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La carovana delle periferie riparte da Tor Sapienza

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#romaripartedatorsapienza l’hastag scelto da Asia Usb per la mobilitazione in programma sabato 10 gennaio in viale Morandi. “È ora di mandare un avviso di garanzia a chi governa la città”

“È da Tor Sapienza che parte l’atto d’accusa delle periferie della capitale al sistema affaristico, malavitoso e parassitario che sta affamando gli abitanti della città”. Lo afferma il Sindacato Asia Usb il quale, dopo le battaglie contro la vendita all’asta delle case popolari, ha annunciato una nuova ondata di mobilitazioni che partirà proprio da Tor Sapienza sabato 10 gennaio.

PROCESSO AL GOVERNO DELLA CITTA’ – L’incontro promosso dal Sindacato si terrà in viale Giorgio Morandi, presso il Centro Culturale situato nell’area centrale all’interno dei palazzi popolari “Vogliamo partire da Tor Sapienza – scrive sul proprio sito l’associazione inquilini e abitanti – Cominciare da lì la carovana e il processo. La carovana delle periferie ed il processo al governo della città.

“Questo movimento deve unire i quartieri e le persone, deve rompere l’isolamento ed accumulare forza. Deve mettere in moto un’onda impetuosa destinata ad abbattersi su un sistema ormai senza alcuna credibilità. Il processo deve servire a raccogliere tutti gli atti d’accusa che ogni territorio scriverà contro chi governa ed ha governato Roma”.

PERCHE’ TOR SAPIENZA – #romaripartedatorsapienza l’hastag scelto per la manifestazione. Perché Tor Sapienza? “Tor Sapienza – spiega l’associazione – vanta un’origine di centro culturale, costruito da lavoratori e cresciuto sui valori dell’antifascismo. Nelle scorse settimane invece è stato descritto come un quartiere razzista che dà la caccia all’immigrato e sostiene le esibizioni odiose della destra xenofoba.

“I media hanno partecipato alla costruzione di questo stereotipo e la politica si è preoccupata di spostare il centro di accoglienza, tornando a dimenticare il quartiere per le sue tante sofferenze. Poi l’inchiesta giudiziaria su Mafia Capitale ha messo in luce come il sistema degli affari sui centri di accoglienza fosse collegato agli stessi attori che promuovevano le proteste, in un circolo infernale che favorisce la guerra tra poveri e lascia le periferie abbandonate a sé stesse”.

CASE IN VENDITA – Non mancano critiche al Piano Casa del governo Renzi. “In questa città spremuta, sfruttata e nello stesso tempo abbandonata si cala poi la paradossale scelta del governo Renzi di mettere in vendita tutto il patrimonio di case popolari. Piove sul bagnato, non solo non intervengono a combattere disagi ed esclusione sociale, ma ci cacciano di casa. La misura è colma, la periferia non può rimanere a guardare. È ora di mandare un avviso di garanzia a chi governa la città, una notifica formale che gli abitanti delle periferie stanno indagando su di loro”.

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