessi. Sottolinea quanto il processo di riqualificazione possa innescare conflittualità tra gli abitanti, da prevedersi, e che necessita dell’azione di mediazione dei diversi soggetti coinvolti nell’intervento di riqualificazione.
Mimmo Buccolieri, presidente della Cooperativa Acquario ‘85, presente a Corviale dal 1987, esprime il valore dell’essere presenti nel territorio, rimarcando la necessità di una progettazione che parta e ponga in sinergia le risorse esistenti.
L’architetto Giangrande, da anni impegnato in soluzioni per il quartiere, esprime la preoccupazione che la progettazione sia sostenibile e partecipata. In particolare pone l’attenzione sui metodi della partecipazione, e sulla necessità di accogliere la visione futura, che dialoghi e tenga conto delle proposte e delle “visioni” degli stessi abitanti, le uniche capaci di garantire la sostenibilità nel tempo del processo di rigenerazione. Sottolinea inoltre l’importanza del concorso in più fasi che prevedano la manifestazione di interesse ancorata a elementi concreti di partecipazione e interventi cooperativi di comunità e azionariato diffuso, con l’attenzione volta alla sostenibilità e al tipo di economia che si intende produrre.
Eugenio De Crescenzo, presidente dell’ AGCI, esprime perplessità sulle linee guida e su quanto sia partecipato il percorso di elaborazione. Rileva aspetti di debolezza qualora la costruzione delle relazioni non venga affidata a soggetti competenti (figure professionali sociali) mentre viene assegnata massima rilevanza alla parte architettonica e urbanistica.