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Coltivare un orto in città è davvero sicuro? Chi vive in una metropoli potrebbe essere più preoccupato di altri riguardo all’inquinamento dei terreni. Esistono, per fortuna, delle soluzioni per rimediare e prevenire la contaminazione dei suoli.
Lavare bene frutta e verdura – come faremmo per quanto acquistato al supermercato – resta una buona abitudine. Se il problema di inquinamento dovesse risultare grave, esiste una soluzione molto semplice: acquistare ortaggi bio e coltivati in modo naturale presso aziende agricole di campagna. Ecco alcuni consigli per limitare l’inquinamento negli orti urbani.
Leggi anche: Orti urbani: il pericolo dei metalli pesanti
1) Coltivare in vaso
I pericoli di inquinamento del terreno vengono contenuti dalla scelta di coltivare in vaso. Grazie a questo tipo di coltivazione, infatti, si parte da zero rispetto alla scelta del terriccio su cui cresceranno le piante. Ecco che allora si opterà per un terriccio di qualità, certificato come biologico e non ottenuto da scarti e rifiuti potenzialmente inquinanti. Così si otterrà una garanzia ulteriore. I più fortunati potranno arricchire i vasi con del terriccio di sottobosco raccolto in aree naturali lontane dal traffico.
2) Test del terreno
Se siete intenzionati a dare inizio ad un orto vero e proprio, e magari progettate di realizzare un orto sociale o un orto condiviso in una grande città, rivolgetevi ad un esperto che potrà effettuare i test necessari a verificare la presenza di metalli pesanti o di agenti inquinanti nel terreno. Potrete decidere di rivolgervi ad un’altra area, più pulita, oppure di ricorrere a terreno da riporto, che risulti sicuro.
3) Bonifica
Una delle tecniche di bonifica più interessanti prevede l’impiego della canapa, o di altre specie vegetali adatte, e prende il nome di phytoremediation. Si tratta di coltivare su terreni inquinati contaminati piante che risultino in grado di assorbire gli agenti nocivi e di ripristinare la salubrità del terreno. I tempi di realizzazione sono più lunghi rispetto ad una normale bonifica, ma il risultato è maggiormente sostenibile.
4) Container gardening
Si tratta di una soluzione adatta a chi possiede uno spazio piuttosto ampio, senza avere la possibilità di rinnovare il terreno che si trova alla base, che potrebbe risultare inquinato. Ecco allora il suggerimento di utilizzare dei cassoni da appoggiare alla superficie dell’orto e da colmare con del terriccio di alta qualità e del compost domestico, in modo da evitare il contatto delle piante con suoli a rischio di inquinamento. Si tratta di un metodo raccomandato dal Dipartimento di Scienza dei Suoli della North Carolina State University all’interno del documento “Minimizing Risks of Soil Contaminants in Urban Gardens”.
5) Compost casalingo
Una parte dell’inquinamento che rischia di interessare gli orti urbani deriva anche dall’impiego di fertilizzanti chimici. Come possiamo pensare di gustare ortaggi sani se scegliamo di irrorarli con sostanze di sintesi non meglio identificate e potenzialmente tossiche per la salute? Ecco allora che, per arricchire il nostro terreno e permettere alle piante di crescere in modo più rigoglioso, possiamo pensare di ricorrere al compostaggio domestico, in cassoni esterni o in una compostiera da balcone. Così grazie alle parti di scarto di frutta e verdura nasceranno nuovi alimenti davvero sani. Il compost arricchisce il terreno e allo stesso tempo limita i rischi correlati alla presenza di eventuali contaminanti.
6) Pesticidi e insetticidi
Un ulteriore fattore di inquinamento per gli orti urbani è rappresentato dal ricorso a pesticidi e insetticidi. Non tutti gli orticultori urbani, infatti, scelgono metodi di coltivazione biologici e naturali, pur avendo optato per l’autoproduzione. Il consiglio è di dimenticare i numerosi prodotti che troviamo in vendita e di affidarci a rimedi naturali, a partire dalle consociazioni tra ortaggi, fino ai macerati a base di aglio, cipolle o ortica per prevenire e curare le malattie delle piante.
7) Lavaggio degli ortaggi
Il buon senso suggerisce di lavare accuratamente tutti gli ortaggi, sia quelli da noi acquistati che quelli che coltiviamo nel nostro orto. Se si tratta di un orto di città, gli esperti dell’Università della California suggeriscono di rimuovere le foglie e le parti più esterne degli ortaggi prima del lavaggio, con particolare riferimento alla buccia. Per una maggiore sicurezza, gli esperti raccomandano di effettuare dei test di valutazione dell’inquinamento sui prodotti del proprio orto.
8) Igiene personale e degli attrezzi
Se non siete certi della composizione del terreno del vostro orto e dell’eventuale presenza di contaminanti, ricordate di indossare dei guanti durante la semina, la raccolta e il trapianto. Lavate sempre molto bene le mani dopo aver lavorato nell’orto e cambiatevi le scarpe prima di entrare in casa. Come suggeriscono gli esperti californiani, è bene evitare che i bambini ingeriscano accidentalmente della terra raccolta nell’orto. Inoltre, è molto importante mantenere puliti gli attrezzi e rimuovere la ruggine.
9) Coltivazione
Nella scelta degli ortaggi da piantare, ponete attenzione alle tipologie e alle zone più a rischio dell’orto, ad esempio, se una parte di esso risulta più esposto al traffico. Le varietà che rimangono maggiormente a contatto con la terra sono gli ortaggi da radice e i tuberi, come le carote, le patate, i ravanelli, l’aglio e le cipolle. Un minor contatto è previsto per le piante che possono crescere in altezza, come pomodori, zucchine e altri rampicanti, che risulteranno meno esposte alle contaminazione. A parere degli esperti, il livello intermedio di rischio riguarda lattughe, insalate, cavoli e broccoli.
10) Protezione
Ricordate di proteggere il più possibile il vostro orto di città. Per gli orti veri e propri, è molto utile creare delle barriere naturali verso l’esterno, che possono essere costituite da siepi, cespugli e recinzioni, che limiteranno l’esposizione diretta ai gas inquinanti emessi dal traffico. Per quanto riguarda l’orto sul balcone, scegliete uno spazio che non si affacci direttamente sulla strada, proteggete le piante con retine e tessuto non tessuto e create un angolo dedicato ad esse, magari protetto verso l’esterno da un paravento o da una piccola serra.
Di Marta Albè
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