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Periferie in movimento

Nell’ambito del bando promosso dal Comune di Alessandria per stimolare la partecipazione della cittadinanza alla vita cittadina una risposta (e una proposta) è arrivata anche dall’associazione “Mondi Vitali”, realtà che si occupa di cultura e politica ispirata all’opera di Achille Ardigò. Ecco il loro progetto.

Ente proponente
Mondi Vitali-Associazione

Nome dell’iniziativa proposta
Periferie in movimento. Attivare dati e conoscenze per una’partecipazione consapevole

Obiettivi
progetto si propone di avviare un percorso partecipativo nel quartiere Cristo di Alessandria suddiviso in 3 step. Il primo step prevede una “passeggiata di quartiere” (PdQ) con il coinvolgimento di volontari, ricercatori, testimoni privilegiati provenienti dalle principali istituzioni e organizzazioni profit e non profit operanti nel quartiere. In questa fase sarà fondamentale l’apporto del gruppo “Alessandria Open Data”, che in questi anni ha creato un nuovo circolo di competenze sul territorio, importando idee da vari centri di competenza italiani e stimolando l’innovazione sociale nella città tramite la diffusione della c.d. “cultura del dato”.
La PdQ, quale strumento di ricerca partecipativa, sarà utile
1) a interpretare e integrare i dati disponibili e già organizzati grazie all’opera di Open Data;
2) a “interrogare” le banche dati rispetto ad esigenze informative non ancora sviluppate
3) a far emergere informazioni non disponibili. In questo contesto, verrà sviluppata la “mappatura” di iniziative, luoghi e strutture di aggregazione presenti nel territorio tramite l’inserimento di un nuovo livello informativo sulle cartografie di OpenStreetMaps. Quest’ultimo è un progetto collaborativo finalizzato a creare mappe a contenuto libero: esso punta a una raccolta di dati geografici, la cui caratteristica fondamentale è la disponibilità per l’accesso e l’uso da parte degli utenti.
Il secondo step prevede un’assemblea deliberativa, all’interno della quale una porzione di cittadini il più possibile rappresentativa ed eterogenea per età, genere, professione, estrazione socio-culturale discuteranno in maniera informata su temi rilevanti emersi nella ricerca preliminare, con il supporto di facilitatori appositamente formati e di esperti delle diverse tematiche.
Al termine di questo percorso (terzo step) sarà organizzato un seminario per condividere i risultati emersi e sarà messa a disposizione dei cittadini una infrastruttura informatica con dati e mappe del quartiere ricche di informazioni e segnalazioni. In occasione del seminario saranno presentati i due principali prodotti finali del progetto: 1) un rapporto sintetico che illustrerà i metodi e i processi del percorso partecipativo, ivi compresa la filiera di raccolta, esposizione e analisi del dato; 2) un sito web che aggreghi e visualizzi di informazioni geografiche e statistiche integrate e contestualizzate grazie alle conoscenze relative al territorio del quartiere in forza dell’attivazione di soggetti locali che hanno partecipato al processo.

Finalità
Il progetto si propone come fase preliminare nell’ambito di un piano di ricerca-intervento più ampio in un quartiere considerato “di periferia” per eccellenza. La definizione di periferia spesso si accompagna a una accezione negativa in forza di alcuni fattori:
– vasti insediamenti di residenzialità pubblica e “popolare”, con aree storicamente identificate come ad alta intensità di disagio sociale (ad es. via Gandolfi e le Casermette);
– presenza consistente di cittadini migranti;
– debole presenza di presidi pubblici e istituzionali;
– elementi di separazione fisica oltreché simbolica con il resto del tessuto urbano (nel nostro caso, la ferrovia, con i due attraversamenti del sottopasso e del cavalcavia).

A partire dall’istituzione delle “circoscrizioni” e poi, tendenzialmente negli ultimi 15 anni, le istituzioni hanno manifestato un’attenzione rinnovata verso questo quartiere. In particolare:
– è stata aperta la sede della circoscrizione, con un presidio della Polizia Municipale e dei servizi anagrafici;
– l’area è stata chiaramente identificata come “direttrice di espansione urbana”, con un consistente rilascio di autorizzazioni e progetti di edilizia, specialmente convenzionata, con ricadute per l’aspetto demografico;
– il quartiere è stato laboratorio di progettualità urbanistica (il villaggio fotovoltaico e il Contratto di Quartiere ne sono esempi)
– si sono insediati servizi di grande distribuzione commerciale, precedentemente pressoché assenti;
– è sorta una zona industriale interna (D4), oltre a quella storica della città (la D3), e una immediatamente limitrofa (Cantalupo/Castellazzo Bormida)-

La ricerca partecipata oggetto di questa proposta rappresenta la necessaria “fase pilota” di un maturo processo di promozione della partecipazione democratica dei cittadini. Il progetto ha dunque la finalità di
1) stimolare una discussione informata, ampia, aperta e inclusiva;
2) condividere e far circolare la conoscenza diffusa presso i cittadini rispetto alle problematiche del quartiere, nelle diverse sfaccettature attraverso le quali esse sono percepite dai cittadini, residenti e non;
3) avviare un percorso più ampio che preveda anche azioni condivise di intervento partecipato. Esso ha quindi una valenza propedeutica nell’ambito di un percorso più ampio che. veda poi una successiva fase di intervento con il coinvolgimentcy dei cittadini, attraverso forme già organizzate della società civile e gruppi -spontanei che vogliano organizzarsi.per agire con scopi comuni a favore. del miglioramento della vita dei quartiere.

L’idea è quella di sperimentare un modello che può essere anche in futuro-replicato in altri quartieri, nell’Ottica di promuovere in maniera più diffusa forrne nuove di partecipazione alla vita cittadina.

Ricaduta Territoriale
l processi partecipativi e deliberativi rappresentano una opportunità dal punto di vista dell’inclusione, della prevenzione del disagio e della coesione sociale, nonché un investimento di medio-lungo periodo per la qualità della vita dei cittadini.

Nel caso del quartiere Cristo un simile percorso partecipato può:
1) restituire una rappresentazione accessibile e co-costruita del quartiere e della sua complessità, fondata su dati quantitativi e qualitativi, introducendo nella costruzione di processi partecipativi cittadini elementi di consapevolezza rispetto al valore del dato e della sua disponibilità.
2) contribuire a distinguere gli oggettivi fattori negativi che si ripercuotono sulla popolazione (deprivazione economica e culturale, difficoltà di collegamento con il resto del tessuto urbano etc.) dalla percezione diffusa degli stessi;
3) far emergere i sistemi di risorse presenti – attive o latenti – nel quartiere (associazioni, reti di solidarietà, attività economiche e imprenditoriali), anche attraverso iniziative specifiche e replicabili come la PdQ;
4) stimolare, a fronte di analisi quali-quantitative rigorose, processi di informazione e partecipazione consapevole dei cittadini (anche di soggetti normalmente collocati ai margini della discussione pubblica) per delineare un possibile fùturo del quartiere in termini di obiettivi, interventi e relative priorità.

Eventuali partners
Il progetto è proposto dall’associazione Mondi Vitali – Gruppo di Alessandria, in collaborazione con il Centro di Cultura – Gruppo di operatori dell’Università Cattolica e il Gruppo Open Data Alessandria (www.associazionemondivitali; www.gocalessandria.it; alessandriaopendata.wordpress.com).

Indicazioni di eventuali esperienze simili già realizzate
Il team che promuove il presente progetto è da circa due anni impegnato, a vario titolo, in un importante percorso di partecipazione attivo nella città di Novara e denominato “SpeDD-Sperimentazione di percorsi di Democrazia Deliberativa”. Promosso da una onlus novarese in collaborazione con partner istituzionali (Comune, Università, Diocesi, ecc.) e del terzo settore (tra i quali il Centro di Cultura alessandrino) e finanziato dalla Fondazione Cariplo, SpeDD si propone di sperimentare a Novara (e, in particolare, in alcuni quartieri della città) un programma coordinato di interventi, volti a promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte e alle azioni collettive attraverso il metodo della deffiocrazia deliberativa. Questa esperienza (sulla quale maggiori dettagli all’indirizzo: www.spedd.it) si pone come precedente prezioso per il presente progetto. Infatti, gli strumenti che questo intende impiegare secondo quanto suesposto sono già stati sperimentati sia sul piano operativo (in termini di competenze disponibili e di attendibilità delle previsioni di costo, con essenziali effetti positivi sulla sostenibilità della presente proposta) sia su quello teorico.

Costi presunti
La durata del presente progetto è prevista in 12 mesi.
Le attività, secondo i principi e le pratiche (documentate e sperimentate nella loro efficacia) delle associazioni partner, saranno in gran parte svolte da persone che opereranno a titolo volontario. Si prevede un impegno medio per ciascun partecipante pari a circa 10 ore mensili.
I partner mettono altresì a disposizione le proprie sedi (in particolare quella del Centro di Cultura, in via inviziati 1 e la propria strumentazione. Le spese vive, relative all’organizzazione di incontri e all’acquisto della strumentazione non disponibile saranno sostenute mediante strumenti di autofinanziamento. Anche in tal caso il preventivo è pienamente sostenibile in ragione ‘dell’esperienza che sia il capofila sia i partner hanno sviluppato nell’ambito del fundraising (dalle cene solidali al crowdfunding).

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