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Il coraggio di una generazione di Romani
Roma Est. Dopo due anni di stop, Giuseppe Modì Chimenti – testato nelle vesti di cuoco nelle serate del Torpignattara home restaurant, nelle cucine dei locali della movida del Pigneto, nel bed&brekfast low cost di Villa Certosa Casilina, ma anche nel quotidiano paziente impegno di educatore di sostegno – si è esibito a Le Mura di via di Porta Labicana il 12 Marzo in concerto. Modì è la prova di come la realtà quotidiana di una generazione di artisti sia tutt’altro che depressiva. Modì compone un repertorio tra il pop e il rock tanto brioso quanto tendente a possibili venature psichedeliche, chiose dilatate e ruggenti, canzoni d’amore, seduzioni di solitudine e individualismo.
Giuseppe si trasferisce a Roma per gli studi nel ’97 dal suo paese di origine, Spezzano Albanese (CS), frequenta l’accademia di Belle Arti e nel 2003 si laurea. L’arte figurativa vive nello studio di casa e il sogno rimane la musica. Dopo aver suonato come chitarrista in varie band romane, si dedica alla carriera solista come cantautore; già nel 2004 i suoi primi concerti sui palchi della capitale con lo pseudonimo Modì.
Con il trascorrere del tempo entra a far parte della cerchia di musicisti del Circolo degli artisti. Da lì in poi pubblica due dischi: nel 2009 Odio l’estate, lp autoprodotto e successivamente stampato in vinile proprio dal Circolo degli artisti. Nel 2012 il primo, vero e proprio disco dal titolo Il suicidio della formica per l’etichetta Hydra Music, accolto molto bene dalla critica e da pubblico, lavoro che verrà selezionato per il premio Tenco.
L’ultimo live ufficiale del cantautore risale al febbraio 2014, al Circolo degli artisti. Ma, dopo anni di silenzio, ha in preparazione il nuovo disco che probabilmente porterà il titolo di Canto d’amore. Ispirato ai quadri della metafisica e del surrealismo ma raccontati come se fossero storie di tutti i giorni, il nuovo lavoro di Modì sorprende per nuove sonorità e nuovo sound.
L’artista ha condiviso il palco con artisti degni di nota tra cui: Marco Parente, Paolo Benvegnù, Marta sui Tubi, Soho, Moltheni, Francesco De Gregori, I Sophia (band inglese ex God Machine), Amor Fou, Thalia Zedek, Roberto Dell’Era (bassista Afterhours). Vincitore premio della produzione di un disco Marte live 2005.
Ha collaborato con Alessio Bonomo come bassista e nella scrittura di un brano di Elliott Smith riadattato in italiano, nello specifico Ballad of Big Nothing (La ballata del grande nulla).
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