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«Hai visto che meraviglia? Ha sfasciato tutto!». A Franco Nucci si apre sempre il sorriso ogni volta che un artista che sia Alfredo Pirri nel 1997 con il piccone e le sue maschere, o Pedro Cabrita Reis nel 2001 a far vibrare il suo malepeggio entra a Volume! e mette a soqquadro le stanze per dare vita alla propria creatività. È quindici anni che il neurochirugo con la passione per il collezionismo porta avanti in via San Francesco di Sales 86/88 il progetto di uno spazio nella città storica che si offre a essere stravolto dalla furia e dalla poesia dell’arte contemporanea. Per festeggiare il compleanno con un libro che racconti il passaggio di 60 artisti, maestri e giovani leve, italiani e stranieri, nei locali di una vecchia vetreria trasteverina, la Fondazione Volume! di Nucci ha organizzato una quattro giorni di incontri che sarà occasione di confronto e dibattito, incontro di amici, scambio di idee e di immagini, ma anche di festa.
Si parte domani pomeriggio alle 19.30 con Nucci, i critici Achille Bonito Oliva e Danilo Eccher, l’architetto Franco Purini. Parlerà anche l’artista spagnolo Cabrita Reis che, di passaggio per Roma, è voluto tornare sul luogo del delitto dove, dodici anni fa, alzò pareti di mattoni per poi mandarle in frantumi. E ci dovette poi pensare l’astrazione metafisica di Marco Tirelli a ricucire lo spazio attraverso il colore di Mar Rosso. L’alterazione delle stanze di via San Francesco di Sales è la cifra caratterizzante di questo spazio.
Ruediger nel 1998 ripetè sul pavimento la volta a botte di una camera e quell’ovale fu accettato da altri artisti chiamati dopo a lavorare sulla stessa “tavolozza”. Di tutti gli interventi rimane documentazione video e fotografica che, per tutto il tempo della quattro giorni, verrà proiettata sulle pareti trasformate, per una volta, da materia plastica (Franco Purini nel 2008 le cambiò in Stanza rossa) a schermi per raccontare una storia lunga tre lustri. E a immortalare gli artisti al lavoro è stato, con il suo struggente bianco e nero, Rodolfo Fiorenza che, scomparso l’anno scorso, nel 2009 era stato a sua volta chiamato a creare spazi e volumi, scene e tragedie.
Nei giorni di martedì e mercoledì microfoni aperti invece per il pubblico e gli amici che vorranno raccontare cosa hanno provato davanti alle invenzioni di Pizzi Cannella, Zorio, Bassiri e Canevari (2000), alle opere di Paladino, Gallo e Annie Ratti (2002), a Lady Madonna di Vettor Pisani (2006) o al Suono del sangue di Jaume Plensa e all’opera Non c’è di Felice Levini (2004). Giovedì 27 chiusura con la performance di Sissi Cena a Volumi! e un dj set.
«La mia più grande soddisfazione anticipa Franco Nucci è vedere che il testo che scrivemmo 15 anni fa è ancora la nostra bussola». E lo legge soddisfatto: «Un buon motto per questo lavoro potrebbe essere: “Disvelare quello che già c’è per metterlo di nuovo in opera”, aggiustando, ritoccando, sistemando …».
Il futuro di Volume!, nonostante le difficoltà sopraggiunte con la crisi, è nel Parco Nomade di Corviale. «Dalle strade del centro, si accamperà nella natura spiega Bonito Oliva con la contaminazione di arte e architettura. Volume! si dimostra così uno spazio mobile, elastico, in continua metamorfosi». E il primo modulo, di Carla Accardi, è già quasi pronto.
di CARLO ALBERTO BUCCI
La Repubblica