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26 gennaio ore 9.30 Biblioteca Rispoli Piazza Grazioli (vicino Piazza Venezia) Internalizzazione delle Biblioteche di Roma: una proposta nata senza un confronto
26 GENNAIO ORE 9.30 BIBLIOTECA RISPOLI
PIAZZA GRAZIOLI (VICINO PIAZZA VENEZIA)
INTERNALIZZAZIONE DELLE BIBLIOTECHE DI ROMA : UNA PROPOSTA NATA SENZA UN CONFRONTO
Il CdA dell’Istituzione Biblioteche di Roma, riunito questa mattina in via Zanardelli, esprime all’unanimità la sua opposizione all’ipotesi di internalizzazione dell’Istituzione.
Questa proposta determina, infatti, per le Biblioteche di Roma, un forte cambiamento di identità con la perdita della sua autonomia progettuale, interrompendo di colpo un’esperienza che ha dato nel tempo risultati positivi sia sul piano della gestione economica che della qualità dei servizi.
Il CdA non può quindi accettare che una formula che ha funzionato, ed è stata una conquista maturata con un ampio dibattito culturale, venga ora liquidata con un gesto unilaterale, senza confronto con le parti in causa e senza ascoltare il suo parere, dopo essere stato chiamato, tra l’altro, proprio dalla stessa amministrazione comunale ad offrire la propria competenza.
Il CdA non è convinto delle motivazioni di “economicità e convenienza”, con cui è stata sostenuta la decisione. Chiede comunque che vengano dimostrate.
L’internalizzazione priva le biblioteche del loro slancio progettuale senza reali benefici di economicità. I presìdi culturali che esse rappresentano non possono essere gestiti senza riconoscerne lo specifico irriducibile.
In conclusione il CdA convoca per Lunedì 26 alle ore 9.30, presso la Biblioteca Rispoli di Piazza Grazioli un’Assemblea cittadina a cui chiama a partecipare le rappresentanze sindacali, i capigruppo dell’Assemblea capitolina, i componenti della Commissione Cultura, gli amministratori dei Municipi, i lavoratori delle Biblioteche e i cittadini stessi.
Il CdA sarebbe molto lieto di poter contare sulla presenza dell’Assessora alla Cultura Giovanna Marinelli e della Assessora al Bilancio Silvia Scozzese.
Michela De Biase, Presidente della Commissione Cultura ha già confermato la sua partecipazione.
Il CdA dell’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale
IO DICO NO.
Come Consigliera del CdA dell’Istituzione Biblioteche ora non dirò nulla. Attendo di condividere le parole pubbliche con i miei colleghi e soprattutto con la Presidente.
Ma sono Consigliera perché sono stata eletta come cittadina, perché riconosciuta (forse) capace di rappresentare, come presidente di un’associazione dedicata a promuovere la lettura, ciò che le biblioteche sono chiamate a fare per il territorio e quindi ho un’opinione precisa su questa decisione annunciata di “internalizzare l’Istituzione Biblioteche” mandando a casa il CdA, l’autonomia progettuale, una storia di 18 anni che è stata sempre e solo una crescita. Cosa che nessuna delle altre idee/aziende comunali può vantare: la crescita.
Perché la storia dell’Istituzione Biblioteche è un vanto per la Città, dal 1996 anno di sua fondazione; è una storia che rende onore al lavoro culturale in quanto dà valore al singolo bibliotecario che vi opera quanto al singolo utente che vi accede.
Ma soprattutto dà valore al territorio che non è un concetto astratto e nemmeno un’idea universale ma tante specificità concrete e un insieme articolato di esigenze..
Ora ci si dovrebbe fermare tutti, sindacati, giunta, commissioni varie e chiedersi perché una macchina culturale capace di produrre senso debba essere smantellata. Perché una crescita dimostrabile in numeri di utenza, prestiti, attività, sedi e metri quadri, che definiscono profili reali di efficienza e di vitalità, debba cambiare gestore. “Costa troppo questa macchina culturale, bisogna risparmiare” – questa la sentenza. “La soluzione è affidare al Dipartimento Cultura, competente e più bravo a risparmiare, tutta la baracca”. Ma il piano reale di risparmio non viene tracciato. Si risparmia e basta. Sicuramente non si risparmia buttando a mare il CdA appena eletto: nessuno di noi prende soldi. Quindi dove e come si risparmia? E da quando il Risparmio è la Visione di un’azione culturale?
Ho il sospetto che la competenza reale di cui ci si vanta è quella del saper far di conto, l’unica “sapienza” che sembra avere ragioni e ragionieri in questo piccolo mondo di roma ex capitale.
Ancora una volta la Cultura si trova faccia a faccia con la Ragioneria. Che non è più vera delle cosiddette “finzioni culturali” perché anch’essa si basa su strutture narrative quando cambia capitoli di spesa per “fingere” risparmi.
Una volta la lotta era più nobile perché la Ragion di Stato non faceva i conti della serva ma disegnava visioni del mondo.
Temo che l’Inverno sia arrivato e che quei granai costruiti con cura rischino di perdere il senso stesso della loro missione: erano lì per indicare a tutti che il Mondo è vasto non per ridurlo all’ombra di pochi.
Le Biblioteche sono presidi culturali…così si dice: “presidi”, sa di strutture militari, di stanziamenti, di fortezze. No, le biblioteche per me sono persone che leggono, persone che s’incontrano, persone che imparano, persone che sanno, sono silenzi e parole: i mattoni immateriali con cui si costruiscono le persone. E le persone non sono né stanziamenti né stanziali.
Mi dispiace tanto: l’Istituzione Biblioteche era una visione, imperfetta nel suo realizzarsi ma mai più in basso dei suoi sogni.
Non c’è Dipartimento fatto di funzionari che possa avere questa stessa “esigenza”. La grammatica è cosa diversa dalla Letteratura.
Io sono costretta a stare dalla parte degli offesi.